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November 18, 2020
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Gli Stati disUniti di Trump mentre il presidente si barrica nella Casa Bianca

Trump licenzia Chris Krebs, responsabile per la cyber-sicurezza e ordina il ritiro dei militari dall’Afghanistan: Biden non si cura di lui ma del covid che fa paura

Massimo JausbyMassimo Jaus
Mentre si contano ancora i voti, si spalanca la strada per la vittoria di Joe Biden

Donald Trump (Illustrazione di Antonella Martino)

Time: 5 mins read

Dal teatro dell’assurdo, al teatrino, e in fine alla farsa farcita dalle epurazioni dei dissidenti, questo il percorso compiuto dalla Casa Bianca nelle due settimane dopo le elezioni. Speriamo che non si passi alla tragedia.

Come “re Tamarindo”, il personaggio del Corriere dei Piccoli, che urlava al suo suddito “alla prima che mi fai, ti licenzio e te ne vai”, ieri sera “re” Trump ha licenziato Chris Krebs, il responsabile per la cyber-sicurezza che nei giorni scorsi aveva affermato che le elezioni di quest’anno sono state le più sicure della storia. Una dichiarazione che annulla tutte le congetture di brogli sostenute dal presidente e dai suoi alleati. A seguire gli immancabili tweet di Trump. “Le recenti dichiarazioni di Chris Krebs sulla sicurezza delle elezioni 2020 sono state molto inaccurate, in quanto ci sono state frodi, quali il voto di persone morte. Per questo con effetto immediato Krebs è licenziato da direttore della cyber-sicurezza e della sicurezza delle infrastrutture”. Cacciato, insomma, per aver detto la verità.

Trump Vs Biden (Illustration by Antonella Martino)

Mentre Biden cerca di preparare le strategie per tracciare la strada per uscire dal drammatico momento in cui si trova il Paese, il presidente sconfitto si è barricato alla Casa Bianca e ha cancellato pure il viaggio a Mar-a-Lago, il suo albergo a Palm Beach in Florida, dove avrebbe dovuto passare il Thanksgiving. L’ostruzionismo al passaggio delle consegne al presidente eletto, prosegue. A tutte le agenzie federali è stato ordinato dalla Casa Bianca di non collaborare con la nuova amministrazione. Trump ha dato l’ordine di fare terra bruciata creando anche una serie di situazioni come il ritiro dei militari dall’Afghanistan, per il quale sono contrari tutti i vertici militari e il motivo per cui è stato licenziato il ministro della Difesa, o quella di imporre nuove sanzioni alla Cina, che il presidente eletto dovrà affrontare.

Biden non risponde alle provocazioni e va avanti. Ieri ha parlato sia con il presidente della Pfizer che con quello della Moderna, le due case farmaceutiche che sono riuscite a trovare il vaccino per il coronavirus, per preparare un piano di produzione e distribuzione del medicinale. La Pfizer ha annunciato di essere riuscita a produrre un vaccino ancora più efficace di quello presentato la settimana scorsa. Questo nuovo vaccino che secondo la casa farmaceutica è efficace al 95% è stato creato con la società Biontech e nei prossimi giorni verrà esaminato dalla Food and Drug Administration per avere il via libera alla produzione. Si prevede che Pfizer, Biontech e Moderna riusciranno a produrre 50 milioni di dosi entro la fine dell’anno e più di un miliardo di dosi nel 2021.

Ora più che mai il Paese ha bisogno di questi vaccini. La strage di americani che la pandemia sta facendo è inarrestabile. Il numero delle persone colpite dal virus sta toccando cifre terrificanti: solo ieri ce ne sono state 76 mila stabilendo il tragico record del giorno con il maggior numero di persone colpite dal covid-19. In totale ci sono quasi 11 milioni e mezzo di americani contagiati dal virus che ha causato oggi 250 mila morti. Il presidente eletto ripete che rimandando il passaggio delle consegne alla sua nuova amministrazione inevitabilmente si allungheranno i tempi per preparare le contromisure per combattere la pandemia. Anche alle agenzie federali che si occupano della salute come il CDC, il Center for Disease Control and Prevention, o quella diretta dal dottor Fauci della NIAID, National Institute of Allergy and Infectious Disease, non è stato dato  il permesso di avere contatti con la nuova amministrazione. Ma Biden ha creato una commissione scientifica, alla quale partecipano i ricercatori delle più prestigiose università degli Stati Uniti, per preparare la strada da seguire per combattere la pandemia immediatamente dopo la cerimonia dell’inaugurazione del 20 gennaio.

