Caro Direttore,
Il suo giornale ha pubblicato qualche mese fa una intervista con un candidato “trumpiano” a sindaco di Carrara. Ora che le elezioni sono avvenute, spero ospiti anche questo mio intervento.
Carrara, la città del marmo bianco plasmato da Michelangelo, si è finalmente liberata! Dopo 70 anni ha mandato al diavolo un ipocrita simulacro di centro-sinistra che da tempo aveva rivelato, senza alcuna pudicizia, il proprio vero volto. Un viso deforme come il ritratto chiuso in soffitta di Dorian Gray, deturpato dai segni della volgare arroganza, dall’incapacità elevata a merito, dall’uso del potere da parte di una classe politica clientelare e ignorante abituata a considerare i voti della gente come proprietà di cui disporre a piacimento. Nessun giovane dalla faccia presentabile, tirato fuori all’ultimo minuto, avrebbe potuto mantenere l’incantesimo.
Il 25 giugno Carrara ha scelto il sindaco gentile, Francesco De Pasquale, il cinque stelle vignaiolo che ha preferito alla carriera in banca l’insegnamento delle Lettere, in una scuola media dedicata al poeta Carducci. In una tornata elettorale sulla quale il PD della Toscana e Matteo Renzi dovranno riflettere a lungo, una cittadina di provincia come l’anarchica Carrara ha lanciato un segnale molto importante che si mescola ai molti altri che i dirigenti PD dovranno analizzare: la caduta di Sesto San Giovanni, l’altra Stalingrado rossa d’Italia, di Pistoia, la capitale della cultura del 2017 e, volgendo lo sguardo appena oltre la Baia che fu di Byron e Shelley, anche di La Spezia e Genova. Il PD dovrà capire perché stavolta non è bastato proporre il meno peggio, e forse dovrà prima capire cosa esso stesso è diventato a partire dalla ex-rossa Carrara, ma sarà dura farlo all’opposizione. Vedremo se emergeranno volti nuovi diversi dagli abitatori delle stanze dei bottoni, lontani anni luce dalle persone e i loro problemi.
La capitale mondiale del Marmo sarà un importante banco di prova anche per la crescita dei 5 Stelle in tutta Italia, il gruppo dirigente Apuano ha dimostrato capacità e autonomia anche dai guru del movimento e i Carraresi ne hanno premiato la chiarezza e la coerenza, a partire dalla nomina degli assessori che il candidato sindaco aveva voluto ben prima del ballottaggio, un metodo del tutto nuovo, alla luce del sole, così lontano dalle logiche di potere degli anni passati che premiavano più la casta che la competenza. Ecco il centro sinistra ha pagato anche questo in una città segnata dalla emigrazione e dalla disoccupazione giovanile e dalla difficoltà per chi rimane fuori dal mercato del lavoro di ritrovare una collocazione. La gente non si è affidata più a chi veniva percepito come beneficiato dalla politica, “quelli messi li dal partito”, “quelli che non hanno mai lavorato un solo giorno in vita loro”, “quelli a cui non affiderei per un attimo il mio negozio”.
E così basta dare un’occhiata al nuovo consiglio comunale per rendersi conto della portata della rivoluzione gentile di Francesco De Pasquale. 15 consiglieri pentastellati espressione di quella Carrara del lavoro, del commercio e delle professioni che ha resistito all’ultimo decennio, il peggiore per una città bellissima ridotta ad essere l’ombra di se stessa dall’incompetenza e dall’incuria delle precedenti amministrazioni, tra case crollate, scuole abbandonate, teatri chiusi e palazzi tenuti su dai puntelli. Certo alla vittoria dei Cinque Stelle hanno contribuito le persone di orientamento politico più diverso e molti hanno preso la palla al balzo per scrivere la parola fine all’ultimo capitolo di un libro ormai divenuto bruttissimo ed illeggibile. Buona parte della sinistra diffusa ha fatto confluire i propri voti su De Pasquale, tanti con convinzione, alcuni con grossi dubbi ideologici per le scelte del movimento a livello nazionale. Ai Cinque stelle locali, sulle cui spalle ricade da oggi anche una grossa responsabilità a livello nazionale, sono arrivati anche i voti di spezzoni di PD e di qualche lista civica frutto dei litigi tra “compagni”, di carte bollate e promesse non mantenute.
A nulla è servita la scesa in campo del critico d’arte Vittorio Sgarbi e della sua lista civica “Rinascimento Sia”: un flop, poche centinaia di voti e molti bruttissimi manifesti elettorali che sembrano ispirati più alla Giovannona Coscialunga degli anni ‘70 che alla Venere del Botticelli. Un flop anche l’operazione Lista Trump della Destra nostalgica: strombazzata sui media nazionali ed internazionali la lista non è stata neppure presentata. Chissà se il suo ideatore avrà ancora intenzione di proseguire nella fondazione del Trump’s Party d’Italia con la benedizione di The Donald, quello vero, che forse al momento ha cose ben più serie a cui pensare. A chi ci ha creduto da tempo, a chi ha solo voluto dare una spallata al sistema i Cinque Stelle dovranno ora dare una risposta, proprio a partire dalle Cave di Marmo, fonte di ricchezza per pochi e vittima di un’escavazione che non rispetta l’ambiente.
Ambiente già sfregiato del vecchio polo chimico responsabile dell’altissimo tasso di mortalità per cancro che affligge gli abitanti di questa città. La Carrara degli scultori e degli artisti che nel suo marmo ha scritto la storia dell’arte e della cultura e che ha domenica ha ucciso Dorian Gray.