Riepiloghiamo. Raffaele Marra, già Vice-capo di Gabinetto per la Giunta Raggi, viene messo in galera a titolo cautelare. Sapremmo di un negozio sospetto intervenuto fra lui e un coindagato. Gli assegni sono del 2013, come l’indagine; le esigenze di cautela sono state ritenute attuali oggi, “dato che è uomo di fiducia del Sindaco” (più o meno testualmente).
L’ANM (Associazione Nazionale Magistrati) è così sicura di sé (a buon diritto) che, dopo avere delimitato il campo referendario, mediante le ordinanze di rimessione alla Corte Costituzionale della ritenuta illegittimità dell’Italicum, costruito e offerto, nella stessa occasione, il maggior argomento contrario (il “combinato disposto” viene da lì), “picchettato” il PD (note le indagini e i processi a “degradazione sistemica”, a compendio: Galassia Etruria; Bancarotta di Renzi Senior, tenuta a bagnomaria per due anni, alla fine archiviata; Tempra Rossa; Mantova-“Cutresi”-Del Rio;), vuole subito ridimensionare il soggetto politico “fiancheggiatore”, privilegiando ipotesi “commissariali” (ma è un modello che sempre più si spingerà perchè diventi generale). E’ una novità da non sottacere.
Tutti quelli che, dalla “svolta” di Mani Pulite (“Redistribuzione strutturale dei Poteri”, secondo il “Piano Colombo” del 1983: un saggio-manifesto, apparso sulla rivista di MD, che delineava tutti gli sviluppi della “scalata giudiziaria”, emersi poi nei trent’anni successivi), ne hanno sottovalutato la filigrana “totalitaria”, immaginando di poter interloquire da pari a pari (contro il “comune nemico” del momento), sono stati “cannibalizzati”. Noti i nomi. Questi del “Movimento”, sono i meno provveduti di tutti: gli ultimi, non a caso. Lunga marcia, ma a ritmo costante. Si può arrivare dappertutto.
Il punto è che l’ANM, come qui altre volte rilevato, è l’unico Soggetto Pubblico che pensa e agisce avendo scienza di mezzi e scopo. Esattamente al contrario dei soggetti politici formalmente tali. Uno dei maggiori errori interpretativi in queste faccende, al riguardo, è stato quello nella nota formula dei “giudici comunisti”, come fazione interna, nettamente separata dal resto dell’Associazione, e che magari stava stretta agli altri.
La corrispondenza fra idea (o ideologia, magari) e azione, è valsa certo per i primi anni (‘60): quelli della “lotta generazionale” fra giudici di merito e giudici di Cassazione (che avevano reale “governo sull’autogoverno”, cioè sulle singole carriere); una volta conseguita “la grande parificazione”, imperniata sul criterio dell’automatismo come “regola aurea”, proprio a partire da questa nuova condizione, la connotazione “di parte”, pur mantenuta, e anzi retoricamente rivendicata, è andata sempre più risolvendosi in una sorta di “peso specifico interno”, diciamo, più asciutto ma incisivo.
Le ricadute generali (alias la crescente forza rispetto agli altri Poteri) delle azioni giudiziarie più clamorose ed efficaci, già a partire dagli anni ‘70 (antiterrorismo), in quanto tradottesi in un sempre più “augusto” trattamento funzionale-retributivo, sono state valorizzate dall’intera Associazione: che, infatti, è sempre stata compatta nella difesa di quelle proposte che potevano intaccare questa dinamica. “Come un sol uomo”, si è condotta rispetto alla separazione delle carriere e alla responsabilità civile (convegni e Giovanni Falcone a parte). Più in generale, come in ogni Oligarchia potente, le lotte interne sono reali, ma nessun contrasto mette in discussione “le mura esterne”. Le ultime vicende, poi, sono “unitarie” proprio se riguardate a partire da quest’ottica.
Chiarito questo, uovo fresco di giornata, dal M5S siamo tornati al PD: il Ministro Lotti, il Comandante Generale dell’Arma, di nuovo Renzi Sr.; quest’ultimo non indagato, ma, a rimpiazzo del precedente bagnomaria, ad ogni buon conto, indicato da Il Fatto Quotidiano, come “lambito”, da quest’altra indagine.
Nel frattempo, mentre nuvole investigative sembrano addensarsi anche sul capo del Sindaco romano Virginia Raggi, si sarebbe appreso che il noto Marco Travaglio, già strenuo sostenitore di Raffaele Marra, avrebbe avuto con quest’ultimo non effimere dimestichezze: tanto da suscitare malumori, anche espressi, all’interno del suo stesso giornale. Tuttavia, da una settimana, sul punto, il Nostro tace. Ma se lo può permettere. Non è ancora chiaro se i Padroni del Vapore lo stanno per scaricare, preferendogli giovani e ancora ignote reclute (ma qualcuno si muove già), oppure lo recupereranno. Si vedrà.
Tutto considerato, mi pare che queste ultime vicende giudiziarie siano colme di implicazioni “definitive”, rispetto alla libertà della vita politica. Infatti, con il consueto deliberato clamore, si tende a ridimensionarla, persino laddove potrebbero essercene, al più, residui seminconsapevoli. Ma anche questi M5S, potrebbero risultare “forza in esubero”. Il PD, non impensierisce, e comunque, la pressione è continua; il resto non esiste. E’ un’oligarchia sempre più rigida, quella giudiziaria.
Ma c’è un vastissimo sostrato di angoscia, di paura, di preoccupazione, esteso su quasi venti milioni di italiani, che viene incessantemente fatto coagulare intorno al vecchio, ma inossidabile arnese, della maledizione, dei colpevoli “per categoria”, dei Nemici Pubblici. E’ la miscela da manuale: per salvatori, padri nobili, cavalieri immacolati e predicatori di regole superiori e purificanti.
La Magistratura va verso un sempre più esplicito rango di Tutore della Repubblica. Intrinsecamente dittatoriale. Nuovi e vecchi ingenui, nuovi e vecchi cinici, lo stanno permettendo. Il danno è già solo nostro: e sempre più lo sarà.
Intanto, Buon Natale.