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October 22, 2020
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Trump e l’ultima sfida in tv con Biden, con il presidente che si gioca tutto

Alla Belmont University in Tennessee i due candidati di nuovo faccia faccia, per Trump sembra l'ultima occasione. Barrett più vicina alla Corte Suprema

Massimo JausbyMassimo Jaus
Tra Trump e Biden, un dibattito da far vergognare l’America

Trump e Biden durante il primo dibattito

Time: 5 mins read

Dibattito ultimo atto di questa lunga campagna elettorale che avrà tra dodici giorni il gran finale con Election Day.

L’ultimo dei due faccia a faccia tra Donald Trump e Joe Biden si svolgerà questa sera alla Belmont University in Tennessee. Moderatrice Kristen Welker, corrispondente dalla Casa Bianca per la NBC News, bombardata nei giorni scorsi dai tweet velenosi del presidente che l’ha accusata di essere di parte. “E’ una giornalista terribile, sbilanciata, sleale che come gran parte dei media riporta solo fake news” è uno dei tanti “cinguettii” del capo della Casa Bianca che ha continuato poi nei giorni successivi nei suoi tweet a chiamarla “imbrogliona”, “terribile”, “democratica radicale” e “prevenuta”.

Kristen Welker, ha 44 anni, è la più giovane dei giornalisti scelti dalla commissione bilaterale che organizza i dibattiti. Laureata ad Harvard è la prima giornalista nera che modera un dibattito presidenziale dopo che nel 1992 Carole Simpson fu l’arbitro della contesa tra George Bush, Bill Clinton e Ross Perot.

Il presidente sta trascorrendo la giornata preparandosi al dibattito di questa sera dopo il durissimo attacco dell’ex presidente Barack Obama che mercoledì sera a Philadelphia è sceso in campo in aiuto di Joe Biden. In un comizio nel parcheggio dello stadio dei Phillies, la squadra di baseball di Philadelphia, ha definito Trump come “lo zio pazzo” “un vanesio incapace di prendere seriamente il suo lavoro” e che ha “usato il suo ruolo come un reality show in cui doveva attirare l’attenzione”. E poi ha continuato ricordando come abbia definito i soldati “dei falliti” per passare poi al conto bancario segreto in Cina, dove ha “pagato più tasse che negli Stati Uniti”, fino alla bufala sulla finta morte di Osama bin Laden ritwittata dal presidente.

Obama non ha risparmiato nulla al suo successore accusandolo “di insultare chiunque non lo sostenga o minacciare di mandarlo in galera”, un comportamento che “non è normale per un presidente”. “Non ha mostrato interesse verso nessuno se non se stesso”. “La nostra reputazione nel mondo è a pezzi”, ha aggiunto. La democrazia non può funzionare con un presidente “che mente tutti i giorni”, ha ribadito Obama. Il comizio si è concluso con l’invito a votare “E’ questo il modo per legittimare la sua sconfitta, per cambiare pagina, per uscire dal reality show di questa presidenza e affrontare seriamente i drammatici problemi del Paese”. Sottolineando poi di non sottovalutare la forza dei sostenitori di Trump come fece Hilary Clinton. Barack Obama farà un altro comizio sabato a Miami, in Florida, uno degli stati in bilico.

Dalla Carolina del Nord gli ha risposto Trump, tornando ad attaccare ‘Sleepy Joe‘, come chiama sdegnosamente l’avversario, e sostenendo che se Biden dovesse vincere “saranno i manifestanti che bruciano la bandiera nelle strade a governarvi”. Continuando poi che Biden e Harris promuovono un “programma radicale”: “Aumenteranno le tasse provocando la fuga dall’America di molte aziende verso paesi stranieri”, concludendo che gli Stati Uniti “non saranno mai un Paese socialista” e che “il coronavirus è in fase decrescente e che tutto sta per tornare come prima… grazie a un vaccino quasi pronto”.  Affermazioni che si scontrano con la realtà perché il numero delle persone infettate continua a salire, così come il numero dei decessi, mentre la data per un vaccino contro il coronavirus continua ad essere rinviata.

