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April 13, 2015
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April 13, 2015
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Crollo del viadotto Imera e Sicilia in emergenza. Appello al Presidente Mattarella

Carmelo RaffabyCarmelo Raffa
Time: 5 mins read

La frana che ha travolto il viadotto “Imera”, lungo l’autostrada Palermo-Catania ha messo in ginocchio la Sicilia. Cosa ci aspettiamo, adesso? Un intervento concreto e tempestivo del governo presieduto da Matteo Renzi che sembra arrivare con l’insediamento di un apposito tavolo di emergenza che si costituirà a Palazzo Chigi giovedì prossimo. Ma siccome abbiamo seri dubbi sulla reale volontà di questo governo che fin’ora è apparso affetto da “strabismo”, e quindi con gli occhi e l’interesse puntati verso il Centro Nord, ci permettiamo di sensibilizzare una persona veramente per bene che sta al Quirinale. Signor Presidente Mattarella, lei che come noi fa parte dei cittadini della Regione Sicilia intervenga al più presto non per favorirla, ma per fare riconoscere ad essa le stesse prerogative che hanno goduto e continuano a godere le aree più ricche del Paese.

Se essere Regione a Statuto Speciale significa subire continue penalizzazioni e vessazioni, beh, è meglio perdere questa prerogativa e godere delle stesse condizioni di cui godono Piemonte, Lombardia, Lazio e altre Regioni italiane.

Signor Presidente, siamo certi che ella al riguardo opererà con spirito di giustizia ed equità.

Signor Presidente, in Sicilia bisogna affrontare il tema della viabilità. Affrontando i problemi seri e non con sogni e speculazioni. Il governo presieduto da Silvio Berlusconi, per esempio, tra il 2008 e il 2011, aveva inserito tra le opere prioritarie la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina già sognato, come possiamo leggere sui libri di storia, fin dal 251 avanti Cristo. Il governo successivo presieduto da Mario Monti ne ha invece decretato l’accantonamento, nonostante i danni economici che ne sono derivati (o forse proprio per questo…). Ma il problema vero per la Sicilia ed i siciliani non è la realizzazione del Ponte, ma una rete di collegamenti che oggi lascia molto a desiderare. E non ci riferiamo solo alle strade e alle autostrade, ma anche alle Ferrovie.  

Egregio Presidente Mattarella, leggiamo insieme le informazioni dal sito di Trenitalia. Dove emerge che:

da Palermo a Messina (Km. 230) e viceversa occorrono almeno tre ore;

da Palermo a Catania (Km. 209) e viceversa oltre 5 ore;

da Palermo a Siracusa (Km. 260)  e viceversa oltre 7 ore;

da Palermo a Ragusa (Km. 247) e viceversa oltre 8 ore;

da Palermo a Trapani (Km. 107) e viceversa oltre 4 ore.

Come lei, signor Presidente, può notare, i collegamenti ferroviari, in Sicilia, sono da terzo mondo. I lettori americani resteranno basiti nel sapere che, per recarsi da Palermo a Catania (e viceversa) in treno, ci vogliono 5 ore! E’ questo il motivo per il quale il crollo del viadotto “Imera” è un disastro: perché, adesso, alle 4-5 ore che si dovranno impiegare per andare in automobile (o in pullman) da Palermo a Catania, l’alternativa è rappresentata da un treno che impiega 5 ore! E questo già la dice lunga su come le Ferrovie italiane hanno trattato la Sicilia in tutti questi anni!  

Nel Centro-Nord Italia lo scenario – sempre leggendo i dati diffusi da Trenitalia – però è diverso. Infatti si denota che:

da Roma a Firenze (Km.232) o viceversa occorre un’ora e mezza di tempo;

da Roma a Bologna (Km. 304) o viceversa s’impiega due ore e quindici;

da Roma a Torino (Km. 525) o viceversa 4 ore

Trenitalia nelle ultime ore ha incrementato la tratta Palermo-Catania e viceversa di due treni cosiddetti veloci che comunque c’impiegano circa oltre tre ore. La verità, signor Presidente Mattarella, è che la viabilità ferroviaria, in Sicilia, è uguale, se non peggiore, a quella degli anni ’50 del secolo passato. 

