Prosegue lo scrutinio di una delle elezioni più frenetiche della storia americana.
Al momento Trump e Biden si trovano in una situazione di testa a testa, in contrasto con quanto riportato dai sondaggi degli ultimi mesi che hanno sempre dato in netto vantaggio il candidato democratico. La posizione di vantaggio sembrava essere confermata anche dall’affluenza record alle urne del 67%, la più alta da oltre un secolo negli Stati Uniti, oltre al boom dell’early voting, il voto anticipato, scelto addirittura da 100 milioni di americani e che tradizionalmente gioca a favore dei democratici. Secondo alcuni sondaggi, di questa enorme quantità di voti, il 75% sarebbe a favore di Biden.

Trump ha già annunciato la propria vittoria, nonostante milioni di schede siano ancora in sospeso, definendo lo scrutinio dilatato nel tempo come “una frode ai danni degli americani e un motivo di imbarazzo per il nostro paese”. Il motivo del ritardo è semplice: nella complessa e articolata legislazione americana, alcuni stati prevedono che le schede dei voti anticipati vengano scrutinati dopo l’apertura delle schede dei voti espressi il giorno delle elezioni. Essendo quest’anno 100 milioni gli early votes, le tempistiche sono dunque più lunghe del solito.
Mancano quindi alcuni Stati che risulteranno decisivi. Su tutti: Georgia, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin. Un totale di 62 grandi elettori. Al momento, in tutti e quattro è in vantaggio Donald Trump, ma si stanno aprendo proprio in queste ore i voti anticipati, che, come detto, dovrebbero essere tendenzialmente blu. I repubblicani, infatti, spinti anche dai discorsi del presidente uscente, hanno preferito esprimere il proprio voto alla cabina elettorale nella giornata di ieri. In Wisconsin Trump è in vantaggio di 30.000 voti, in Georgia di poco più di 100.000, in Michigan di circa 200.000, mentre in Pennsylvania di quasi 700.000.
Considerati i sondaggi dell’early voting, da prendere in ogni caso con le pinze, per Biden, nonostante lo svantaggio, ci sono ancora possibilità di successo. Un solo dato finora è certo: il voto popolare pende dalla parte di Biden e probabilmente, a scrutinio terminato, sarà ancora così. Ma il meccanismo dei grandi elettori è infido e, come dimostrato dalla tornata del 2016, può anche discostarsi dalla preferenza espressa in termini assoluti dai cittadini.
Tutto si deciderà nelle prossime ore. Gli Stati Uniti si confermano ancora imprevedibili e poco affidabili nelle loro stesse previsioni.