Iniziamo con il Ministro, Senatrice e Avv. Giulia Bongiorno, che, solo per stare ai più recenti bollettini dal foro boario, dichiara: “Per me la castrazione chimica è importante”, “è una misura di civiltà” .
E con il suo stesso gruppo parlamentare alla Camera che, a firma di 70 suoi colleghi, presenta un Disegno di Legge avente ad oggetto “Il Controllo informale di vicinato”: per procacciare “una collaborazione tra vicini”, al fine di sollecitare “una maggiore attenzione a tutte le situazioni anomale che possano generare apprensione”; insomma, un congegno normativo che mira a consacrare quella stessa Paranoia di Stato, e quello stesso Cannibalismo Silenzioso, magistralmente descritti da Vasilij Grossman, da Alexandr Solzenicyn, per gli anni di Stalin e, per i più recenti anni brezneviani e fino a Gorbacev, da Vladimir Bukovskij e Irina Ratusinskaja.
Non solo, maggioranza e Governo giallo-verde, fanno a gara a ridurre ad orinatoio la Costituzione della Repubblica.
Con il Vice Presidente del Consiglio, On. Luigi Di Maio, che, orecchiato un qualche mezzo pettegolezzo sulla vicenda della Circumvesuviana, si permette di proclamare: “Ognuno ha diritto di difendersi, lo prevede il nostro ordinamento giuridico, ma chi è accusato di violenza sessuale contro una donna deve poterlo fare dal carcere”; e per l’art. 27, tirate lo sciacquone, sempre che ne abbiate tempo e voglia. Salvo poi a tacere, sommando viltà a barbarie, una volta che un Tribunale della Repubblica ha rilevato il mendacio della ragazza, e i disturbi psichici che lo hanno originato.
E con l’altro Vice-Presidente e Ministro, Sen. Matteo Salvini che, in allure-Micromega/Zagrebelsky/Travaglio, assicura: “Entro la primavera ci sarà la legge che elimina il rito abbreviato e lo sconto di pena per i reati più gravi”; e di nuovo, nulla importa che la “eliminazione” preceda l’accertamento, e segua la semplice contestazione del Pubblico Ministero e che la pena debba essere “giusta” e non “dura”. A pisciatina, pisciatina e mezzo.
E non basta nemmeno che il partito di maggioranza relativa, e il Governo che ne emana, treschi formalmente con i voti dei suoi iscritti. E che da questa tresca informatica e “gaia”, dipendano le leggi dello Stato, la “tracciabilità” del consenso e, conclusivamente, la sua effettività. Con il corollario che il M5S, decisione del Garante della Privacy alla mano, presenti un sistema di funzionamento prossimo a quello di un’associazione segreta; e, vista la sua destinazione ad incidere sull’intero Apparato istituzionale di competenza elettiva, più prossimo alla tanto denunciata P2, che al tanto sbandierato “Partito degli honesti”.
No. Se tutto questo non bastasse, in vista delle Elezioni Europee, che pure saranno, per più di un aspetto, decisive per il futuro svolgimento della democrazia in Europa, dobbiamo pure sorbirci l’onanismo elettoral-governativo, lo scambievole e sconcio minuetto con cui, oggi io e domani tu, questi nostri “uomini delle Istituzioni” intenderebbero mettere in scena le loro rispettive e reciproche “diversità”.
E, così, sentiamo Di Maio: “Preoccupa la Lega alleata con chi nega l’Olocausto”; e Salvini: “Forse al Ministero delle infrastrutture stanno ragionando troppo”; e, di rimando, ancora Di Maio: “Basta con gli slogan”. Fico: “Saviano è sotto scorta, la querela di Salvini è uno sbaglio”; e di nuovo Salvini: “Non so come reagirebbe il signor Fico, se gli dessero del malavitoso” .
Dove, rispettivamente, la tragedia della Storia, la capacità decisionale di un importantissimo Ministero economico, la surreale contraddizione di una persona tutelata dal Ministero dell’Interno, mentre lo stesso Ministro ne chiede la condanna penale; e la dignità di un Alta Carica dello Stato, spregiativamente ridotta ad uno status di anonima irrilevanza (“il signor Fico”), perdono ogni senso, e vengono frullati in una ridda inconcludente, e sciorinata en plein air nella strafottente noncuranza della comune intelligenza.
Come se, invece, tutto questo: La Lega intenta a battere come una sciacallo territori della memoria che andrebbero preservati; l’incapacità di uno straccio di intrapresa politica sulle Infrastrutture; la sbrodolante vacuità di un quotidiano vaniloquio; una litigiosità piccina; e il disconoscimento di quella stessa autorevolezza istituzionale che si dovrebbe onorare, non fossero il risultato del loro “stare insieme”: di Lega e M5S.
Di questi due Dioscuri del Nulla. Di questi anni, che hanno raccolto la velenosa seminagione della Lunga Tangentopoli. Degli infami Padri cattetradici e procuratorii, i quali, per anni, per decenni, anzi, ogni sera, ad ogni ora, con la parola e con lo scritto, hanno lanciato allarmi, proclamato anatemi, firmato appelli e, oggi, sazi e lubricamente soddisfatti, si godono, in complice silenzio, lo spettacolo dei loro miserabili nipotini, finalmente “soli al comando”.
Ma noi sappiamo. E ricordiamo. E ricorderemo.