E’ l’America malata, quella che fa paura. Quella dove libertà individuali e anarchia, complotti, culti e ignoranza si fondono e vengono ampliati grazie ai socialnetwork che gli da voce. Dove la fine del mondo è imminente e sempre per colpa di qualcuno. Il nemico è Satana e il mitra e la Bibbia lo contrastano.
E’ l’America del reverendo Jones, di Charlie Manson, di Weaver e Ruby Ridge, di Waco e di Thimoty McVeigh. E’ l’America dei QAnon che prendono programmi televisivi come Outlander per verità e parlano di “outlanderization of society”. Che accusano l’ex presidente Barack Obama di essere un seguace di Satana e di bere il sangue umano. E dell’Aryan Nation, dei Boogaloo Bois, dei Wolverine Watchmen, che accusano senza nessuna prova oscuri burattinai di tessere trame per manovrare l’umanità; dove razzismo, culti esasperati e fucili AR15 sono il rituale della propria esistenza, dove le leggi vengono interpretate come restrizioni, dove il Congresso è il nemico da combattere ed è il male assoluto dei loro insuccessi. Dove film di serie C come “Breakin 2:Electric Bogaloo” o “Red Dawn”, diventano il loro Vangelo, dove il Libro biblico di Daniele e la Bibbia di re Giacomo vengono distorti e vissuti trasformandoli in un culto apocalittico.
Non peraltro alcuni fondamentalisti emarginati degli Avventisti del Settimo Giorno, quelli di Waco, erano nati proprio in Michigan. E in questa fauna fioriscono le milizie, i gruppi armati come i “Proud Boys”, quelli evocati da Trump nel dibattito con Biden ai quali ha detto “Stay Back and stand by”, un “fermi e pronti” che fa venire gli incubi all’altra America. Un sottoproletariato ignorante e violento che confonde i videogiochi con la realtà, armato, arrabbiato e sbandato alla ricerca di un capo che li guidi che ora ha trovato in Trump. Hillary Clinton in un comizio nel settembre del 2016 li definì il “basket of the deplorables” parlando dei seguaci del presidente. Perse la presidenza, ma centrò la definizione.