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Eric Adams guida la corsa delle primarie a New York, ma Kathryn Garcia lo morde

Le 125.000 buste postali che non sono ancora state aperte saranno decisive e indicheranno chi sarà il prossimo sindaco della città

Claudia CosibyClaudia Cosi
Eric Adams guida la corsa delle primarie a New York, ma Kathryn Garcia lo morde

Eric Adams e Kathryn Garcia, i due candidati democratici in corsa per diventare sindaco di New York (wikimedia.commons)

Time: 3 mins read

I margini fra i tre candidati più votati sono sempre più ridotti. Mancano ancora 120.000 schede che devono essere conteggiate entro la settimana prossima e questo potrebbe ribaltare tutto. Anche dopo la correzione del colossale errore del Board of Elections che prima ha inserito 135.000’ schede campione nei conteggi poi le ha dovute annullare è sempre Eric Adams a guidare la corsa delle primarie. Il suo distacco però da Kathryn Garcia si è ridotto a 15,000 voti, mentre sono soltanto 347 le schede di vantaggio della Garcia su Maya Wiley che continua a ripetere “la corsa rimane apertissima e io posso ancora vincere… I voti vanno contati tutti fino all’ultimo…”.

In realtà se le ultime cifre diffuse mercoledì sera rimanessero tali, interpretando i criteri del “Ranked Choice” la Wiley andrà eliminata e lo sprint finale rimarrà fra Adams e Garcia.

Ma Maya è decisa a dare battaglia visto il margine così piccolo che la separa dalla Garcia e potrebbe richiedere un riconteggio generale.

I candidati hanno tempo fino al 2 luglio per assicurarsi il diritto di presentare eventuali ricorsi legali.

Dopo il pasticcio di 48 ore fa provocato da un board of Elections incompetenete superficiale e pericoloso, la parola d’ordine è diventata “pazienza e prudenza”.

Adams accarezza il suo vantaggio sempre più sottile e si mostra ottimista. La Garcia pensa che le 120.000 schede ancora da contare potrebbero avvantaggiarla e spera in un sorpasso di Adams all’ultima curva. Il comitato elettorale scelto in forma bipartisan, dovrebbe chiedere scusa a tutti gli elettori della città e sparire per sempre. Dopo un errore così grave e in un momento così particolare non c’è appello. Il sindaco de Blasio e il governatore Cuomo devono trovare un rimedio per le elezioni di novembre ma soprattutto per quelle di medio termine del 2022. Se non ci riescono allora servirà un garante. La gente è incredula dopo quello che è successo e sta perdendo la fiducia.

Uomini e donne che fanno parte di questo board non sono difendibili e si dovrebbero dimettere in massa non appena il conteggio delle primarie sarà ultimato col meccanismo della  Raking Choice. La scelta di questo sistema che ha lo scopo di avere alla fine degli elaborati conteggi un unico vincitore senza arrivare al ballottaggio, è giusta ed è stata apprezzata nei sondaggi ma non era mai stata tentata per una città dalle proporzioni di New York.

Se al primo scrutinio Eric Adams aveva un vantaggio di oltre 10 punti su Maya Wiley e oltre 12 punti su Kathryn Garcia nel secondo riconteggio con l’aggiunta delle altre preferenze decrescenti Adams ha visto più che dimezzare il suo vantaggio anche se ha superato il 51% dei consensi, mentre la Garcia con soli 347 voti è riuscita a superare d’un soffio la Wiley negandole la vera finale.

L’indicazione più scontata adesso è che Adams l’ex poliziotto diventato presidente del consiglio comunale di Brooklyn, rimanga quello con le maggiori possibilità di tagliare il traguardo del vincitore. Le 125.000 buste postali o “absentee Ballots” che non sono ancora state aperte, spesso irrilevanti nelle altre elezioni nazionali, questa volta saranno decisive. Indicheranno chi sarà il prossimo sindaco di New York e soprattutto se sarà una donna a vincere per la prima volta. Ma non correggeranno il danno della credibilità procurato al sistema elettorale. Non importa se nel board of elections ci sono persone piazzate da entrambi i partiti. Vuol dire soltanto che a New York, in questo settore così delicato e fragile come la macchina elettorale l’incompetenza l’ignoranza e la stupidità sono bipartisan.

Per la città più importante del mondo questo non è consolante. E se il sindaco de Blasio ha detto che si tratta di un “grave errore strutturale”, allora New York deve cambiare l’intera struttura. Per fortuna che le macchinette ingoiano la scheda cartacea dopo averla scannerizzata per il conteggio elettronico e la scheda resta. E’ quella l’unica prova della verità

Ai nastri di partenza si sono presentati in 13. Sono rimasti in tre, ma la Wiley considrata la più a sinistra di tutti i candidati non vuole ancora uscire. Anche il partito democratico sembra diviso in tre e le crepe di New York si potrebbero presto riflettere a livello nazionale.

Da decenni comunque non si era mai vista una corsa a sindaco così incerta e così costosa che ha visto bruciati decine di milioni di dollari in poche settimane e in appoggio alle ricette più diverse per la città che vuole rinascere in fretta dopo il Covid. Bill de Blasio la lascia più sporca, e con più crimine, appesantita dalla fuga dei ricchi che con la pandemia sono fuggiti agli Hamptons o in campagna e non sono ancora tornati.

 

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Claudia Cosi

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