Sapete quali sono i sinonimi di Cupidigia? Insaziabilità, bramosia, ingordigia, avidità, famelicità. Si vive male quando si è affetti da questi sintomi. Si fanno cose di cui poi ci si pente, perché quando si è troppo avidi il rischio è di rimanere soli e perdere tutto.
Chissà dove avrebbe collocato Dante questi cinque parlamentari assetati di danaro, tre leghisti, uno di Italia Viva e uno dei 5 stelle. Io li collocherei tra gli avari e i prodighi che il sommo poeta piazza nell’Inferno ma anche nel Purgatorio nei pressi dei golosi e dei lussuriosi. Dante li sottopone alla stessa pena, in quanto, come spiega il dizionario Treccani, “il loro vizio ha il medesimo movente nell’immoderata brama delle ricchezze, che gli uni accumulano per il piacere del possesso e gli altri per profonderle irragionevolmente”.
In questo caso si è trattato di accumulare magre ricchezze approfittando della situazione. Questo devono avere pensato i 5 deputati, incuranti della modesta cifra di cui si stavano appropriando se paragonata al loro stipendio mensile.
Agli avari e ai prodighi nell’Inferno Dante infligge la pena di percorrere, distinti in due schiere, un semicerchio spingendo dei massi col petto; quando si scontrano, si ingiuriano rinfacciandosi a vicenda la loro colpa col grido Perché tieni? e Perché burli? poi si voltano per ripetere lo stesso movimento e ancora scontrarsi alla parte opposta del semicerchio.
Quale dovrebbe essere la pena per questi 5 miserabili che hanno chiesto il bonus Covid destinato agli italiani con partita Iva in seria difficoltà? Non c’è reato, lo potevano fare, perchè la legge non ha posto limiti, ma c’è un problema etico grande come una montagna visto che questi deputati percepiscono dallo Stato tra i 12 mila e i 18 mila euro con le varie indennità chiare e seminascoste.
Quei 600 euro, diventati poi 1000, possono fare la differenza per tante persone che hanno perso l’occupazione, ma si stenta a credere che diventino una necessità per chi siede tra i banchi della Camera. E anche se non c’è alcun reato, ci sono però le dimissioni per opportunità, per dignità e per vergogna che questi 5 rappresentanti del popolo avrebbero dovuto già dare. Sono urgenti e sono opportune. Lo chiedono tanti italiani.

Tocca ai partiti fare pulizia e dimostrare ai propri elettori che al Parlamento siedono persone responsabili e oneste, delle quali ci si può fidare soprattutto quando il paese sta attraversando un periodo difficile, alle prese con la pandemia e con le casse statali vuote. Non basta chiedere la sospensione di questi 5 miserabili e la restituzione dei soldi incassati. Il problema è etico e morale. Non si può sedere in Parlamento, votare con la mano destra i provvedimenti economici di aiuto per chi ha perso il lavoro e ha la propria attività in crisi e incassare con la mano sinistra, senza pudore, quegli stessi pochi soldi del bonus gridando magari contro l’Europa che ci chiede un piano serio di riforme, prima di farci arrivare altri soldi. Non c’è privacy che tenga in questo caso. Se si è stati eletti dagli italiani si deve avere una vita all’insegna della trasparenza.
C’è un obbligo alla trasparenza che va oltre il diritto alla riservatezza. I nomi devono venire fuori e trovo interessante la proposta di Giorgia Meloni di chiedere a tutti i deputati di dichiarare apertamente di non avere chiesto il bonus. Chi inizia per primo? Non c’è difesa di casta che tenga, i 5 vanno isolati e allontanati. Subito. E un pensierino va anche ai duemila amministratori locali che hanno fatto la stessa cosa. Hanno preso il bonus Covid e si giustificano dicendo che loro però guadagnano meno dei deputati.
Il problema anche in questo caso è etico, non è quanti soldi intasco, ma come mi comporto. Approfittare dell’occasione per arrotondare il proprio stipendio è scandaloso e chi è pronto a intascare 1000 euro solo perché intravede una possibilità nelle maglie larghe della legge, e non si pone un interrogativo morale, non sarà mai un buon amministratore di cui ci si possa fidare.
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