Da quanti anni e perché vive all’estero? Perché ha deciso di candidarsi e perché con questa lista?
“Da oltre 20 anni lavoro alla Rai come giornalista inviato all’estero, ho raccontato molte storie di italiani residenti all’estero nel corso della mia carriera, sono sposato con un italoamericana nata e cresciuta a New York e figlia di Tony May, grande ristoratore che ha diffuso la vera cucina italiana in USA. Mi candido per proporre il mio progetto culturale e di promozione del Made in Italy attraverso la digital migration madforitaly.net, la diffusione e lo scambio intercontinentale della immensa cultura italiana. Voglio difendere i diritti degli italiani all’estero in cinque brevi punti: tasse sulla casa italiana, tassazione della pensione, riacquisto tessera sanitaria, riacquisto della cittadinanza e potenziamento delle reti consolari. I punti sono gli stessi da 10 anni per tutti i partiti ma nessuno è riuscito a fare nulla seppur promettendo di risolvere tutto. Il MAIE ed io siamo impegnati per la prima volta in questa competizione in Nord e Centro America e non diremo bugie, saremo risolutivi e pragmatici”.
Quale considera il problema più immediato dell’Italia e come si dovrebbe affrontare?
“L’Italia vive un secondo dopoguerra, i nostri amici all’estero lo sanno perché sono andati via in cerca di fortuna, oggi sta accadendo lo stesso. Non c’è fiducia nelle istituzioni e la disoccupazione ha raggiunto livelli massimi, le politiche sono sbagliate nessuno ha guardato fuori dal paese dove tutti ci amano e vogliono i nostri prodotti. La politica tiene imprigionati gli italiani dentro i confini costringendoli a scambiare favori per ottenere quello che gli spetta senza raccomandazioni. Se non si cambia si affonda, e il baratro è vicino, bisogna reagire e le risorse stanno all’estero, sono i nostri connazionali la chiave di volta per riattivare l’economia. Tutto scritto nel nostro progetto”.
Quale problematica inerente gli interessi dei cittadini italiani residenti all’estero, e in particolare in Nord-Centro America, considera la più urgente e cosa proporrebbe fin dal primo giorno dell’apertura dei lavori del Parlamento?
“Ho molti amici a Roma, sono nato e ho esercitato la professione di giornalista in Rai fino a pochi giorni fa, questa legislatura avrà molti eletti tra i vari schieramenti con i miei più cari amici e molti colleghi; userò queste amicizie per convincere tutti a convergere sugli interessi degli italiani all’estero, sulla cultura da esportazione e sui loro bisogni urgenti, primo fra tutti la rete consolare, depotenziata, obsoleta e senza mezzi adeguati. Lo stesso vale per gli Istituti di cultura, anche questi poveri di risorse e disorganizzati per colpa dei governi precedenti e delle loro politiche sbagliate e sono gli stessi che vedo candidati ora. La cultura italiana va di pari passo con gli investimenti, questo mi sembra il punto focale”.
Quali misure concrete proporrebbe per migliorare la promozione della lingua e della cultura italiana negli Stati Uniti?
“Il mondo digitale e social può risolvere gran parte dei vuoti culturali, lo abbiamo dimostrato con la nostra piattaforma internazionale madforitaly.net che sta lavorando da qualche anno senza risorse pubbliche con grandi risultati e un sorprendente seguito. I governi degli ultimi anni hanno fallito totalmente la missione culturale all’estero, sia a destra che a sinistra, hanno pensato solo al prodotto interno peraltro con molte lacune. Nessuno ha fatto progetti per esportare la nostra grande cultura, come possono aiutare i concittadini all’estero se hanno da recuperare terreno anche in Italia”.
Sarebbe disposto, e quanto, ad andare contro le decisioni del vostro partito qualora queste andassero a sfavore dei cittadini italiani all’estero? C’e’ una forza politica o un leader politico al quale lei non voterebbe mai la fiducia in Parlamento anche se il partito lo chiedesse?
“Il Leader al quale darei meno fiducia è senza dubbio Matteo Renzi, inaffidabile e prepotente, ha gestito il paese come fosse il suo comune di Rignano sull’Arno, lottizzando e occupando militarmente tutti i mezzi di informazione. Risultato: ha fallito e ha ottenuto l’effetto contrario, un paese più povero e tante promesse non mantenute. Il MAIE non è un partito ma una lista civica che nasce dalle macerie create dai partiti come avviene con i sindaci nei comuni d’Italia. Le nostre risorse sono tutte dedicate agli italiani all’estero, non dobbiamo preoccuparci per costituzione dell’Italia ma del rapporto con l’Italia e dei vantaggi per i cittadini all’estero. Voteremo tutti i provvedimenti utili a chi vive fuori dal paese in tutti gli schieramenti. Io ho aderito al MAIE con piena libertà di azione esclusivamente per portare avanti il mio progetto culturale: Più diritti e cultura italiani all’estero. Sono un uomo libero e anche come giornalista l’ho dimostrato”.
