Il 3 Novembre è arrivato, il fatidico election day negli USA. La tensione è alle stelle: 101 milioni di americani hanno già votato, o via posta tramite l’absentee ballot, o di persona “in anticipo”. Secondo le statistiche, sono i democratici ad aver scelto maggiormente quest’ultima tipologia di voto, ma i repubblicani si aspettano un grandissimo influsso di voti oggi, dal momento che il presidente Donald Trump ha instillato poca fiducia nel voto anticipato.
Uno dei problemi che potrebbe causare disordini sociali, è la questione dei voti via posta: la maggior parte degli stati non inizia a contare quelli ricevuti fino al giorno stesso delle elezioni. Considerando che, a causa del COVID-19, più di 60 milioni hanno votato per corrispondenza, e considerando la rimozione di fondi al servizio postale (USPS) da parte di Donald Trump, pare che non vi sia abbastanza personale disponibile per contarli tutti. Alle 11 di mattina del 3 Novembre, solo il 52% dei voti ricevuti tramite absentee sono stati contati, numeri che preoccupano, poiché potrebbero causare ritardi importanti, di giorni o addirittura settimane, nello scoprire il risultato.
Ma i disordini si temono anche per altri motivi. Ad esempio, per il fatto che Donald Trump abbia ripetutamente affermato di non voler “passare” il potere pacificamente; o anche per la paura di “corruzione” nel conteggio dell’immenso influsso di voti “in anticipo”. Le città si stanno preparando per i possibili disordini: Washington DC ha iniziato a barricare vetrine e palazzi, per evitare i saccheggi o il vandalismo, come accaduto durante le proteste contro il razzismo; NYC ha fatto lo stesso, e negozi come Saks e Tiffany sulla 5th Avenue hanno eretto muri di legno, così come avvenuto sulla Madison Avenue.

Da settimane, infatti, gli Stati Uniti vedono manifestazioni politiche trasformarsi in violenze fra membri di partiti politici opposti. Un paio di settimane fa, sono scoppiate risse a Times Square fra democratici e repubblicani, mente il weekend scorso alcuni Trumpiani hanno protestato bloccando il traffico su vari ponti e autostrade nello stato di New York e nel New Jersey. In risposta, quindi, Andrew Cuomo, governatore dello Stato di New York, intima che i trasgressori della legge, coloro che intendono manifestare illegalmente, verrano arrestati e puniti.
Soprattutto, Andrew Cuomo ha esortato i possibili manifestanti ad aspettare il conteggio definitivo e il risultato finale delle elezioni, prima di partecipare ad una manifestazione. “Capisco l’emozione di queste elezioni, ma prima che la gente si arrabbi, penso che sarebbe bene scoprire i risultati”, ha spiegato Cuomo. Ma i funzionari delle forze dell’ordine sanno bene che potrebbero scoppiare disordini nelle città in varie zone di New York. Nello stato, infatti, circola un promemoria del dipartimento di polizia diretto agli ufficiali, che definisce l’attuale situazione come “una delle elezioni presidenziali più contestate dell’era moderna” e viene ricordato che il vincitore “potrebbe non essere deciso per diverse settimane”.

Il sindaco di New York City Bill de Blasio, parlando la scorsa settimana ad un programma radio, ha detto che era troppo presto per prevedere cosa sarebbe successo, ma che la città sarebbe stata pronta. “Saremo preparati per possibili proteste, per proteste prolungate, o per scontri fra gruppi di affiliazione opposte,” ha detto De Blasio. “Se la situazione diventa violenta, ci muoveremo per fermarla immediatamente.” Ma il sindaco di New York ha anche espresso parole di conforto, ricordando su Twitter che gli USA hanno affrontato innumerevoli crisi, che fanno parte della storia del paese, ma che le “elezioni pacifiche” sono anch’esse parte della storia degli Stati Uniti. Anche se ci vorrà molto tempo per contare i voti, De Blasio ha assicurato che “la democrazia trionferà”.
I risultati definitivi potrebbero arrivare relativamente presto, se il candidato alla Casa Bianca, Joe Biden dovesse assicurarsi molti stati chiave come la Florida, il Wisconsin, o la Pennsylvania; ma potrebbero volerci anche giorni/settimane, se i numeri saranno troppo vicini e ci sarà bisogno di contare tutti i voti ricevuti per posta. La situazione negli Stati Uniti è quindi tesissima: il rischio dei disordini è alto, potrebbero scoppiare questa sera, o mentre si aspettano i risultati definitivi nei prossimi giorni, ma anche nelle prossime settimane, se non tutti accetteranno il risultato.