Per quanto tempo riusciremo a restare in zona Gialla? La domanda mi viene spontanea dopo la bella sfida al Covid lanciata dai nostri governanti (quali?) che hanno deciso di trasformare come d’incanto quasi tutte le regioni italiane in posti fatati dove il virus sarebbe in ritirata e non starebbe colpendo duro come invece sta facendo in gran parte del mondo, trasformandosi in misteriose varianti.
Dopo averci scelto come prima tappa del suo magico tour intorno alla Terra, forse il Covid si è stancato di noi, perché nuove avventure lo attendono fuori dai nostri confini? Chi ha deciso questa rivoluzione gialla probabilmente ha delle certezze granitiche sui dati a sua disposizione e dei rapporti diretti con il micidiale virus che sta facendo impazzire scienziati e morire a migliaia poveri cristi.
A meno che non sia fuori di testa, chi ha deciso di riaprire tutto tranne poche attività, palestre, piscine, cinema e teatri che si sentono giustamente discriminati, dovrebbe spiegarci perché noi italiani siamo diversi dai nostri vicini. Come mai in Francia, dopo aver fatto i gradassi, hanno chiuso le frontiere a tutte le persone provenienti da paesi extra UE ed ora chiedono un tampone in ingresso ai fratelli europei come fa anche l’Austria persino ai pendolari? Come mai in Israele, in questa fase campione dei vaccini in batteria, sono ad un nuovo lockdown? Come mai in Giappone hanno prorogato lo stato di emergenza sino al 7 marzo? Come mai in Sudafrica gli ospedali a causa della nuova variante autoctona sono al collasso e denunciano che gente già infettata nei mesi scorsi si è riammalata? E come mai negli Stati Uniti ormai entrati nella nuova era post Trump si è passati alla doppia mascherina consigliata dal dr. Anthony Fauci e indossata rigorosamente dal Presidente Joe Biden?
Sarà che forse noi italiani siamo troppo distratti dalle peripezie della crisi di governo che non abbiamo badato a queste notizie inquietanti, sarà che forse ci pare già abbastanza inquietante avere la classe politica che abbiamo, la quale invece di occuparsi della nostra salute è indaffarata a garantirsi la sua di salute. Fatto sta che ieri per risollevarsi lo spirito, ormai rassicurati dall’imminente arrivo della zona gialla, gli italiani sono andati a farsi un bel giro di shopping, si sono ammucchiati, e oggi chi poteva si è concesso un bell’aperitivo al sole e quattro chiacchiere con gli amici ritrovati.
Alle 12,30 su Viale Parioli a Roma, tra le bancarelle del mercato e i tavolini dei bar la gioia era così alle stelle che le mascherine sono finite quasi tutte sotto i piedi. Un gran bello spettacolo al quale se si vuole assistere, bisogna affrettarsi, perché tra qualche tempo, non sarà possibile replicare, causa nuovo lockdown.
Chi lo deciderà il nuovo giro di vite? Sarà questo governo magari ancora alla ricerca di un premier o sarà il nuovo governo alla ricerca di consenso? E’ un bel dilemma che ci porta a consigliare di non abbassare la guardia, a proteggersi più di prima in attesa che arrivi il nostro turno per il vaccino. Tranquilli, perché è già stato posticipato, vista la carenza di dosi per incomprensioni contrattuali.
A proposito avete visto quella bella inchiesta di Milena Gabanelli sugli errori del commissario Domenico Arcuri, esperto di acciaio, di banchi, di ospedali, di mascherine, di repiratori, di siringhe, di vaccini? Secondo quella pessimista della Gabanelli, Arcuri non sarebbe quel Superman che il premier Conte crede. Non avrebbe saputo usare quei superpoteri che Conte gli ha inspiegabilmente concesso. Se non fosse vero quello che scrive quella cattivona della Gabanelli, Arcuri dovrebbe almeno portare le prove contrarie per tranquillizzare noi italiani che avremmo pagato molto di più le sue forniture rispetto agli acquisti fatti dagli ospedali e dalle centrali regionali.
Avevamo avuto il sospetto che non fosse l’uomo giusto al posto giusto, a meno che tra i suoi superpoteri non ci fosse anche la capacità di essere ubicuo visto il numero crescente di incarichi collezionati in pochi mesi. Anche Superman avrebbe avuto qualche perplessità, seppure in un paese incantato… oppure sarebbe meglio dire in un paese incartato?