“E’ un progresso storico. Niente di tutto questo è successo per caso. Non è fortuna”. Con queste parole questa mattina il presidente Biden, ha commentato i dati sul mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è calato al 5,8% a maggio e sono stati aggiunti 559 mila posti di lavoro, 7 milioni di disoccupati in più rispetto a febbraio dello scorso anno. Il dato evidenzia la ripresa anche se i dati sono inferiori a quelli delle previsioni, rimanendo tuttavia un punto di forza per la Casa Bianca nei colloqui che il presidente sta conducendo con i repubblicani per cercare il consenso bipartitico per l’American Jobs Plan. Oggi c’è stato un nuovo round di colloqui con la delegazione repubblicana. La senatrice Shelley Moore Capito, che nei giorni scorsi aveva presentato un piano in cui venivano tagliati metà dei finanziamenti richiesti già respinto dalla Casa Bianca, oggi ha fatto una controproposta proponendo “solo” 50 miliardi di dollari in più ai 928 già indicati. La Casa Bianca ha respinto anche questa offerta e i colloqui riprenderanno lunedì. Il piano di Biden prevede l’impegno finanziario di mille e 700 miliardi di dollari.

Ieri sera il Presidente ha firmato un ordine esecutivo con cui vieta dal 2 agosto alle compagnie e persone americane di investire in 59 aziende cinesi, inclusa Huawei, legate al settore della difesa o impegnate nella vendita di tecnologie di sorveglianza, sia dentro che fuori la Cina. Una mossa che rafforza le decisioni fatte lo scorso anno da Donald Trump.
Ad aumentare la pressione su Pechino anche il dottor Anthony Fauci, ai vertice della task-force presidenziale sul Covid-19. Secondo il Financial Times, che ha dato la notizia, il noto virologo ha chiesto alla Cina di fornire le cartelle mediche dei tre ricercatori che si sono ammalati al Wuhan Institute of Virology perché potrebbero contribuire a far luce sulla sua possibile origine. “Vorrei vedere le loro cartelle mediche per sapere se si sono davvero ammalate? E di cosa?”.

La Cina ha negato che il focolaio del virus sia sviluppato accidentalmente nei laboratori. Finora non ci sono prove sul modo in cui il virus si sia sviluppato. Nei giorni scorsi il presidente Biden ha chiesto ai servizi segreti di avviare una indagine per cercare di capire l’origine della pandemia. Sfortunatamente all’inizio della pandemia le origini del virus sono state politicizzate dalla precedente amministrazione e una approfondita e indipendente indagine su come il virus si sia creato non è stata fatta.
L’ex presidente in un comunicato ha detto che il tempo gli darà ragione. Trump dopo essere stato costretto a chiudere il suo blog dopo neanche un mese ha ricevuto oggi la notizia che Facebook lo ha sospeso fino al 7 gennaio 2003, due anni esatti dai suoi commenti che -secondo Facebook- hanno contribuito ad incitare la folla ad assaltare il Congresso il 6 gennaio. Passati i due anni – ha scritto il direttore per gli affari globali di Facebook, Nick Clegg – si deciderà un eventuale reintegro valutando il “rischio per la sicurezza del pubblico”. Immediata la email del presidente: “Non inviterò Mark Zuckerberg la prossima volta che sarò alla Casa Bianca”
L’ex presidente andrà questo fine settimana in North Carolina ad un convegno organizzato dall’Associazione repubblicana dello Stato. Gli strateghi del Gop sperano che Trump accantoni la sua narrativa delle elezioni vinte da Biden con i brogli e si concentri invece a promuovere i candidati del partito per le prossime elezioni di Mid Term. Queste speranze però sembrano essere solo speranze perchè secondo quanto scrive il prestigioso National Review l’ex presidente è “aggrappato alla falsa realtà” della sua sconfitta alimentata dai suoi irriducibili sostenitori che lo circondano. Le sue fantasticherie si scontrano con la realtà. Ieri il Grand Jury convocato dal District Attorney di Manhattan ha interrogato Jeffery McConney, executive finanziario della Trump Organization, che è anche il controller della holding. Le testimonianze al Grand Jury sono segrete e non possono essere divulgate. Il New York Times ipotizza che con la testimonianza di McConney si si voluto preparare il terreno per l’interrogatorio di Allen Weisselberg, il CFO della Trump Organization, che si ritiene sia a conoscenza di tutti i segreti societari di Trump.

Ieri sera l’ex vicepresidente Mike Pence parlando in New Hampshire all’incontro organizzato dal comitato repubblicano della contea di Hillsborough ha detto che lui e Trump potrebbero non essere mai completamente d’accordo su quanto è accaduto al Campidoglio lo scorso 6 gennaio, da lui definito “un giorno oscuro”. “Trump ed io abbiamo parlato molte volte da quando abbiamo lasciato i nostri incarichi. E non credo che saremo mai completamente d’accordo su quel giorno”.
A Washington il Department of Justice, l’Fbi, l’Homeland Security insieme alla CISA, la Ciybersecurity Infrastructure Security Agency stanno preparando un codice di comportamento per le aziende i cui computer vengono presi in ostaggio dagli hackers che poi chiedono il riscatto. L’ultimo attacco c’è stato nei giorni scorsi in cui è stato preso di mira un colossale centro di distribuzione delle carni macellate. Poiché si crede che gli attacchi siano lanciati dagli hacker russi dei servizi di disinformazione, il presidente Biden ha detto che ne parlerà con Putin al prossimo vertice di Ginevra.

Al Congresso la Commissione Giustizia della Camera, dopo una battaglia legale durata due anni è riuscita ad intervistare Don McGahan, l’ex avvocato della Casa Bianca durante la presidenza Trump. Si cerca di capire il modo in cui sono state redatte le conclusioni del Rapporto Mueller preparato dopo aver indagato sui contatti che Trump ha avuto con i russi. Le conclusioni di Mueller non esoneravano Trump di ostruzione alla giustizia, ma nello stesso tempo nel rapporto non c’era la raccomandazione per una incriminazione. Il testo delle conclusioni è stato pesantemente redatto dall’ex ministro della Giustizia William Barr.
Una testimonianza un po’ inutile questa di McGahan perchè è stato stipulato tra i congressman e gli avvocati di McGahan di poter rivelare solo le cose rese pubbliche dal rapporto Mueller. La testimonianza si svolge a porte chiuse. Durante una interruzione per il lunch il capo della commissione, Jerry Nadler, ha detto che la testimonianza convalida il diritto (negato) di chiedere le ingiunzioni giudiziarie durante il primo impeachment di Donald Trump. La testimonianza verrà resa pubblica tra sette giorni.