Alla Casa Bianca l’albero di Natale rimane illuminato. Ma non c’è ne allegria ne speranza. Sui rami insieme ai palloncini sembra ci siano appese anche le mascherine che nessuno vuole mettere. Il presidente Trump si prepara a firmare in queste ore il nuovo pacchetto di stimolo votato dal Congresso ma soprattutto decine di milioni di assegni da 600 dollari l’uno che andranno a tutti gli americani come aiuto immediato.
Le ultime 4 settimane a Pennsylvania Avenue possono diventare settimane di guerra.
Melania vuole “tornare a casa” in Florida. Ivanka e gli altri figli del presidente non sanno bene dove risiedere quando lasceranno Washington. A New York molti hanno già fatto sapere loro che non sarebbero più così graditi.
Ma rimane Donald Trump il personaggio più difficile e ingombrante da collocare perché non si è ancora convinto di aver perso le elezioni. Sta addirittura pensando di non lasciare la Casa Bianca il 20 gennaio a mezzogiorno quando arriveranno Jil e Joe Biden con tutti i bagagli dopo il giuramento.
Se il presidente uscente dovesse violare il “contratto d’affitto” stabilito con l’America c’è un protocollo in atto che automaticamente autorizza il secret-service, a prelevarlo di peso e ad accompagnarlo fuori dai cancelli, perché in quel momento è diventato un privato cittadino che per giunta ha oltrepassato i limiti di una proprietà nazionale.

Non è chiaro chi sta suggerendo all’orecchio di un depresso e ossessionato Donald Trump in queste ore un simile gesto di forza e di oltraggio costituzionale. Forse il 6 gennaio quando il Senato e il Congresso presieduti dal vice-presidente Pence avranno il compito di annunciare Biden come nuovo “commander in chief” il presidente uscente si vedrà costretto a lasciare senza ammettere la sconfitta. Di sicuro non andrà alla cerimonia dell’inaugurazione del suo successore. Ma nello spirito distruttivo che lo contraddistingue potrebbe pensare a qualche azione televisivamente clamorosa per rovinare la giornata di Biden e continuare a rimanere visibile anche fuori dalla Casa Bianca, magari annunciando che il suo non è un addio ma un arrivederci al 2024. Trump vuol pesare soprattutto fra i milioni di fan che credono ciecamente alle sue bugie e pensano sia vittima di una frode elettorale o di un complotto organizzato da leader pedofili democratici come sostiene il movimento Quanon.Gli ultimi giorni alla Casa Bianca sembrano avere la tensione di un giallo politico dove le regole della fragile democrazia Usa, e la loro tenuta, sono ancora il bersaglio principale.
Trump le può alterare o sconvolgere in molti modi. Può ordinare un numero illimitato di perdoni presidenziali compresi i figli e se stesso al punto da trasformarli in un business dell’ultima ora. Può ordinare al Pentagono qualsiasi tipo di ritiro o di attacco anche se non pianificato o sostenuto dai suoi generali. Può imporre sanzioni quotidiane a Iran, Cuba, Siria, Venezuela, Russia e Cina come sta già facendo senza legarle ad alcuna strategia. Può premere sul ministero della giustizia affinché indaghi su Hunter Biden suggerendo un investigatore speciale che l’attuale ministro Barr (che si dimetterà domani) non ritiene necessario. Nelle 680 ore scarse di potere che gli restano Donald Trump ha praticamente carta bianca. Non deve fornire la minima spiegazione. Nemmeno dichiarare se si farà il vaccino anti-covid o meno.

Donald rimarrà l’uomo più potente e temibile del mondo per altri 29 giorni.
Può ancora far male a se stesso all’America. Lo staff della Casa Bianca sta già cercando lavoro e si distacca da lui giorno dopo giorno. I nuovi consiglieri cospirazionisti che gli suggeriscono la legge marziale o il rifacimento delle elezioni negli stati in bilico, dopo il sequestro delle macchinette elettorali ad opera dei militari, stanno invece creando un cerchio intorno a lui sempre più stretto e pericoloso che anche in meno di un mese potrebbe soffocarlo e screditarlo come leader. Con una condotta simile è a rischio anche il suo futuro politico e privato.
La scelta è solo sua. L’America ha già scelto Biden ma resterà col fiato sospeso anche a Capodanno. Per paura di nuove e spericolate sorprese.