Tutto pronto per la supersfida di questa sera alle 9 a Cleveland, in Ohio, tra il presidente Donald Trump e il candidato democratico Joe Biden. Come nei classici thriller la suspence è stata creata con le clamorose rivelazioni dei giorni scorsi sulle tasse del presidente, con la contestata scelta di Amy Coney Barret alla Corte Suprema, con le violenze che ogni notte esplodono nelle città americane. La sonnacchiosa e decaduta città di Cleveland, in cui passano i tram italiani della Breda di Pistoia, si ritrova improvvisamente al centro dell’attenzione mondiale. Novanta minuti senza interruzioni pubblicitarie per il primo dibattito tra i due contendenti alla Case Western Reserve University. A moderare il dibattito sarà il conduttore di Fox News, Chris Wallace. Improvvisamente perché inizialmente il dibattito si sarebbe dovuto tenere alla University of Notre Dame, ma a causa della pandemia che ha colpito gli studenti la prestigiosa università cattolica ha dovuto alzare bandiera bianca.
Chris Wallace come temi del dibattito ha scelto le esperienze passate di Trump e Biden, la nomina alla Corte Suprema, il Covid-19, l’economia, la questione razziale e la violenza nelle città e la correttezza delle elezioni. Ad ogni argomento saranno dedicati 15 minuti. Niente mascherina, niente strette di mano, ufficialmente per la pandemia, ma entrambi avranno tirato un sospiro di sollievo data la profonda avversione che i due hanno l’uno per l’altro. Saranno presenti 80-90 persone, tutte sottoposte al test per il Covid-19.

L’appuntamento di Cleveland è il primo dei tre dibattiti presidenziali in programma prima del 3 novembre. Il prossimo appuntamento è per il 15 ottobre all’Adrienne Arsht Center for the Performing Arts di Miami: sarà moderato da Steve Scully di C-Span e sarà stile town-hall. Il terzo e ultimo confronto è in programma il 22 ottobre alla Belmont University di Nashville, in Tennessee, e sarà condotto da Kristen Welker di Nbc. Il primo e unico faccia a faccia fra i due candidati alla vicepresidenza, Kamala Harris e Mike Pence, si terrà il 7 ottobre alla University of Utah di Salt Lake City e sarà moderato da Susan Page del quotidiano Usa Today.

Indietro nei sondaggi, gli uomini del presidente sono preoccupati perché Trump non si è preparato sufficientemente per il dibattito. Inutili i tentativi di Rudy Giuliani, di Chris Christie, di Kellyanne Conway che, secondo il Washington Post, lunedì pomeriggio hanno cercato di calmare un furente Donald Trump, azzoppato alla vigilia del dibattito dalle clamorose rivelazioni del New York Times sulle tasse non pagate. L’offensiva di Trump – afferma la CNN – era stata preparata puntando sul discutibile coinvolgimento del figlio di Biden nelle vicende ucraine. Ma questa freccia che Trump ha gelosamente conservato, e che gli stava per costare la presidenza con l’impeachment, per cercare di annientare il suo rivale nel dibattito si è improvvisamente spuntata dopo che domenica sera il New York Times ha rivelato che il multimilionario Donald Trump ha pagato meno tasse di un operaio, che il suo “impero” non ha fondamenta ed è costruito solo su debiti per centinaia di milioni di dollari. Il giornale ha scoperto tra l’altro che per 8 anni, dal 2010 al 2018, le aziende di Trump hanno speso 26 milioni di dollari in non specificate consulenze tra cui una da 750 mila dollari alla figlia Ivanka. E così addio agli attacchi al figlio di Biden.
Ma le clamorose rivelazioni delle tasse del presidente – scrive il Washington Post – hanno aperto anche il nuovo capitolo sul conflitto di interessi. Cosa succederà se Donald Trump dovesse essere rieletto e alla scadenza non potrà ripagare i debiti? La Costituzione prevede che un presidente in carica non può essere incriminato, ma chi salderà i conti? Ci sarà mai un magistrato che potrà avviare un procedimento giudiziario nei confronti delle aziende di un presidente in carica? Cosa sarà dei creditori?

Uno scoop questo del New York Times che smantella l’immagine dell’imprenditore di successo che Trump si era costruito negli anni soprattutto con il suo show televisivo “The Apprentice”. Che non fosse un businessman lo hanno evidenziato negli anni le sei sentenze di bancarotta emesse dai tribunali americani, ma le sue roboanti sparate televisive, i suoi “you are fired” (sei licenziato) gridato ai concorrenti del reality show che conduceva, hanno galvanizzato gli americani. L’immagine dell’executive di successo che la tv proiettava ha conquistato il cuore dell’elettorato che ne ha fatto un paladino in lotta contro l’ottusità della politica. Il paladino del far credere che è più importante dell’essere, si trova ora a confrontare la realtà. E lui, Donald Trump, ha continuato anche nella presidenza a coltivare questo mito con i suoi tweet al vetriolo, con il suo graffiante sarcasmo, con il disprezzo per chi segue le regole, con i suoi insulti a chi non condivide il suo operato. E più è velenoso, più l’elettorato che lo segue plaude. Ora, però, non può più gridare “fake news” a chi gli porta il conto da pagare. E questa sera, come i pistoleri a Tombstone in Arizona, ci sarà la sfida all’OK Coral.