Il teatrino politico diretto da Donald Trump cambia registro. Da “Ho vinto io” si passa a un “Ha vinto lui imbrogliando”. Una ammissione della sconfitta al veleno perché i suoi sostenitori continuano e continueranno a credere che i brogli, che non ci sono stati, hanno cambiato il verdetto popolare. La “vecchia” politica, quella basata sul rispetto dei valori democratici, in questi giorni è morta. Si è passati al gioco delle tre carte: voto vince, voto perde. Mortificante per tutti, per democratici e per repubblicani, ma soprattutto per gli americani. Il logorio al sistema democratico degli Stati Uniti per ora non viene interrotto.

Donald Trump continua a fare terra bruciata, con il consenso del Gop, non ammette la sconfitta distruggendo le istituzioni e la volontà popolare, sbeffeggiando i risultati elettorali, facendosi gioco delle istituzioni, chiamando a raccolta quelli che lo hanno votato e, naturalmente come nel gioco delle tre carte, chiedendo soldi. Tutto questo, naturalmente, mentre il Paese è alle prese con una delle più grandi crisi mai affrontate. Il coronavirus ha toccato punte incredibili con 184 mila persone al giorno colpite dalla malattia. In totale ci sono 11 milioni di americani infettati e 145 mila sono morti. Gli ospedali e tutto il sistema sanitario è allo stremo. Non c’è Stato dell’Unione che non sia stato colpito dal virus. Il tutto, naturalmente senza che sia stata varata una politica nazionale per prendere le misure necessarie per affrontare questa drammatica crisi. La Casa Bianca ha demandato ai singoli stati, quindi ai governatori, le misure da prendere. Niente mascherine e tamponi per tutti, nessuna mobilitazione dei medici e del personale medico militare. Nessun centro per la distribuzione alimentare a chi non ha più lavoro e non può pagare il cibo. Nessun aiuto per trovare sistemazioni temporanee per chi è stato sfrattato perché non può più lavorare. Gli scienziati che fanno parte della Commissione creata dal presidente per combattere il coronavirus affermano che Trump da mesi non prende più parte ai lavori. Sono state chiuse fabbriche, negozi, ristoranti, grandi magazzini e scuole. Milioni di disoccupati abbandonati al loro destino, senza che lo Stato abbia trovato un accordo per il secondo stimolo economico. In questo dramma sanitario economico e politico Trump ha ordinato a tutte le agenzie federali di non fornire collaborazione o informazioni vitali per la sopravvivenza del Paese necessarie al presidente eletto per cercare di esaminare ora le contromisure che dovrà implementare per affrontare le crisi. Così il 20 gennaio, quando Joe Biden prenderà in mano il governo del Paese, sarà all’oscuro di tutto. Per cercare di limitare i danni Biden però oggi ha contattato i rappresentanti delle ditte farmaceutiche che stanno sperimentando i vaccini per il coronavirus per preparare un piano di azione sia per la produzione che per la distribuzione in massa.

In questo panorama il teatrino va avanti. Trump raccoglie decine di migliaia di suoi sostenitori a Washington che al di fuori del contatto con la realtà gridano “Altri 4 anni”, “Trump forever” “Fermate il furto”. Manifestazioni organizzate da “Stop The Steal”, una struttura creata da Roger Stone anni fa. Come è noto Donald Trump ha commutato a luglio di quest’anno la sentenza contro di lui, suo ex consigliere elettorale, pochi giorni prima che Stone entrasse in una prigione federale dove avrebbe dovuto scontare 40 mesi di carcere per aver ostacolato le indagini nel Russiagate. L’altro organizzatore delle manifestazioni è Steve Bannon, l’ex consigliere politico di Trump, a piede libero dopo aver pagato una cauzione di 5 milioni di dollari in seguito all’incriminazione di truffa per aver bidonato migliaia di finanziatori che avevano mandato soldi alla sua organizzazione “We Build The Wall”. Il muro non è stato costruito e Bannon, con altre tre persone è stato rinviato a giudizio per aver usato i fondi a scopo personale. Il processo comincerà a maggio nella corte federale di Manhattan. Tutti e due, Stone e Bannon, sono tra gli ideatori della raccolta di fondi per conto del PAC (Political Action Committee) “Make America Great Again”, una organizzazione creata per finanziare la campagna di Trump contro le elezioni “truccate”. Stone chiamava a raccolta gli irriducibili di Trump, mentre Bannon, con la creazione di una infinità di falsi profili che affermavano la frode elettorale di Biden, avvelenava l’atmosfera politica.

Per legge nella richiesta di fondi si deve indicare chi beneficerà dei contributi. Il New York Times rivela che in caratteri minuscoli sotto le email di richiesta di fondi, c’è scritto che il 50% delle donazioni andranno al fondo per combattere le elezioni “truccate”, mentre l’altro 50% andrà alla campagna elettorale di Trump che ha debiti per 1 milione e 200 mila dollari. Così chi fa le donazioni e in buona fede crede di finanziare Trump nella sua lotta contro i presunti brogli, in realtà estingue i debiti di Trump. Ma non solo. I soldi che vengono usati per combattere le presunte elezioni truccate vengono anche usati per preparare i rally in favore di Trump e per pagare avvenimenti politici organizzati nei diversi club o alberghi di proprietà di Trump. L’altro 50% con la scusa di indagare sui presunti brogli in Georgia, viene invece usato dal partito repubblicano per finanziare la campagna politica dei due candidati repubblicani che il 5 gennaio si presenteranno nuovamente al giudizio degli elettori. In Georgia, per una serie di avvenimenti entrambi i senatori vengono eletto nello stesso giorno. Alle elezioni del 3 novembre nessuno ha ottenuto più del 50% dei voti, e si procederà al ballottaggio. La lotta è gigantesca. Se i democratici conquisteranno entrambi i seggi, Mitch McConnell perderà il controllo del Senato.

Infine il Washington Post scrive che i recenti cambiamenti di alti funzionari nell’amministrazione Trump sono stati coordinati da Jhonny McEntee, ex giocatore di football in college, licenziato due anni fa da John Kelly, allora Chief of Staff del presidente, dopo che era stato informato che McEntee aveva molti debiti di gioco. Trump dopo pochi mesi licenziò Kelly e riassunse McEntee come investigatore per indagare la lealtà che i dipendenti della sua amministrazione avevano per lui. E lui ha indagato, spiato e minacciato i burocrati di Stato: quelli che facevano battute sarcastiche sul presidente, quelli che in privato raccontavano le corbellerie della Casa Bianca e uno a uno li ha fatti licenziare.
In questo panorama cala il sipario sul teatrino creato dal presidente sconfitto. Di coronavirus, di disoccupazione e crisi economica ne parlerà Biden il 20 gennaio.