Il Nord e Centro America sono una zona enorme, dal Canada al Messico e oltre, come pensa realmente di conoscere e rappresentare tutte le comunità di italiani che ci vivono? Non c’è il rischio di un distacco e di una vita “romana” lontana dai problemi di chi vi ha eletto?
“La mia è sempre stata una vita romana da inviato all’estero, nella mia città conosco tutti e molti mi conoscono per i miei programmi televisivi e i miei servizi al TG1. Questo è un vantaggio, significa che le mie relazioni saranno da ora sempre rivolte verso i miei elettori e i loro bisogni, al primo posto metto sempre la cultura. Questa campagna elettorale è tutta online per me, prendo spunto da altri esperienze come ad esempio il Movimento 5 Stelle, del quale ho condiviso gli ideali come molti sanno e che è riuscito ad intercettare tanti cittadini esausti della cattiva politica. Ci sono stati periodi con due arresti di politici al giorno, una vergogna delle ultime legislature. Rappresenterò tutti in connessione continua sul web e quando sarà possibile di persona, dovunque sarà necessario nel territorio”.
La lingua italiana è fra le più studiate al mondo (la quarta…), eppure le cattedre nelle università del Nord America diminuiscono… Cosa farebbe di concreto per promuoverla in modo migliore nel Nord e Centro America?
“La televisione resta ancora il mezzo più diffuso, ma ora tutto si può fare in formato digitale e social. Sono sorpreso che nessuno abbia investito risorse pubbliche per creare piattaforme adatte all’insegnamento della lingua e della cultura italiana, ancor più indignato che non lo abbiano fatto gli istituti proposti che costano milioni alla collettività. Il mio progetto è pronto da anni, sono qui per questo, per dimostrare che funziona sul serio, serve solo la vostra fiducia e qualche risorsa, da solo non posso farcela.
Serve anche una televisione che parli inglese, sono anni che propongo alla mia azienda la RAI questo progetto, ma ho ricevuto solo complimenti e strette di mano. La lingua inglese serve a catturare l’attenzione degli italiani che non parlano più la nostra lingua e degli stranieri che vogliono conoscere la nostra immensa cultura. Cosi si fa promozione al nostro paese nel mondo, sarebbe molto facile ma invece siamo l’unica nazione che non ha un canale in inglese”.
Cosa vorrebbe che l’Italia imitasse dalla democrazia degli Stati Uniti (Canada, Messico, Repubblica Dominicana…) e cosa invece vorrebbe che il vostro paese di residenza imparasse dal modo di far politica in Italia?
“La meritocrazia è il valore che c’è in America e che manca totalmente in Italia. Puoi arrivare dove vuoi solo con le tue idee e con qualcuno che ci crede, questo è meraviglioso. In America non conta da che paese provieni ma tutti lottano in nome della stessa bandiera e giocano in unica squadra. Il Team in Italia non esiste, e la bandiera è sottovalutata e questo è il nostro limite. Prenderei esempio dai nostri connazionali all’estero, possono dare ottimi consigli anche in Italia su come ripartire uniti e vincenti”.
C’è un personaggio storico italiano (nella politica come nella letteratura, arti, scienza…) al quale vorrebbe ispirarsi nei valori e nelle idee per la sua carriera in Parlamento?
“I padri fondatori della repubblica sono certamente il nostro modello, essenziali, risolutivi, semplici, andavano in parlamento con il cappotto rivoltato e stavano cambiano il paese. Anche Mazzini fece il suo enorme lavoro, è triste vedere quello che hanno combinato gli ultimi governi per abbassare il livello della politica e delle istituzioni italiani rispetto a quello enormi figure pubbliche”.
Cosa pensa delle problematiche sulla parità di genere? Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un Presidente della Repubblica donna?
“E’ uno scandalo accorgersene solo ora, come se fosse una notizia fresca e non una drammatica realtà che affligge da decenni le nostre comunità. Le donne sono più forti degli uomini, hanno una parte del cervello più sviluppata degli uomini, sono dati scientifici non una mia interpretazione, quando avete un dubbio a chi vi rivolgete se non a vostra moglie. Questo è il motivo per il quale le donne sono sempre le protagoniste nella nostra vita e devono esserlo anche in quella pubblica”.