Lo ha fatto alla sua maniera: con uno show. Il comizio di Donald Trump in Arizona è durato circa due ore, piene di attacchi a Joe Biden, ai democratici, a Anthony Fauci, di appelli in difesa degli insurrezionisti del 6 gennaio e del ritorno alle vecchie accuse di brogli elettorali. Folla in delirio per ogni sua parole, ma l’attesa della candidatura ufficiale alle presidenziali del 2024 non è arrivata.
Qualcosa però ha fatto intendere. “Quelle del 2024 – ha profetizzato – saranno le elezioni più importanti della storia americana”. Quelle del 2020, ha ribadito, sono “state truccate”.
“Amo l’Arizona – ha detto – e qui abbiamo ottenuto una grande vittoria, ma i democratici hanno rubato migliaia di voti e i fake media non vogliono indagare”. “La vera insurrezione – ha aggiunto – non è stata il 6 gennaio, ma il 3 novembre, perchè quel giorno i democratici hanno attaccato le libertà americane”.
Trump ha difeso i suoi sostenitori che presero d’assalto gli edifici del Congresso. “Quelli arrestati – ha denunciato – hanno subito abusi in prigione. Perché non lo hanno fatto con quelli di Antifa o di Black Livers Matter? Serve un’indagine”.
La gente lo ha acclamato, scandito ogni passaggio con urla, incitamenti. E quando Trump ha citato Biden, cosa che ha fatto molto spesso, sono arrivati fischi di disapprovazione, così come all’indirizzo della Speaker della Camera, Nancy Pelosi, definita “matta” e “corrotta”, e nei confronti dell’immunologo Anthony Fauci, diventato il “re” incontrastato, “grazie a Biden”. “Io non lo ascoltavo quando non ero d’accordo – ha commentato – invece con Biden è diventato un grosso personaggio”.
Trump ha bocciato la politica internazionale della Casa Bianca (“i cinesi non ci temono più, non ci rispettano più”), la gestione della pandemia (“gli scaffali dei supermercati sono per metà vuoti, prima di Biden non conoscevamo il termine supply chain”), la politica dei vaccini (“se sei bianco non ti fanno accedere alle terapie”), confessato che il figlio Baron ha avuto il Covid, rilanciato il tema clandestini (“sono entrati decine di milioni di illegali”), dando appuntamento alle elezioni di novembre, quelle per il rinnovo del Congresso dove si annuncia una larga vittoria repubblicana.
La scelta dell’Arizona non è casuale: Trump ha perso lo stato per pochissimi voti e il conteggio è stato altamente contestato. “Sarà un grande 2022 – ha promesso ai suoi sostenitori – il popolo si riprenderà indietro l’America”. “E noi – ha concluso – ci riprenderemo la Casa Bianca”.