E’ stato un anno difficile per gli Stati Uniti e per il presidente Joe Biden alle prese con la pandemia che, oltre ad aver infettato 46 milioni di americani ha causato 750 mila decessi, ha bloccato il Paese, rallentato l’economia, chiuso le scuole, raffreddati i rapporti sociali. Un anno di lock down, di mascherine, di novax, di varianti del virus che hanno fiaccato lo spirito degli americani alle quali si sono aggiunte le accuse di brogli elettorali che hanno corroso la legittimità del processo democratico del Paese e della Casa Bianca. Ma, nonostante la carica di odio instillata dall’ex presidente sconfitto alle urne, ora, anche se lentamente il Paese si sta riprendendo. Un anno dalle elezioni del 3 novembre 2020 in cui la popolarità del presidente Biden ha perso più del 16% dei consensi ed è scesa a minimi storici. Molte anche le decisioni impopolari fatte dalla Casa Bianca come la fuga dall’Afghanistan e l’obbligo delle mascherine e dei vaccini. Il risultato è che solo 38 americani su 100 condividono il modo in cui Joe Biden gestisce il Paese. Peggio di lui, un anno dopo le elezioni, solo l’ex presidente Donald Trump.
Il sondaggio è stato pubblicato da USA Today. L’indagine demoscopica è stata condotta dalla Suffolk University tra mercoledì e venerdì sera della scorsa settimana, prima che la Camera approvasse il disegno di legge sulle infrastrutture. I dati sono impietosi: solo il 38% degli intervistati ritiene che Biden stia facendo un buon lavoro. Il 16% delle persone che lo hanno votato ritiene che stia facendo un lavoro peggiore di quanto avessero previsto, il 44% degli elettori indipendenti che lo hanno votato afferma che la sua gestione è di gran lunga al di sotto delle loro aspettative e il 64%, incluso il 24% di intervistati che lo hanno votato, afferma che non si deve ricandidare.
In un altro sondaggio, questo condotto da SSRS Opinion Panel per conto della Cnn, dal 1 al 4 di Novembre su 1004 persone intervistate, è meno severo, ma sempre negativo. Il 52 percento degli intervistati disapprova il suo operato. Il sondaggio poi ha una classifica degli argomenti che gli elettori considerano importanti: al primo posto l’economia con il 36% degli intervistati che ritiene debba essere la priorità della Casa Bianca. Poi la lotta al coronavirus (20%), Immigrazione (16%), cambiamenti climatici (11%), Sicurezza Nazionale (8%), Ingiustizie razziali (5%), Istruzione (5%). Nel sondaggio ci sono anche buone notizie per i democratici: Alla domanda “Se le elezioni si tenessero oggi chi votereste?” Il 50 % degli intervistati ha risposto che voterebbe per il partito democratico contro il 40% che voterebbe invece per i repubblicani.
Alcuni giorni fa il gruppo “Priorities USA”, usato dai democratici per la raccolta di fondi elettorali, ha lanciato l’allarme tra i milioni di sostenitori scrivendo che “l’elettorato è frustrato, scettico, stancato dal Covid, dalle difficoltà economiche, dalla chiusura delle scuole, dall’aumento dei prezzi, dai salari che non crescono e dalle spese mediche e dei medicinali fuori controllo” lanciando quindi un appello ai politici di affrontare queste tematiche “altrimenti – c’è scritto nella nota – alle prossime elezioni di Midterm perderemo la maggioranza sia alla Camera che al Senato”.
Sondaggi a parte è da vedere ora se dopo l’approvazione del piano Infrastrutture da mille e 200 miliardi il presidente tornerà a guadagnare terreno nei consensi. Il progetto di legge, che aveva già ricevuto il via libera dal Senato, è passato con 228 voti a favore e 206 contrari. Servirà per rimodernare la rete delle infrastrutture: strade, ferrovie, porti, aeroporti, ponti e per espandere la rete internet a banda larga e quella delle colonnine di ricarica per le auto elettriche. Da vedere ora cosa succederà con la seconda parte del piano voluto dalla Casa Bianca, l’American Families Plan, da 1.850 miliardi di dollari, che contiene misure sull’assistenza sanitaria, l’istruzione, il clima, l’immigrazione e le tasse. Il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer ha detto che la discussione in aula dovrebbe avvenire prima della festa di Thanksgiving (il 25 novembre) se l’Ufficio di Bilancio della Camera confermerà le stime di spesa fatte dalla Casa Bianca. Di sicuro il provvedimento non avrà vita facile al Senato, dove i repubblicani hanno già annunciato una compatta opposizione e il democratico Joe Manchin ha mostrato scarso interesse a votarlo. E con l’aula divisa perfettamente a metà basta un solo voto per vanificare i piani della Casa Bianca.
Le associazioni industriali, dopo l’approvazione del piano per le infrastrutture, ora fanno pressioni sulla Casa Bianca affinchè gli iter burocratici necessari per l’avvio degli appalti siano semplificati. Il “Business Roundtable”, un’associazione che raggruppa le maggiori aziende industriali e l’American Chamber of Commerce hanno scritto alla Casa Bianca sia per congratularsi con Joe Biden del successo, ma anche per chiedere al presidente di accelerare i tempi per poter riprendere le attività produttive. I mille e 200 miliardi di dollari verranno spesi per costruire e riparare 173 mila miglia di strade e autostrade, 4 mila e 500 ponti, 60 miliardi alla rete ferroviaria. 7 miliardi e mezzo di dollari per installare in tutti gli Stati Uniti le ricariche per le auto elettriche, 65 miliardi per la banda larga dell’Internet anche nelle zone rurali, 65 miliardi per la rete elettrica. Non è chiaro se il progetto per la posa dei cavi sottoterra faccia parte di questa trasformazione. Ogni anno con uragani e tempeste di neve milioni di americani restano senza energia elettrica per lunghi periodi perché la caduta degli alberi a causa del maltempo trancia i cavi elettrici esposti. 25 miliardi saranno investiti nella ristrutturazione degli aeroporti e 55 miliardi per la rete idrica.
Luce verde per la ricostruzione quindi. Da vedere se la ripresa produttiva dei prossimi mesi ridarà popolarità anche alla Casa Bianca.