Uno afferma di non conoscere i contenuti della manovra finanziaria in discussione all'Ars, l'Assemblea regionale siciliana (il Parlamento dell'Isola). L'altro sostiene che la Sicilia potrà incassare, come prevede il suo Statuto e per la prima volta nella storia, le accise sull'energia prodotta sul territorio.
Praticamente, si recita a soggetto. Sulla scena un Presidente della Regione, Rosario Crocetta, che come fosse un pugile suonato, dice di non conoscere la manovra economica presentata dal suo Governo.
E, al suo fianco, l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, 'l'inviato speciale' del Goveno Renzi in Sicilia, che, come un consumato personaggiio shakespeariano, magari Iago, aduso a raccontare verità manipolate, annuncia in Aula quello che non è. Tanto, la sorte di Desdemona, alias la Sicilia, è già segnata.
Così, facendo riferimento ad una recente sentenza della Corte Costituzionale che riconosce alla Sicilia il diritto di trattenere le accise sull'energia prodotta sul territorio, dice:
"Alla luce di questa sentenza per il prossimo anno sarà necessaria mettere in piedi una trattativa con lo Stato". Per avere, cioè, le risorse che spettano alla Sicilia ma che Roma trattiene indebitamente.
Una trattativa con lo Stato? A parte la pesantezza del termne 'trattativa', che rimanda a tutt'altra storia- storia che la dice lunga sull'Italia e sui suoi rapporti con la Sicilia-, e, al di là del fatto che non sapevamo che le sentenze della Corte Costituzionale potessero essere oggeto di negoziati, Baccei, forse, dimentica, che Crocetta, con una decisione presa in solitudine, lo scorso Giugno ha firmato un accordo col Governo Renzi in cui rinuncia ai contenziosi della Sicilia con lo Stato?
Ricordiamo che, il presidente Crocetta ha stabilito che la Regione da lui presieduta non metterà in atto, per i prossimi quattro anni, le sentenze della Corte Costituzionale che danno ragione alla Sicilia sulla questione della territorialità delle imposte. Praticamente, grazie a questa sentenza la Regione siciliana avrebbe potuto incassare già a partire da quest’anno circa sei miliardi di euro che lo Stato continua indebitamente ad incassare. Ma Crocetta, in cambio di un piatto di lenticchie (500milioni di euro) che neanche si vede, ha deciso di rinunciarvi.
Ora, secondo Baccei, "in base a quell'accordo la rinuncia riguarda i benefici per il periodo 2014-2017, ma non quelli a valere sugli anni 2012 e 2013 per i quali stimiamo di poter recuperare 230 milioni di euro".
Peccato che le cose non stiano esattamente così. Come conferma a Lavocedinewyork.com, Gaetano Armao, avvocato ed ex assessore regionale nel Governo Lombardo, tra i promotori di tanti ricorsi dinnanzi alla Corte Costituzionale per violazioni dello Statuto (ed oggi tra i fondatori dl movimento Sicilia Nazione), i fatti dicono altro:
"Baccei non sa di cosa parla o non capisce. L'accordo firmato da Crocetta a Giugno riguarda i giudizi gia conclusi e quelli in corso di svolgimento. La recente sentenza della Consulta rientra quindi – sottolinea Armao- tra quelli che al momento dell'accordo erano in corso di svolgimento. Di conseguenza quello che afferma è semplicemente non vero. Ma non stupisce, lui non sa di cosa parla, Crocetta non conosce la finanziaria. Peggio di così…".
Domanda: Baccei non sa di cosa parla o come Iago, ha una sua verità da vendere?