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September 11, 2015
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Crocetta e Baccei: scippare ai siciliani un miliardo e 750 milioni di Euro. A rischio occupazione e ambiente

Giulio AmbrosettibyGiulio Ambrosetti
Time: 6 mins read

Semplicemente incredibile: nel giro di poche ore, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, hanno archiviato l’alluvione che ha funestato mezza Sicilia. Città e paesi – Catania e Giardini Naxos in testa, ma l’elenco è lungo – allagati, con le automobili sommerse dall’acqua, strade trasformate in fiumi in piena, corsi d’acqua fino a qualche settimana fa ridotti a rigagnoli dall’arsura estiva che si trasformano, in poche ore, in torrenti impetuosi che distruggono tutto quello che incontrano: strade, abitazioni, caseggiati rurali, coltivazioni. Nella parte orientale della nostra Isola il primo nubifragio di una stagione invernale che si approssima e che si annuncia piena di incognite ha già distrutto importanti segmenti dell’agricoltura. Danni per decine e decine di milioni di Euro. Agricoltori in ginocchio, disperazione. E cosa fanno Crocetta e Baccei davanti a questo inferno che potrebbe riproporsi non tra vent’anni, ma tra qualche settimana? Annunciano tagli a un Bilancio regionale già disastrato per un miliardo e 750 milioni di Euro!

Lo Stato, nell’ultimo anno e mezzo, ha scippato alla Regione siciliana circa 10 miliardi di Euro. Centinaia di

alluvione a giardini

Alluvione a Giardini Naxos: foto di meteoweb

Comuni siciliani sono al dissesto finanziario non dichiarato. La riforma delle Province, con le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e i fantomatici Consorzi di Comuni rischia di fallire ancor prima di essere applicata. Interi settori dell’amministrazione pubblica isolana sono senza risorse finanziarie. La spesa sociale è stata praticamente azzerata, se è vero che non ci sono soldi per gli anziani, per l’infanzia e per i portatori di handicap. E si annunciano ‘risparmi’ anche sulla pelle degli studenti.

Di fatto, oggi, in Sicilia, esiste e resiste solo l’economia che non ha nulla a che spartire con la Regione siciliana. E in parte è proprio a questi soggetti – cioè agli imprenditori siciliani che vivono del proprio lavoro – che il governo Crocetta vorrebbe adesso scippare le risorse finanziarie. Nella testa di Baccei spunta il recupero dell’evasione fiscale: ovvero la ‘caccia’ a chi non ha pagato il bollo di circolazione delle automobili (dimenticando che in Sicilia, per la diffusa povertà, un numero impressionante di automobilisti non paga più l’assicurazione delle auto: altro che bollo di circolazione!); la ‘caccia’ agli evasori delle accise sull’energia; l’aumento dei canoni di concessione e, in generale, l’aumento delle imposte locali. E, ciliegina sulla torta, il licenziamento di migliaia di operai della Forestale e il non pagamento delle retribuzioni a migliaia di precari della Regione, dei Comuni e delle ex Province.

Di fatto, davanti a un governo nazionale che deruba le finanze regionali, il toscano Baccei non trova di meglio che tornare a ‘spremere’ i siciliani, colpendo gli imprenditori dell’Isola che hanno la sola ‘colpa’ di essere rimasti in Sicilia a fare impresa, a prescindere da una Regione che ormai è solo un peso per la Sicilia e per i siciliani. Attenzione: noi non stiamo mettendo in discussione le istituzioni autonomistiche della nostra Regione: mettiamo in discussione un governo regionale di ‘ascari’ e venduti a Roma che sta utilizzando le nostre istituzioni per derubare quelle poche risorse finanziarie che le famiglie e le imprese siciliane ancora in piedi riescono a mantenere.

corruzioneDi questi ‘ascari’ che stanno massacrando la Sicilia vi diciamo i nomi e i cognomi politici. In testa c’è il PD siciliano, partito che oggi rappresenta la vera e propria cancrena della nostra Regione. A questo partito si aggiungono l’UDC, Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Sicilia Democratica e, in generale, tutti i deputati del Parlamento siciliano che in questi tre anni sono passati con Crocetta (a quanto pare, in cambio di benefici e prebende, come ha denunciato un deputato, Pippo Sorbello: questione ripresa dai grillini: vicenda che, a nostro avviso, dovrebbe essere oggetto di un’inchiesta da parte della magistratura penale, perché parliamo di corruzione di deputati).

Questo governo, questi partiti e questi deputati adesso vogliono ‘saccheggiare’ le famiglie siciliane, perché Baccei – che, ricordiamolo è stato imposto dal governo Renzi – le vuole colpire con un aumento delle tasse locali e con il recupero dell’evasione fiscale. Governo, partiti di governo e deputati regionali vogliono penalizzare anche le imprese che ancora non hanno avuto il ‘piacere’ di conoscere la Regione, aumentando tasse e imposte.

