Il 24 gennaio, i parlamentari italiani di Camera e Senato uniranno le forze per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Se siete italo-americani, potrebbe essere che non avete studiato educazione civica in una scuola italiana, oppure che quel giorno di tanti anni fa in cui la maestra vi ha spiegato come si eleggono i PdR eravate distratti, oppure eravate a casa, a smaltire qualche virus per cui non c’era ancora il vaccino. Se ricadete in uno di quei casi, avrete sicuramente delle domande. Fatele. Non vi preoccupate. Vi rispondo io.

Perché non è il popolo a eleggere il Presidente?
Il presidente italiano non è il capo del governo come avviene in USA; l’uomo del Quirinale non propone un programma di governo e tantomeno prova a implementarlo con nuove leggi e decreti. Il suo ruolo è più quello di “arbitro”. In un’architettura di pesi e contrappesi istituzionali (check and balances), il Presidente italiano controlla che parlamento, governo e altre funzioni chiave dello Stato non impazziscano. Constatato che tutto va bene, il Presidente fa da notaio: promulga le leggi che il parlamento gli passa da firmare, fa tanti bei discorsi altisonanti e ineccepibili, e si intromette molto poco nelle discussioni politiche trai leader dei partiti. Preferibilmente non si intromette per niente.
Se le cose vanno male, però, la musica cambia: il presidente si toglie la giacca ed entra in azione in prima persona per il bene del paese. Lo abbiamo visto assumere questa modalità nel 2021, quando Mattarella ha praticamente imposto ai partiti di allinearsi dietro a Mario Draghi, piuttosto che avventurarsi in una campagna elettorale dagli esiti incerti che avrebbe lasciato il paese senza guida nel momento in cui l’Italia ne aveva più bisogno. Colpo di Stato? Macché! Draghi santo subito, e per acclamazione dei partiti per giunta (e hanno fatto bene così, aggiungo io. Sanno benissimo anche loro che il parlamento uscito dalle elezioni del 2018 è a trazione populista. Meglio che sia uno come Draghi a cavargli le castagne dal fuoco).
Colonna portante dell’assetto istituzionale italiano, quindi, il Presidente.
Perché bisogna avere almeno cinquant’anni come requisito per essere eletti Presidente?
Perché lo dice la Costituzione (art. 84). L’idea dei padri fondatori era avere una persona con la schiena dritta in quel ruolo fondamentale, uno che non pensasse più troppo alle belle donne e che non avesse altri grilli per la testa, per intenderci. Non a caso, il ruolo di Presidente è sempre stato coperto da uomini di indiscussa moralità, figure delle istituzioni che magari non suscitavano forti emozioni, ma proprio per quello adatti al ruolo di notaio e di arbitro. Del resto insultare il PdR è illegale (art. 278 del C.P.). Metterci una figura che non si presti ad animare le passioni è sicuramente una buona idea (ecco un altro motivo per cui il PdR non è eletto direttamente dal popolo).

Eleggeranno Berlusconi presidente della Repubblica?
È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago. Intanto il lavoro di PdR può essere duro, e avere troppi anni sul groppone è controproducente. Ho visto con i miei occhi Sergio Mattarella tenere testa a Trump alla Casa Bianca nel 2019. Non stupisce che il nostro amato presidente attuale si sia dichiarato non disponibile a una sua rielezione: Mattarella sa benissimo quanto sforzo richieda un compito di delicatezza e importanza cruciali per una nazione intera.
Per questo esatto motivo, non sono realmente “papabili” molti dei nomi che gli intellettuali (si fa per dire) italiani stanno “lanciando” (e che il popolo dei social allegramente rilancia giusto per il gusto di vedere che effetto che fa). Il Berlusca ha 85 anni! Solo per questo non è realisticamente candidabile. Anche escludendo che ci lasci per cause naturali prima della fine del mandato, difficilmente l’arzillo signore avrebbe ancora il fisico (e la mente!) richiesti dal ruolo.
E ancora non abbiamo parlato dell’indiscussa moralità del personaggio: oltre ad essere un pregiudicato – è stato condannato per reati fiscali – il berlusca ha intrallazzato con la mafia per arrivare al potere, e anche questo basta e avanza a squalificarlo dalla corsa.

E poi — qualcuno lo deve pur dire — pensa troppo alla f…, nonostante l’età e andando contro il parere dei padri fondatori della patria (e probabilmente anche quello dei suoi medici curanti). È un incorreggibile puttaniere, il che lo rende simpatico a molti (va detto), ma inviso (eufemismo) a molti altri. Se organizzare bunga-bunga non è reato (purché le presenti siano maggiorenni, sia chiaro), di certo quell’attività non porta bonus points utili a chi ambisce alla massima carica pubblica, quella che più di tutte richiede di mostrare disciplina e onore (art. 54).

La realtà è che persino i partiti di centrodestra stanno facendo solo finta di sostenerlo. Le sue mire caimanesche di usare lo Stato per nutrire il proprio smisurato ego hanno un limite, e anche quelli che gli stanno intorno lo sanno.
Probabilità che lo psiconano diventi presidente? Zero.
Qual’è il nome più gettonato?
Nessuno, in realtà, con l’eccezione di Draghi stesso. Preso atto che Super-Mario non può essere clonato, però, molti leader politici hanno già indicato che preferiscono tenerlo a fare il premier nell’interesse nazionale. Lo stesso Berlusconi, che considera Draghi il principale rivale quirinalizio, minaccia di far cadere il governo se a presiederlo non fosse più il Draghi eletto nel frattempo alla massima carica. Rieccolo in azione il Caimano.
Se dovessi scommettere $5, li punterei sull’attuale presidentessa del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. La Casellati è una figura istituzionale e un pò di slancio vitale ce l’ha ancora. Nominare una donna servirebbe alla sinistra per placare l’imperversante Zeitgeist femminista; i partiti di destra, dal canto loro, non avrebbero problemi a votare una che viene dai loro ranghi. C’è spazio per una convergenza ampia. Ma solo $5, scommetterei, non di più. La partita è apertissima. Marta Cartabia potrebbe essere un’altra possibilità al femminile. Paolo Gentiloni è un candidato forte e qualificato. Scarterei Emma Bonino, Giuliano Amato, Romano Prodi e Gustavo Zagrebeski per motivi di età. Riporto i nomi di Veltroni, Casini e Franceschini, ma solo perché sono circolati e per dare un panorama completo.
Quando verrà eletto il presidente?
Si sa che si comincia il 24, ma è difficile prevedere la data precisa della votazione determinante. Credo che ne vedremo delle belle, ma servirà un pò di tempo prima di arrivare alla fine. Procuratevi molti popcorn. Se vivete in USA siete fortunati: potete comprarli a pacconi da Costco e risparmiare un sacco di soldi.