Se affrontiamo il tema della viabilità stradale e autostradale possiamo rilevare che poco si è fatto nel passato e quasi niente si sta facendo adesso per dare pari opportunità ai siciliani rispetto alle altre aree del Belpaese. E’ di recente la decisione del governo di non considerare prioritarie alcune opere, tra le quali la realizzazione dell’autostrada Ragusa-Catania. E che dire del rifacimento della strada a scorrimento veloce Palermo-Agrigento? E andando oltre vorremmo capire come intende affrontare il governo Renzi la situazione emergenziale esplosa qualche giorno fa in seguito alla frana del viadotto “Imera” lungo l’autostrada Palermo-Catania. Se già prima del crollo la situazione di questa autostrada (A19) appariva alquanto critica per il quasi abbandono in cui la stessa autostrada versava a causa scarsa manutenzione che la rendeva rischiosa per gli automobilisti, oggi è arrivato il detto: “Al peggio non c’è fine”. Infatti per raggiungere Catania in automobile, provenendo da Palermo, occorreranno circa 4-5 ore; per raggiungere Siracusa, sempre da Palermo, da 5 a 6 ore. Per arrivare a Ragusa da 7 a 8 ore. Presidente Mattarella, si può andare avanti così?

Alla  Sicilia già colpita dalla crisi economica e che dà pochi segnali di ripresa ci mancava quest’altra disgrazia che la vede tornare indietro di circa cinquant’anni. In queste ore abbiamo notato l’attivismo di alcuni esponenti politici tra i quali Erasmo Palazzotto di Sel, Magda Culotta del Pd e Giampiero Trizzino del Movimento Cinque Stelle che chiedono interventi urgenti da parte del governo. Altrettanto traspare dalla dichiarazione del Parlamentare nazionale, Alessandro Pagano del Nuovo centrodestra democratico che ha dichiarato: “In Sicilia le infrastrutture rischiano di crollare, e non solo quelle. Considerati i contorni drammatici che sta assumendo il cedimento di un viadotto sull'autostrada Palermo-Catania a causa di una frana, la dichiarazione dello stato di emergenza è il minimo che il governo possa fare. Lo stesso neo ministro Delrio, al quale rivolgerò una specifica interrogazione, venga presto in Sicilia per sincerarsi personalmente sullo stato dell'arte della rete infrastrutturale dell'Isola e sui danni ai pendolari, al commercio e al tessuto produttivo interno che comporterà quanto accaduto due giorni fa. Ad oggi da Catania è più facile e conveniente raggiungere Londra che arrivare a Palermo”.

Pagano, che risiede nella provincia di Caltanissetta – e quindi non lontano dal luogo che è stato teatro della frana – ricorda che “al di là del cedimento, da anni la tratta autostradale che include il viadotto Imera è stata oggetto di continue attenzioni e interventi di parziale chiusura. Se si aggiunge, per ultimo, quanto avvenuto a Natale per il viadotto Scorciavacche, sul quale era intervenuto lo stesso Renzi, si capisce quanto sia precaria la situazione infrastrutturale in Sicilia. Con una grave corresponsabilità del governo regionale di Crocetta. Oggi parliamo di emergenza, non vorremmo trovarci più in là a dover recriminare su una catastrofe annunciata”.

Il passaggio finale dell’intervento di Pagano ci inquieta un po’. La frana che ha travolto il viadotto “Imera”, per fortuna, non ha coinvolto persone. Ma ci permettiamo di ricordarle, signor Presidente Mattarella, che in Sicilia altre autostrade a altre strade (soprattutto le strade provinciali, come ha più volte ricordato la parlamentare nazionale, Magda Culotta, che in quanto sindaco di Pollina, sulle Madonie, sa che cosa significa vivere con le strade provinciali dissestate) sono in pessime condizioni. Si può fare qualcosa di concreto? Si può evitare di prevenire qualche catastrofe?

Foto tratta da pickline.it  

 

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Carmelo Raffa

Carmelo Raffa

Dopo una vita vissuta nel mondo bancario, nel Sindacato e in attività di carattere sociale, da alcuni anni mi diletto a scrivere note su Economia e Politica, con particolare attenzione per le problematiche che affliggono la Sicilia, dove vivo, e il Mezzogiorno d’Italia. A sessant'anni suonati continuo quasi quotidianamente a chiedermi in che modo posso contribuire per rendere più vivibile la mia terra? E poi… cosa si può fare per un mondo più giusto?

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