Di fatto, Baccei sta proponendo una manovra economica e finanziaria che trasformerà la recessione che oggi travaglia la Sicilia in vera propria depressione economica. Se, sotto il profilo morale, recuperare l’evasione fiscale è corretto (anche se in questo caso non si tratta di grandi evasori e di grandi cifre, ma di tantissimi evasori per piccole cifre – come il bollo delle automobili – evasori che, spesso, non riescono a mettere d’accordo il pranzo con la cena), sotto il profilo economico, soprattutto se accompagnata da un aumento di imposte e tasse locali, quest’ennesima stretta su famiglie e imprese proposta dall’accoppiata Crocetta-Baccei provocherà un’ulteriore riduzione della domanda al consumo e, di conseguenza, un aumento della disoccupazione. In una parola, Crocetta, Baccei, i partiti che appoggiano il governo e i deputati che sono passati con la maggioranza in cambio di ‘qualcosa’ (che alti valori morali, no? e meno male che era solo Berlusconi il grande corruttore che, nel 2006, ‘acquistava’ parlamentari), in queste ore, stanno lavorando per rendere sempre più povera la Sicilia. E per parare il culo al governo Renzi che vuole continuare a derubare la nostra Regione.

In queste ore – tanto per citare un esempio – i deputati ‘ascari’ di una maggioranza ‘ascara’ stanno forestali sicilianichiedendo la convocazione la commissione Bilancio e Finanze del Parlamento siciliano per approvare un disegno di legge sugli operai della Forestale che ancora non c’è! Invitiamo gli operai della Forestale a non cadere in questo tranello e a scegliere altre vie per reclamare il rispetto dei loro diritti. Detto in soldoni: vi stanno prendendo per il culo.

Lo stesso discorso vale per i precari dei Comuni, per i dipendenti e per i precari delle ex Province e per i circa 60 mila precari sparsi tra gli uffici e gli enti della Regione. Egregi signori, svegliatevi, datevi un mossa, perché questo governo vi sta prendendo per il culo.  

Che fare davanti a un prospettiva simile? Qui in gioco non c’è soltanto il futuro economico della Sicilia e la retribuzione di migliaia e migliaia di siciliani, ma la stessa vita dei cittadini siciliani. Il discorso ritorna all’ambiente, alle alluvioni degli ultimi giorni. E’ bene che i cittadini siciliani sappiamo che i Comuni non hanno i soldi per rendere le strade e i corsi d’acqua sicuri. I corsi d’acqua esondano – com’è successo a Giardini Naxos – perché i tecnici dei Comuni non intervengono per liberare l’alveo dalla presenza di rami secchi e spesso di rifiuti che ostacolano lo stesso corso d’acqua. Idem per i tanti punti intasati che possono ostacolare un piccolo torrente che attraversa un centro abitato: un corso d’acqua intasato che, con una bomba d’acqua, si può trasformare, nel giro di qualche ora, in uno strumento di morte.  

Le città si allagano non soltanto perché esondano i corsi d’acqua, ma perché le caditoie e, in generale, i punti drenanti risultano intasati da residui vegetali e da rifiuti (che, ricordiamolo, ormai da qualche anno, in molte città della Sicilia, rimangono ammassati nelle via cittadine andando ad intasare le caditorie: fenomeno che a Palermo è diffusissimo). Vorremmo ricordare che, qualche giorno fa, Palermo e altre città siciliane non si sono allagate non perché è stata fatta correttamente la manutenzione (che non è stata fatta!), ma perché non sono arrivate le bombe d’acqua.

Lo stesso discorso riguarda le campagne della Sicilia. Un tempo del controllo dei fiumi e dei corsi d’acqua si occupava l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana. In alcuni casi, come nel Messinese, le sistemazioni sono state peraltro sbagliate, con la ‘cementificazione’ del letto delle fiumare. Ma in molti altri casi, con le sistemazioni ‘naturali’, i tecnici dell’Azienda Foreste hanno svolto opera meritoria. Oggi tale Azienda è stata smembrata e snaturata, prima dal governo di Raffaele Lombardo e, adesso, dal governo Crocetta. Fiumi e corsi d’acqua sono abbandonati. Questo spiega gli incredibili danni che in queste ore si contano nelle campagne della Sicilia orientale.

Cosa vogliamo dire con queste sottolineature? Che ormai Il governo Crocetta-Baccei non è soltanto un problema enorme per la poca economia siciliana che ancora resiste. Ormai l’azione malsana e ‘ascara’ di questo governo rischia di provocare danni ingenti all’ambiente e anche alle persone. Non dimentichiamo o morti registrati qualche anno fa nel Messinese (per i quali nessuno ha pagato). Basta andare sulla rete e fare una breve ricerca per capire che il clima sta cambiando. Ormai le precipitazioni tumultuose – le cosiddette bombe d’acqua – stanno diventando la norma. Per proteggere le vite umane, oltre che l’agricoltura e le abitazioni, servono le manutenzioni. Ma quest’esigenza ineludibile si scontra con un governo regionale e con una maggioranza politica che lo sostiene impegnati, di fatto, a scippare soldi alle famiglie e alle imprese siciliane per portarli a Roma. 

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Giulio Ambrosetti

Giulio Ambrosetti

Sono nato a Palermo, ma mi considero agrigentino. Mio nonno paterno, che adoravo, era nato ad Agrigento. Ho vissuto a Sciacca, la cittadina dei miei genitori. Ho cominciato a scrivere nei giornali nel 1978. Faccio il cronista. Scrivo tutto quello che vedo, che capisco, o m’illudo di capire. Sono cresciuto al quotidiano L’Ora di Palermo, dove sono rimasto fino alla chiusura. L’Ora mi ha lasciato nell’anima il gusto per la libertà che mal si concilia con la Sicilia. Ho scritto per anni dalla Sicilia per America Oggi e adesso per La Voce di New York in totale libertà.

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