da Giuseppe Barcellona
riceviamo un'opinione sul Pd
Lo Scudocrociato è ufficialmente finito intorno alla metà degli anni Novanta, eppure io vi dico che è più vivo che mai. E’ interessante raccontarne la storia, seguirne l’evoluzione incrociandola con la storia siciliana. Ne viene fuori un quadro singolare che, se compreso, fornisce una chiave di lettura dell’attuale situazione politica regionale e nazionale che deve far riflettere.
Le radici della Dc erano ben salde, per anni aveva assolto brillantemente la funzione a cui era stata assegnata, combattere il comunismo. Poteva contare su alleati forti dentro e fuori le istituzioni, in Europa e oltreoceano. Parliamoci chiaro: in Sicilia l’accordo segreto con la mafia ne ha garantito l’esistenza, due tumori che si alimentavano l’un l’altro.
Finito il comunismo anche la Dc non aveva più senso, ed a quel punto della storia anche la mafia era alle corde, stretta nella morsa dei pentiti, rinnegata dalla coscienza delle nuove generazioni, apparentemente abbandonata dalla politica, accusata dalla Chiesa, braccata da un pool di magistrati coraggiosi.
Mafia e malaffare potevano veramente finire, sarebbe stata la svolta, la rinascita della Sicilia e del Paese, ma non fu così; dopo anni di connivenze gli scheletri affioravano dagli armadi, solo un miracolo poteva salvarli. E miracolo fu.
Il nuovo miracolo italiano resuscitò e diede nuova linfa alle due organizzazioni che confluirono insieme nella nuova formazione politica che, da Arcore, si affermò rapidamente in tutto il Paese resuscitando carogne destinate all’oblio, riciclando personaggi discutibili che avevano in teoria concluso il loro iter politico e criminoso.
Per un altro ventennio abbiamo dovuto subire, da un dittatore all’altro; Mussolini, Andreotti, Berlusconi in successione; sullo sfondo i comunisti eternamente sconfitti, in un’immaginaria lotta tra il bene e il male dove i rossi hanno sempre recitato il ruolo delle vittime. Oggi guardando il Pd, che in teoria dovrebbe essere la sinistra, l’alternativa ad un sistema politico criminoso, si rimane basiti.
Che cos’è questo carrozzone multiforme, che cosa è diventato? Com’è possibile che, partendo da nobilissimi ideali e valori, la difesa dei lavoratori, la lotta al capitalismo, la giustizia, la lotta alla mafia, da Karl Marx a Che Guevara, dai partigiani a Enrico Berlinguer si arrivi agli attuali leader che tutto sembrano tranne uomini di sinistra?
Tutto cominciò, forse per caso. Nel 1976 Berlinguer incontrò Breznev e gli altri leader comunisti europei, ribadendo che le aspirazioni della masse operaie dell’Occidente non potevano essere uguali a quelle dei pari grado dei Paesi d’oltrecortina; occorreva venirsi incontro e sviluppare un nuovo modello politico e sociale aderente alle aspirazioni della sinistra euroccidentale.
Breznev accettò investendo il Partito comunista italiano della leadership e facendo del Pci un interlocutore privilegiato di Mosca; ciò portò al compromesso storico con Aldo Moro, dopo i Kennedy una nuova frontiera si stava aprendo, questa volta in Europa.
Alla Casa Bianca erano terrorizzati. Si mobilitarono i servizi segreti; un funzionario di Stato, un certo Steve Pieznick, fu mandato a ricordare agli italiani chi dovevano ringraziare per il benessere e la democrazia. Sapete come andò a finire.
Il colpo fu durissimo. Le cose cambiarono e nelle successive tornate elettorali il Pci avrebbe pagato dazio smembrandosi lentamente ma inesorabilmente. Cominciò la metamorfosi. La sinistra, come un iceberg alla deriva, si diresse a vele spiegate verso il centro, perestrojka e glasnost furono il sol dell’avvenire che sciolse la scocca di ghiaccio dell’est. Qualcuno lo chiamò disgelo.
Gli obsoleti uomini della sinistra italiana erano come pugili suonati su un ring. Se noi possiamo cambiare, e voi potete cambiare, tutto il mondo può cambiare. E il mondo cambiò, ma non era scritto da nessuna parte che nel Paese con il più forte partito comunista a distanza di così pochi anni il Pd avrebbe preso il posto della Democrazia cristiana, coi suoi falsi ideali, con la viscida apparente bonomia dei suoi leader, coi raggiri perpetrati sotto l’egida di una storia che non gli appartiene e che stanno rinnegando, con le sue lobby segrete, coi gli intrallazzi delle sue organizzazioni umanitarie che di umano non hanno nulla, nei rapporti con la malavita e gli scandali che lasciano a bocca aperta giorno dopo giorno.
Questo Pd è peggio della Democrazia cristiana: è un serpente ancora più strisciante che in Sicilia tocca l’apogeo con un presidente della Regione, dicono, legato agli interessi di Confindustria ed amico non del popolo, ma dei petrolieri.
Tutto questo è un offesa alla Sicilia e alla dignità di un popolo che ha versato il sangue dei propri martiri su questo altare e che non merita di vedere ideali così alti e valori così assoluti scivolare nella vigliaccheria di questi uomini senza scrupoli che la storia condannerà e per sempre.