Mentre la vicenda del peschereccio siciliano attaccato la scorsa notte in acque libiche da uomini armati sembra essersi conclusa nel migliore dei modi (l'equipaggio è riuscito a scappare ed è stato soccorso dalla Marina militare), da Mazara del Vallo arriva un'altra notizia che lascia di stucco. E che lascia intuire come la Sicilia e i siciliani, ancora una volta, rischino di essere sacrificati sull'altare di una politica dell'immigrazione senza capo né coda.
Parliamo di una notizia resa nota dal Sindaco del grosso centro marinaro della Provincia di Trapani, Nicola Cristaldi: gli autobus scolastici, quelli cioè che accompagnano i ragazzi a scuola, sono stati precettati per il trasporto dei migranti. Morale: i bambini mazaresi possono restare a casa, soprattutto quelli che vivono in periferia, e non andare a scuola perché, a quanto pare, per lo Stato italiano, ci sono altre priorità. Abbiamo raggiunto telefonicamente Cristaldi per chiedergli di commentare questa novità, cominciando però dalla vicenda del peschereccio.
La vicenda del peschereccio sequestrato è finita bene. Ma perché avete parlato di un sequestro anomalo? Non è certo la prima volta che accade…
"Sì confermo che tutto è finito bene. La Marina militare sta scortando il peschereccio in Sicilia. Circa un'ora fa (quando scriviamo sono le 15, ndr) erano già al largo di Lampedusa. Si è trattato di un sequestro anomalo perché non erano militari libici ad avere sequestrato il peschereccio, come era accaduto in passato. Ma uomini armati su una motovedetta civile. Questo fa pensare a qualche banda, a qualche gruppo che non si riconosce in un governo".
Il sospetto è che siano stati uomini dell'Isis?
"Non possiamo dirlo, certo è stata una banda armata".
Veniamo adesso all'altra vicenda di cui abbiamo letto qualche riga in un lancio di agenzia. E' vero che gli autobus per il trasporto scolastico sono stati precettati per il trasporto dei migranti?
"Verissimo. E' un provvedimento di ieri. I quattro autobus della società Siberiana che svolge il servizio di trasporto scolastico sono stati precettati per trasportare i migranti, che dovevano arrivare qui, nei centri d'accoglienza. I migranti poi sono stati portati a Pozzallo, ma il provvedimento resta per eventuali nuovi arrivi. Il risultato è stato un grave disagio per i bambini, soprattutto delle periferie, che sono rimasti a casa e per gli insegnanti che non hanno trovato gli alunni a scuola".
Sembra incredibile…
"E' paradossale. Il Ministero dell'Interno avrebbe dovuto mettere a disposizione dei mezzi per i migranti, ma non lo ha fatto e il Prefetto è stato costretto a ricorrere a questa scelta. Lui non ha colpa".
E di chi è la colpa?
"Lo Stato italiano dovrebbe capire che si devono accogliere le persone che si possono accogliere. Questa sorta di 'buonismo' si ritorce contro gli stessi immigrati e contro le comunità siciliane costrette ad affrontare queste emergenze. Insomma, se lo Stato vuole contnuare così, deve quantomeno organizzarsi. E, al momento, non c'è nessuna organizzazione".
Le parla di buonismo, c'è chi dice che sia anche un business. Che ne pensa?
"Certamente siamo dinnanzi ad un grosso business. Consideri che per ogni immigrato si spendono 45 euro al giorno, 75 per un bambino. Per farle capire quanto siano spropositate queste cifre le dico che nella nostra zona lei può soggiornare in un albergo, pensione completa, a 25 euro al giorno. Non so se mi spiego: 25 euro contro 45 e 75 euro…".
Chi li paga questi soldi?
"Li mette in gran parte lo Stato, quindi i contribuenti italiani".
Ma anche gli enti locali siciliani sono costretti a sborsare, no?
"Certo. A sostenere costi extra sono i Comuni siciliani che accolgono i migranti. Quando c'è un arrivo, infatti, serve una prima accoglienza: cibo, vestiti, medicine, locali da disinfettare e da gestire e così via. E queste spese non vengono rimborsate".
Ma come è possibile che gli enti locali siciliani, già stremati dai tagli di risorse, debbano accollarsi queste spese? Nessuno protesta?
"Guardi in questo Paese niente è normale. Le proteste ci sono, qua e là, ma non vengono raccolte neanche dai giornali".
E l'Anci? L'Associazione dei Comuni non fa sentire la sua voce?
"Si denunciano in generale i tagli di risorse ma, su questo tema c'è una sorta di timore di essere giudica 'razzisti'. Il rischio è che il vero razzismo sia contro i Siciliani che sono già alla fame e che debbono sostenere costi extra per una politica dell'immigrazione assurda".