Dai dibattiti ai monologhi. Ma si sa che la campagna elettorale negli Stati Uniti è fatta da repentini cambi di scena e da clamorose rivelazioni. Quest’anno il coronavirus ci ha messo lo zampino e il passo per la trasformazione scenica da dibattito a monologhi separati è stato breve. Saltato quello di Miami a causa della malattia del presidente, domani ci sarà una sfida a distanza tra Donald Trump e Joe Biden. Due townhall differenti, uno a Miami dove andrà Trump e uno a Philadelphia, dove andrà Biden. Entrambi saranno trasmessi in diretta davanti a milioni di telespettatori (Trump su Nbc, il moderatore sarà Savannah Guthrie, la anchorwoman del programma “Today”, per Biden che sarà sul canale Abc il moderatore è George Stephanopulos).

In salita anche questo townhall per il presidente dopo che un nuovo sondaggio condotto da Opinion Research-Guardian effettuato tra l’8 e il 12 di ottobre, mette in risalto come Biden abbia 17 punti di vantaggio su Trump, 57 a 40 e che le persone anziane, il punto di forza di Trump per la sua elezione nel 2016, abbiano cambiato idea. Due su tre degli intervistati hanno detto che il modo in cui il presidente ha affrontato la pandemia e le rivelazioni sulle sue tasse sono stati fattori determinanti per mutare le loro preferenze. Nel 2016, il 30% dei votanti in Florida aveva 65 anni o più e in massa si schierarono con Trump aiutandolo a conquistare lo Stato. L’ultimo sondaggio della Quinnipiac University, diffuso il 7 ottobre, dava invece Biden vincente tra gli anziani della Florida per 15 punti, 55% contro il 40%, con un aumento di 3 punti percentuali rispetto all’ inizio settembre.
E proprio il modo in cui la Casa Bianca ha affrontato la pandemia sembra essere il punto debole per Trump che, nonostante le 216 mila vittime del covid-19 (solo ieri sono morte 812 persone), nonostante i quasi 8 milioni di casi che hanno colpito gli americani, continua a minimizzare, a non credere nelle raccomandazioni dei medici, a promettere il vaccino in tempi brevi.
Ieri sera il presidente in Pennsylvania al John Murtha Johnstown-Cambria County Airport, davanti ad alcune centinaia di suoi sostenitori, quasi tutti senza mascherina ad eccezione di quelli nella sua immediata vicinanza, si è appellato alle donne che abitano nelle agiate abitazioni della periferia, un’altra parte dell’elettorato sul quale, secondo i sondaggi, starebbe perdendo i consensi, promettendo la difesa delle loro proprietà. Ha promesso il vaccino contro il coronavirus in tempi brevissimi. Ha detto che il virus che sta devastando il Paese è in fase decrescente “e sarà quanto prima sconfitto”. Ha assicurato – pensando all’elettorato italoamericano – che difenderà le statue di Cristoforo Colombo “costi quel che costi”. Aggiungendo che Biden vuole dare l’assistenza medica agli immigrati clandestini a scapito degli anziani. “Mi avete eletto nel 2016 per rimettere l’America al primo posto, ora non lasceremo Washington”. “Corro contro il peggior candidato della storia”, ha aggiunto Trump. “Joe Biden distruggerà l’America, io distruggerò il virus”.
Differente, invece, l’approccio di Biden anche lui in Florida dopo Trump per corteggiare l’elettorato piu’ “maturo”. In un centro per anziani Biden ha sostenuto che Trump vuole abrogare l’Obamacare che ha garantito a milioni di americani l’assistenza sanitaria. “Siete sacrificabili. Siete ignorabili. Non siete praticamente nessuno. È così che Trump vede gli anziani”, ha detto Biden. “L’unico anziano di cui Donald Trump si preoccupa è Donald Trump”. Biden ha anche assicurato che nell’ultima fase della sua campagna elettorale scenderà in campo anche l’ex presidente Barack Obama che ha un fortissimo ascendente su tutti i democratici e sulla comunità afroamericana in particolare.
Ma non sono solo i sondaggi a mettere in cattiva luce l’operato del presidente. Come in un episodio della serie televisiva “Comey Rules” ieri il Dipartimento della Giustizia capeggiato dal fedelissimo del presidente William Barr, ha dovuto alzare bandiera bianca sull’indagine voluta da Trump contro Barack Obama per aver reso pubblici i nomi nel 2016 di alcuni cittadini americani in una indagine condotta dai servizi segreti. Per mesi, da maggio ad oggi, la Casa Bianca e i repubblicani hanno lanciato pesantissime accuse all’ex presidente per aver “incastrato” Michael Flynn, il primo National Security Adviser di Trump incriminato poi per falsa testimonianza, facendo trapelare il nome di Flynn tra le persone che erano sotto osservazione dei servizi. Lista che venne data ai senatori che fanno parte della Commissione sulla Sicurezza Nazionale. Trump accusò Obama di aver dato il nome di Flynn a Joe Biden che allora era il vicepresidente. L’indagine venne avviata per ordine dell’Attorney General. Ieri è stata ufficialmente chiusa senza nessun commento evidenziando come il Dipartimento della Giustizia sia stato politicizzato in questa Amministrazione.

E sempre ieri c’è stato una richiesta di emergenza degli avvocati di Trump alla Corte Suprema per cercare di bloccare la decisione della corte d’Appello federale che aveva imposto al presidente di dare la sua dichiarazione dei redditi al Procuratore Distrettuale di Manhattan Cyrus Vance il quale sta indagando sulla possibile evasione fiscale di Donald Trump.
Infine dopo le continue infondate accuse del presidente sull’integrità delle elezioni in caso di una sua sconfitta, il Pentagono e Microsoft hanno lanciato una massiccia offensiva contro Trickbot, la più grande rete mondiale di malaware “Trojan”, cioè di virus che colpiscono i computer permettendo poi che possano essere controllati dall’esterno all’insaputa dei possessori. Una mossa fatta nel timore che Trickbot possa influenzare le elezioni. Lo scrive il Washington Post affermando che Esercito e Microsoft hanno ottenuto un’ingiunzione da un tribunale federale che così permette la caccia ai server di Trickbot. Tom Burt, vicepresidente di Microsoft, rivela al Washington Post che la rete controlla da uno a tre milioni di computer nel mondo, che possono essere usati dall’esterno per mandare informazioni false per avvelenare il dibattito politico o distribuire programmi in grado di rubare le credenziali personali”. “La minaccia alle elezioni al momento è teorica – spiega Burt – ma la paura non è di un attacco che possa alterare i risultati – spiega – ma più di qualcosa che possa mettere a rischio la fiducia degli elettori, soprattutto quelli già preoccupati dalle accuse infondate del presidente Trump sull’integrità del voto per posta”.