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November 1, 2021
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November 1, 2021
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Joe Manchin non ci sta più e mette in pericolo il piano economico di Biden

Il senatore ha mandato tutto all'aria quando sembrava che gli accordi al Congresso fossero raggiunti; intanto domani ci sono importanti test elettorali

Massimo JausbyMassimo Jaus
Time: 4 mins read

Tutto da rifare. “Il voto ci sarà”, assicurava di prima mattina Nancy Pelosi facendo capire che il fine settimana fosse servito a centristi e progressisti democratici per trovare una linea comune e finalmente approvare i piani della Casa Bianca sulle infrastrutture da mille e 200 miliardi di dollari, e quello sul welfare, clima, ambiente e scuola da mille e 750 miliardi.  Ma il senatore democratico Joe Manchin non ci sta e manda tutto all’aria. “Tenere in ostaggio il voto per le infrastrutture forzando il passaggio anche della legge per welfare, scuola, clima e ambiente non ha il mio voto. Non lo sostengo”. Aggiungendo poi che non voterà per un disegno di legge del quale c’è poca chiarezza sui costi e l’impatto che questi avranno sul debito pubblico e sull’inflazione.

“To be clear, I will not support the reconciliation legislation without knowing how the bill would impact our debt and our economy in our country we won’t know that until we work through the text,” Sen. Manchin says, calling for a vote on the bipartisan infrastructure bill. pic.twitter.com/u1AQ1Z00lv

— MSNBC (@MSNBC) November 1, 2021

Parole pesanti e inaspettate che gettano nello sconforto la Casa Bianca, con il presidente Joe Biden a Glasgow al vertice Cop 26 sull’ambiente nel corso del quale ha suonato la carica per il cambiamento impegnandosi a rilanciare la lotta per la protezione del pianeta. Responsabilità solenni davanti ad un forum internazionale mentre a Washington un senatore del suo stesso partito con la sua opposizione blocca di fatto i finanziamenti per i piani ambientali promessi dal presidente.

Pramila Jayapal, leader del Progressive Caucus del partito democratico intervistata dalla Cnn subito dopo la conferenza stampa di Manchin è altrettanto determinata. “La nostra posizione è ben chiara alla Casa Bianca – afferma – la mediazione è stata condotta da Biden. Abbiamo trattato con il presidente, abbiamo negoziato e mediato i tagli che ci ha chiesto. Noi siamo pronti a votare domani il piano che il presidente ci ha presentato alla Casa Bianca”. Jan Psaki, la portavoce di Biden cerca di mettere una toppa e, benchè a casa con il covid, ha rilasciato una nota affermando che il senatore Manchin alla fine voterà per le proposte della Casa Bianca anche se per ora esprime i suoi dubbi. “Manchin ha detto che sosterrà Build Back Better, un piano che combatte l’inflazione, segue le regole fiscali e creerà posti di lavoro. Il piano della Casa Bianca segue questi requisiti, ha i finanziamenti di sostenibilità, ridurrà il deficit, così come i costi medici, quelli per l’infanzia e per anziani. Gli esperti condividono il nostro piano. Sette premi Nobel per l’economia hanno detto che il piano riduce l’inflazione e per questo siamo confidenti che avremo il voto del senatore Joe Manchin”.

Una controversia che potrebbe avere ripercussioni domani ai seggi elettorali dopo un anno di bugie elettorali lanciate dal presidente sconfitto alle passate elezioni che hanno seriamente messo in difficoltà il sistema democratico negli Stati Uniti e che hanno innescato in alcuni stati con l’amministrazione repubblicana una serie di leggi restrittive sull’accesso ai seggi o sul voto per posta. Normalmente le elezioni locali hanno una affluenza alle urne di gran lunga inferiore a quella delle elezioni nazionali.

Si voterà per i governatori degli Stati della Virginia e del New Jersey. In Florida ci sono le primarie per il seggio dell’ex congressman democratico Alcee Hastings, scomparso ad aprile. Le elezioni per questo seggio ci saranno a gennaio. In Ohio, invece, i seggi sono due: quello di Marcia Fudge, nominata da Biden Segretario alle Abitazioni Urbane. Questo è un seggio saldamente nelle mani democratiche e le primarie sono state vinte da Shontel Brown. E poi c’è quello di Steve Stievers, repubblicano, che ha lasciato la Camera per andare a dirigere la Camera di Commercio statale. La sfida è tra la democratica Allison Russo e il repubblicano Mike Carey.

Si vota per i sindaci di New York, Boston, Seattle, Atlanta, Buffalo, Stanford. A Minneapolis, teatro dell’uccisione di George Floyd, oltre che per il sindaco si vota anche per il capo della polizia. Ci sono poi una miriade di elezioni locali, giudici, District Attorney, sceriffi, proposte di cambiamento degli Statuti di piccoli paesi, villaggi, città. Si vota per i prestiti del comune per costruire parchi o marciapiedi, per aprire o chiudere scuole, posti di polizia e dei vigili del fuoco

Il governatore democratico della Virginia Terry McAuliffe (Wikimedia/Edward Kimmel )

Ma le due elezioni che potrebbero avere ripercussioni nazionali sono quelle dei governatori della Virginia e del New Jersey. In Virginia Terry McAuliffe, democratico, ex presidente del partito, è sfidato dal repubblicano Glenn Youngkin. I sondaggi li danno in parità. Per questa elezione sono scesi in campo Biden e Obama per MacAuliffe e l’ex presidente Donald Trump per Youngkin. Da molti commentatori politici viene vista come una cartina di tornasole per l’anno di presidenza di Biden anche se le elezioni locali americane sono il frutto delle espressioni politiche del posto che non necessariamente rispecchiano quelle nazionali. Altra elezione che ha ricevuto attenzione nazionale è quella del governatore del New Jersey. L’attuale primo cittadino dello stato, il democratico Phil Murphy è sfidato dal repubblicano Jack Ciattarelli. I sondaggi danno Murphy con 15 punti di vantaggio.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. E’ stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Sposato, 4 figli. Studia antropologia della musica alla Adelphi University. Massimo Jaus. Now retired. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga. Married, 4 children. Studies Anthropology of Music at Adelphi University.

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