Renzi a tutto tondo giovedì sera alla trasmissione Virus, ospite di Nicola Porro. Sopravvissuto all'apologia di Berlusconi, Porro è stato investito dalla propaganda renziana. E noi con lui. Che noiosa. Talmente uguali i due premier che il giovane sembrava il vecchio. Bifronte come il dio italico Giano che ridiventa giovane. L’iniziatore, che rivitalizza il tempo trascorso, Berlu-Renzi si è compiaciuto degli 80 euro erogati, ecc. sino del far riaprire le fabbriche grazie al Jobs act… A parte una s di troppo, ma non si può chiedergli di sapere l’inglese, oltre a sapere come salvare l’Italia. Anzi, per questo non serve neppure conoscerne la storia. Come ha dimostrato alla trasmissione Porta a porta, spiegando le guerre nei paesi musulmani: “Anche noi nel 1700, 1800, 1900 per crescere come potenza invadevamo gli altri Stati, occupavamo militarmente territori geografici: noi ci prendevamo l’Istria o Nizza e la Savoia”. Vespa imbarazzato l’ha corretto: “Per la verità quelli ce li prendevano…” E il nostro grande premier: “Dovevo fare qualche esempio; va be’ non m’è venuto…” Ma neanche nelle barzellette di Pierino, lo scolaretto somaro. E se non ci credete, il video gira su Internet. Finalmente sappiamo dove ha studiato Renzi: sui banchi della Jugoslavia comunista, da un solo libro. E pretende di fare la riforma dell’istruzione. E poiché fa di tutta l’erba un fascio, facciamo anche noi un fascio con le non culture di Renzi, dell’ISIS e di alcuni atenei americani, con la Columbia University in testa. Perché l’erba del vicino non è sempre la migliore. Tutti e tre passibili di distruzione delle radici dell’Occidente, le proprie. Stendendo un velo non pietoso sulle barbarie dell’ISIS che nessun barbaro negli ultimi 4.000 anni aveva commesso avendo lasciate intatte le vestigia storiche, abbiamo il voltastomaco per la fanciullesca ignoranza del comitato degli studenti universitari che vigila sul multiculturalismo dell’università americana. Secondo il Columbia Daily Spectator le Metamorfosi di Ovidio, “come molti libri del canone occidentale, contengono materiale offensivo e violento che marginalizza le identità degli studenti in classe”. Perché una studentessa vittima di violenza sessuale sarebbe rimasta scossa alla lettura dei miti di Proserpina, Dafne e Filomela. Si vede che non ha mai visto un film di guerra, marchio Hollywood, letto un libro di storia né ascoltato ultimamente i notiziari delle decapitazioni e stupri perpetrati dall’ISIS. Studentessa di che? Visto poi che la cultura occidentale è considerata un semplice canone, c’è da chiedersi quale etnia culturale guidi il comitato e come mai l’America, che ha le proprie radici nella cultura occidentale fino a prova contraria, accetti una tale mistificazione che conduce all’annullamento del nostro stare al mondo. Perché vivere è cultura. E non solo letteraria, benché tecnologia e scienza occidentali facciano comodo anche ai beduini. Altrimenti sarebbero ancora alle armi in ossidiana.
Leggiamo le Metamorfosi. Apollo è al primo amore: “Ninfa, non ti inseguo per farti del male… t’inseguo per amore”. Ma Dafne spaventatissima si trasforma nell’albero di alloro. “Poiché non puoi essere mia moglie, sempre io ti porterò sulla mia chioma”. Cosa c’è di più poetico? Il dio degli inferi Plutone vede Proserpina, se ne innamora e la rapisce. La madre terra si dispera e chiede a Giove di riavere la figlia, che le spiega: “Qui non si tratta di un’impresa malvagia, ma proprio d’amore”. Il dio infatti le ha offerto i chicchi di melograno e lei li ha mangiati: ha scelto lui. Filomela è la sposa felice di Tereo che violenta la sorella. Qui sì c’è efferatezza, ma le donne si vendicano in modo ancora più spietato, poi inseguite si trasformano in rondine e usignolo. Ovidio racconta che il confine tra uomini, dei e natura è labile. Perché tutto è natura, si trasforma. Conoscere la natura animale e minerale degli uomini aiuta ad accettare meglio i cambiamenti della vita. Ma anche a prevenirli. Renzi si compiace di aver attratto 80 miliardi di investimenti del Qatar. Anche se da quelle parti non hanno letto l’Iliade, un cavallo di Troia, per penetrare e prendere l’Occidente, lo sanno mettere in piedi tra finanziamenti a noi, all’ISIS e agli scafisti. Per un uovo oggi, domani non avremo più nemmeno una gallina.