Trump in uno dei suoi tradizionali tweet mattinieri con cui ormai decide il tema di cui i media dovranno occuparsi – coincidenza nello stesso giorno di catastrofiche notizie sull’economia – scrive che le elezioni di novembre rischiano di essere le più “INACCURATE & FRAUDULENT” (scritte proprio così, con caratteri grandi) e che quindi non sarebbe il caso, per evitare il “grande imbarazzo degli Stati Uniti”, ritardare le elezioni fino a quando “il popolo può propriamente, in sicurezza votare???” (Con tre punti interrogativi).
Sorpresi? Neanche un po’. Da anni ormai scrivo su questa column che la Costituzione sta a Trump come il parmigiano negli spaghetti con le vongole: si respingono a vicenda! Anche se in questo caso è probabile che Trump faccia finta di non saperla la legge, ricordo che non potrà mai essere il Presidente degli Stati Uniti a decidere la data delle elezioni presidenziali e per il rinnovo del Congresso. La Costituzione parla chiaro, tocca al Congresso votare una legge se si volesse veramente rinviare il voto che deve avvenire il primo “martedì del mese di novembre”. Siccome la House è controllata dai democratici che mai accetterebbero i “suggerimenti” di Trump, la sola proposta non ha la minima possibilità di andare avanti. Trump ora sostiene che col Covid-19 diventerebbe troppo pericoloso per gli elettori? (ah, ora votando si rischia, ma aprendo le scuole no? Alla faccia della coerenza). Pazienza, si voterà per posta, sarà la replica dei democratici.
Ma se Trump sa che non ha alcuna possibilità di spostare a norma di legge la data delle elezioni, perché la suggerisce ai suoi milioni di follower su twitter? Forse li prepara al colpo di stato?
Anche se Trump ha ampiamente dimostrato, tanto recentemente come a Portland, di avere le idee e l’attitudine da fascista fuori tempo, sa benissimo che se solo tentasse di imporre la sua volontà sulla colonna fondante della democrazia americana, il processo elettorale, ne uscirebbe schiacciato e, spero, finalmente dietro le sbarre. Però Trump, oltre all’occasione di aver così dirottato il circolo mediatico oggi dalla notizia bomba che arriva dall’economia che lui voleva in ripresa e che invece sta sprofondando, ci annuncia quale sarà la sua ultima strategia per la campagna elettorale che porta le elezioni del 3 novembre: la “delegittimazione” del responso delle urne. Avendo ormai capito che Joe Biden lo seppellirà di voti democratici anche negli stati fino a qualche tempo fa considerati sicuri per il Gop, a questo punto Trump usa l’arma della delegittimazione: il responso elettorale va annullato, almeno idealmente.
Il tweet di stamattina, che era stata già preannunciato nelle settimane scorse da altre dichiarazioni su come le elezioni saranno “rubate” dai democratici, serve a questo: preparare la sua base, a quello che Trump dirà la sera di novembre dopo che Biden dichiarerà la vittoria. A quel punto, il trumpista duro e puro sarà pronto a protestare e a far sì che comunque, quando Trump uscirà di scena (perché dalla Casa Bianca uscirà a costo di essere cacciato dal secret service che dovrà dal 20 gennaio occuparsi del nuovo presidente) potrà dire che lui non ha perso, lui resta un vincente, lui avrebbe vinto se i democratici non avessero imbrogliato col voto per posta etc etc etc. In realtà Trump non pensa che sempre e solo a se stesso, al futuro sì ma non degli USA, il suo! Starà magari già preparando il suo prossimo show televisivo, in onda probabilmente sulla nuova TrumpTv, che a partire dal 21 gennaio 2021, annuncerà: “America, You are Fired!”