Trump vs Biden (Illustration by Antonella Martino)

Le aziende farmaceutiche che stanno conducendo gli studi in laboratorio sono ancora nella fase sperimentale e anche se si dovesse trovare in breve tempo un vaccino che che sia efficace, i tempi di approvazione, produzione e distribuzione faranno in modo che la popolazione non possa vaccinarsi prima dell’estate del prossimo anno. Intanto le aziende, le scuole, le fabbriche, gli uffici restano chiusi, il numero dei disoccupati continua ad aumentare e il Congresso non riesce a varare un piano di aiuti economici per chi ha perso il lavoro. “Gli americani per sopravvivere hanno dovuto dar fondo ai risparmi che avevano fatto per pagare l’università dei figli o per la loro vecchiaia” afferma uno tudio dell’FDIC, la Federal Deposit Insurance Company.  E a Washington lo stallo politico continua in un momento in cui gran parte del Paese ha disperato bisogno di aiuto.

La speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha detto giovedì mattina che le trattative con il ministro del Tesoro Steve Mnuchin proseguono e che sono ad un buon punto. Il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell insiste che il piano è troppo ambizioso e che non sarà approvato dalla maggioranza repubblicana in Senato. A smentirlo le dichiarazioni di alcuni senatori repubblicani come Marco Rubio che è anche il Capo della Commissione economica del Senato sulle piccolo imprese, che invece sostiene che il piano in discussione tra Mnuchin e Nancy Pelosi deve essere approvato.

Sempre al Senato la Commissione Giustizia ha approvato la nomina di Nancy Comey Barrett alla Corte Suprema. I democratici non si sono presentati in aula per protesta e la Barrett è stata approvata solo con i voti repubblicani. Mitch McConnell ha immediatamente detto che lunedì ci sarà il voto al Senato. 

Il Washington Post scrive che il presidente e i suoi consiglieri hanno discusso ripetutamente se licenziare il capo dell’Fbi Christopher Wray dopo le elezioni. Questa eventualità potrebbe mettere a rischio anche la permanenza del ministro della Giustizia William Barr. Una mossa dettata dalla frustrazione del presidente perché non è stato aperta una inchiesta sul figlio di Biden per le sue presunte collusioni con una società petrolifera dell’Ucraina. L’indagine è in corso ma finora non hanno trovato credibilità le accuse lanciate dal New York Post che ha pubblicato un lungo articolo sulle presunte malefatte di Hunter Biden ricevendo il materiale da Rudy Giuliani che lo aveva preparato con Steve Bannon.  I vertici dell’intelligence ritengono che si tratti di una bufala creata dai russi che hanno usato Rudy Giuliani per consegnare la “mela avvelenata” al tabloid newyorkese.  Da qui la rabbia del presidente.

A proposito di Giuliani ieri l’ex sindaco ha smentito di aver avuto atteggiamenti sessuali nei confronti di un’attrice. Sacha Baron Cohen, il regista e attore in un film provocatorio che sarà rilasciato nei prossimi giorni, ha mandato sua figlia attrice, che nel film interpreta il ruolo di una giornalista televisiva, ad intervistare Giuliani che ora è l’avvocato di Trump. Nel corso dell’intervista – peraltro ripresa dalle telecamere – il sindaco avrebbe avuto un atteggiamento “disinvolto” nei confronti della donna.  Giuliani smentisce, ma le telecamere confermano.

Infine l’Intelligence ha riferito che l’Iran ha già usato i dati rubati dagli hacker delle liste elettorali americane per impaurire l’elettorato e seminare disordini in alcuni Stati in bilico, tra cui Florida e Pennsylvania. In questi Stati molti elettori democratici hanno ricevuto delle minacciose email, che falsamente vengono attribuite al gruppo di estrema destra Proud Boys, in cui si annunciano violenze fisiche o la perdita del posto di lavoro se il destinatario dell’email non dovesse votare per Donald Trump. “Ti prenderemo” c’è scritto in una email – e sappiamo dove vivi”. 

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Sposato, 4 figli. Studia antropologia della musica alla Adelphi University. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga. Married, 4 children. Studies Anthropology of Music at Adelphi University.

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