“È finito tutto!”, “È finito tutto!”, “È finito tutto!”, ripeteva Antonino Caponnetto all'indomani delle stragi del 1992. Questo è l'uncio commento che mi viene in mente di fronte all'approvazione, da parte della Camera dei deputati, dell'articolo 9 del disegno di legge scuola, in base al quale saranno i dirigenti scolastici a scegliere i docenti che, tenetevi fermi, dovranno auto-candidarsi proprio come i concorrenti di Miss e Mr Italia!
“Bella, giovane, attraente, remissiva, lecchina, renziana, disponibile, cerca lavoro come docente presso il vostro favoloso istituto”; oppure: “Mio padre, capo-mandamento, è disposto a versare tutti i finanziamenti che desiderate per mandare avanti la carretta della vostra scuola o per comprarvi una favolosa Luis Vuitton, se solo voi foste disponibili ad assumermi a vita”; o ancora: “Se non assumi mia/a nipote, ti faccio saltare in aria l'intero edificio scolastico”. Sono solo alcuni dei possibili scenari cui potrà dare vita, soprattutto nel Sud Italia, il suddetto provvedimento approvato.
Ore, giorni, mesi di dibattito e confronto, ma nessuna strategia è stata elaborata da parte di governo e maggioranza al fine di evitare che la “chiamata diretta” dei presidi (dal sapore indistintamente fascista) possa avere la pericolosissima conseguenza di esportare il rischio clientelismo e infiltrazione di associazioni a delinquere nell'unico settore della storia del nostro Paese rimasto ancora incontaminato grazie all'applicazione delle trasparenti regole per il reclutamento del personale docente, fino ad oggi in vigore: quello della pubblica istruzione. E Renzi che fa? Impone ai suoi sudditi, ridotti oramai a pappagalli privi di spirito critico e di dignità, di votare un provvedimento rispetto al quale egli stesso non è in grado né di definirne i vantaggi, né di controbilanciarne i drammatici rischi che esso contiene.
Goffi tentativi di giustificare questo attacco al cuore al diritto allo studio e alla democrazia, sono stati i tristi interventi in aula da parte delle grottesche onorevoli Ascani e Malpezzi. Indovinate cosa hanno affermato? “Qui non avete capito che tale riforma reintroduce una prassi che non è stata più attuata dal 2001, quella della valutazione anche dei presidi”. Letto? In pratica, stanno per conferire super poteri a soggetti che non vengono valutati dal 2001! Non si capisce se c'è da morire dalle risate di fronte alla tragicomicità delle due esponenti della maggioranza o da piangere. Parlano in difesa dell'articolo 9 e non si rendono conto che ciò che dicono non fa altro che peggiorarne l'idea che già si era fatta l'80 per cento dei docenti sceso in piazza il 5 maggio!
Ma torniamo alle “genie” Malpezzi e Ascani”: ad un certo punto, una delle due, ritrovandosi sempre più a corto di argomentazioni, arriva ad affermare: “Dobbiamo introdurre la meritocrazia, abbiamo bisogno di una scuola di qualità, per questo i dirigenti scolastici sono incaricati di scegliersi i docenti più bravi nell'ambito degli albi territoriali e di confermarli o meno dopo tre anni in base alla valutazione che ne faranno”. Immediata la domanda: “E quelli 'non meritevoli' che fanno? Licenziati? Disoccupati?”. Risposta delle due succitate genie: “Ma no, saranno tutti docenti di ruolo, nessuno potrà essere licenziato, semplicemente verranno assunti dalle scuole dove nessuno si candida”.
Tradotto: stiamo creando un Paese di scuole di serie A e scuole di serie B. Ovviamente, di serie A saranno le scuole situate nei quartieri più benestanti, di serie B le scuole di periferia. Alla faccia della Buona Scuola per un futuro migliore! Ma ci fanno o ci sono? No, perché io non ci posso credere che un premier definito quasi all'unanimità “brillante giovane rampante” non arrivi a realizzare ciò che persino il più asino dei miei alunni intuirebbe all'istante, ovvero il rischio che nel momento in cui, nelle periferie, non permetti lo sviluppo della qualità didattica, relegandovi docenti “non meritevoli”, rendi un servizio gradito alla malavita e alle mafie in genere. Ecco perché non mi veniva altro da dire fuorché “È finito tutto!”, “È finito tutto!”.
Sono le parole usate, come già ricordato, da Antonino Caponnetto subito dopo la stragi del 1992. Linguaggio e mente sono strettamente connessi e la mente non fa mai associazioni casuali… 18/05/2015: approvato articolo 9 disegno di legge scuola. La mafia ringrazia.
Foto tratta da inviatospeciale.com