Trump al tempo del coronavirus (Illustrazione di Antonella Martino)

Tra le persone colpite dal virus anche l’87enne senatore Chuck Grassley che ora è confinato in quarantena casa sua. Nella stessa condizione anche il senatore Rick Scott, tutti e due repubblicani, che ieri non hanno preso parte alla votazione al Senato per la nomina di Judy Shelton, fedelissima del capo della maggioranza repubblicana al Senato Mitch McConnell, avrebbe dovuto essere nominata nel Board della Federal Reserve ma è stata bocciata. Con i democratici si sono allineati anche 3 senatori repubblicani, Mitt Romney, Susan Collins e Lamar Alexander e i due senatori colpiti dal virus non hanno potuto vantare in remoto.

Sempre ieri, nel tribunale federale di Williamsport in Pennsylvania, Rudy Giuliani, l’avvocato di Donald Trump, pressato dal magistrato Matthew Brann, dopo aver lungamente esposto un fantasioso complotto ordito da Biden per “rubare” le elezioni, spazientito ha chiesto a Giuliani se era in tribunale per parlare dei brogli o delle presunte irregolarità. Giuliani ha dovuto ammettere che l’esposto presentato per invalidare un milione e mezzo di voti non riguardava frodi elettorali, ma potenziali improprietà che sarebbero state compiute con i voti per posta. Tesi controbattuta dagli avvocati dello Stato che al giudice hanno detto che lo stato della Pennsylvania permette a chi ha imbucato la scheda elettorale di andare al seggio e annullare il precedente voto e votare di persona. Il doppio voto non può avvenire perché le schede hanno un codice a barre che immediatamente identifica quelle già arrivate per posta in modo che non ci possa essere il doppio voto. Inoltre le schede arrivate dopo la chiusura dei seggi con la data del 3 novembre vengono annullate se già si è votato di persona. Il giudice Brann si è riservato la decisione, che – ha detto – sarà rilasciata tra breve. Tutto lascia credere che l’esposto sarà respinto. Gli avvocati di Trump cercano disperatamente di arrivare al processo perché anche perdendo a livello federale, potrebbero appellarsi alla Corte Suprema, mentre se gli esposti vengono rigettati e quindi il processo non viene avviato, non possono fare nulla.

Joe Biden presidente (Illustrazione by Antonella Martino)

Sempre ieri, ma al tribunale statale della Pennsylvania, è stato presentato un nuovo esposto da parte della Casa Bianca affermando che gli osservatori repubblicani erano molto distanti e non potevano controllare lo spoglio delle schede. E anche qui è uscito fuori che tutti gli osservatori, repubblicani democratici, erano dietro una barriera a 15 piedi di distanza dagli scrutatori. Ma non solo. In molti seggi gli osservatori repubblicani non ci sono andati. Il magistrato ha respinto il ricorso. Ma la Casa Bianca non si ferma. Oggi ha richiesto un conteggio parziale in due contee del Wisconsin. La commissione elettorale dello Stato ha preteso un pagamento di 3 milioni di dollari per il riconteggio. Un primo riconteggio già c’è stato, ma gli addetti alla campagna elettorale ne hanno voluto un terzo. Il secondo conteggio è costato al Wisconsin quasi 8 milioni di dollari.

Infine un sondaggio condotto da Politico-Morning Consult evidenzia come il Paese sia più diviso che mai. Per il 46% degli americani, Trump avrebbe dovuto accettare la sconfitta subito e iniziare il periodo di transizione con Biden. Il 32% degli intervistati ritiene che lo debba fare solo se non sarà riuscito a dimostrare che ci sono stati brogli elettorali.  Il 72% dei democratici ritiene che Trump debba ammettere la sconfitta mentre nel fronte repubblicano solo il 48% degli intervistati afferma che deve ammettere la sconfitta a meno che non riesca a dimostrare i brogli elettorali. I sondaggi, come dimostrano quelli fatti prima delle elezioni, servono a poco e dimostrare che gli Stati Uniti, dopo 4 anni di presidenza di Trump, si siano trasformati in Stati Disuniti non ci vuole molto a capirlo.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Sposato, 4 figli. Studia antropologia della musica alla Adelphi University. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga. Married, 4 children. Studies Anthropology of Music at Adelphi University.

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