Alla vigilia del loro intervento alle Nazioni Unite in occasione della Quarta Conferenza Internazionale organizzata dall'Unione Interparlamentare, i presidenti della Camera Laura Boldrini e del Senato Pietro Grasso hanno incontrato giornalisti e rappresentanti della comunità italiana e italo-americana al Consolato di Park Avenue dove sono stati ospitati e presentati al pubblico dal Console Generale Natalia Quintavalle e dall'Ambasciatore italiano Claudio Bisogniero.

Nella foto, il Presidente del Senato Pietro Grasso con la Console Natalia Quintavalle. Al centro il senatore Renato Turano, eletto nella circoscrizione estero Nord Centro America
All'incontro, Grasso e Boldrini hanno parlato per lo più di riforme istituzionali e di immigrazione. Il presidente del Senato in particolare, si è soffermato con la stampa per fare il punto sui cambiamenti in atto in Italia e che ha definito "epocali" anche se ha tenuto a precisare che il suo è, per lo più, un ruolo di "arbitro". "Io sono un politico nuovo – ha dichiarato il presidente Grasso durante l'incontro con la stampa – la cui funzione é tecnica piuttosto che politica. Un arbitro chiamato a giudicare l'aspetto tecnico delle questioni e quindi consapevole di dover inevitabilmente scontentare qualcuno".
Alla domanda specifica sulla sua missione a New York, Grasso ha citato i numerosi incontri bilaterali avuti con la diplomazia internazionale il cui fine ultimo è quello di sostenere la candidatura dell'Italia tra i membri non-permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Una candidatura che, secondo Grasso, dovrebbe essere favorita dai cambiamenti positivi che l'Italia sta ottenendo di recente sia in ambito costituzionale che in quello economico, come dimostrato dagli ultimi dati dell'ISTAT sulla diminuzione del tasso di disoccupazione. Mutamenti questi che, a loro volta, aumentano il prestigio italiano in ambito internazionale.
Grasso ha anche menzionato i colloqui sui temi caldi del terrorismo e della criminalità organizzata dove, a suo giudizio, l'Italia può vantare una competenza notevole rispetto a quella di altri paesi.
Durante il colloquio con il pubblico seguito all'incontro con la stampa, Grasso ha allargato la prospettiva del suo discorso all'Europa e alla crisi del progetto europeo seguita al crollo finanziario della Grecia e all'emergenza rifugiati che sta destabilizzando l'intero edificio concettuale dell'Unione laddove, di fronte a queste difficoltà, i paesi membri sembrano abbandonare immediatamente la dimensione comune e ritornare ad una prospettiva di interesse nazionale.
"Oggi l'Europa o cambia o smette di esistere" ha detto Pietro Grasso, introducendo l'argomento immigrazione che è stato poi affrontato più in dettaglio da Laura Boldrini.
La presidente della Camera ha iniziato il suo discorso dal parallelo tra Italia e Stati Uniti identificando l'America come un paese che, tradizionalmente rappresenta una meta dell'emigrazione globale e l'Italia come un "paese dal quale invece si continua a partire". Il riferimento della Boldrini riguarda l'esodo di giovani, soprattutto laureati, i quali, dopo gli studi scelgono di andare all'estero per trovare opportunità professionali che sono loro precluse in patria.
La Boldrini ha anche detto chiaramente che quello dell'immigrazione dal Terzo Mondo verso l'Europa non si può più considerare un'emergenza ma deve essere preso come un dato di fatto; come una realtà permanente del nuovo processo di globalizzazione in atto nel mondo. Un fenomeno di fronte al quale " l'Europa, si è rivelata totalmente incapace di trovare soluzioni".
"Il continente europeo è la culla dei diritti; il luogo in cui sono nati l'economia sociale e il welfare – ha dichiarato la Boldrini – e, di fronte a questa crisi, troppe persone stanno costruendo cinicamente fortune politiche facendo leva sui timori dell'opinione pubblica e ricorrendo a slogan come la costruzione di muri che sono invece solo fumo negli occhi".
La soluzione per far fronte in maniera realistica a questa nuova situazione dovrebbe essere invece, secondo la Boldrini, un'accelerazione del processo di integrazione europea. La creazione degli Stati Uniti d'Europa che superi, una volta e per tutte, la dimensione meramente nazionale che contraddistingue ancora una porzione troppo vasta della leadership continentale.
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