Gianfranco Fini, già Presidente della Camera, ministro degli Esteri, vice-presidente del Consiglio, ultimo leader del Movimento sociale italiano e poi fondatore di Alleanza nazionale, il 28 giugno dell’anno scorso, dopo un anno di silenzio, decideva di scendere di nuovo nell’agone politico, ma nella qualità di ‘allenatore’ con l’associazione ‘Liberadestra’. Pronto, insomma, a fare politica, ma in modo diverso rispetto al passato. A Fini abbiamo posto alcune domande.
A che punto è arrivato il suo nuovo impegno e quando prevede che la squadra della nuova destra sarà pronta per giocare una partita vincente?
“L’Associazione ‘Liberadestra’ svolge un’attività di carattere politico culturale, specie sui temi della politica europea ed internazionale, è attiva in rete e si stanno creando circoli Territoriali e ambientali in ogni parte d’Italia. Per ora non ha ambizioni elettorali, ma in futuro non è da escludere nulla”.
Lei che ha rappresentato e continua a rappresentare una destra moderata, moderna ed europea, mentre gli eredi di Bossi hanno invece fatto alleanza con partiti antieuropeisti e di estrema destra tipo quello rappresentato in Francia da Jean-Marie Le Pen. Qual è il suo pensiero al riguardo?
“Anche 21 anni fa Alleanza nazionale non aveva nulla a che fare con il neofascismo e Bossi faceva solo propaganda. Oggi la Lega fa leva sull’antieuropeismo e sulla paura degli immigrati come altri in Europa: raccoglie voti, ma non ha alcuna possibilità di governare l’Italia. E’ una forza che resta ampiamente minoritaria, assai più del Front National di Le Pen. Semmai è paradossale che in Italia quasi nessuno si ispiri a Sarkozy, per restare a quel che accade in Francia”.
Che ne pensa della strana alleanza tra i Cinque Stelle di Grillo e il movimento di Nigel Farage? Anche in Italia, nelle prossime elezioni politiche, potremmo assistere ad un’alleanza tra leghisti e Movimento Cinque stelle su posizioni antieuropeiste?
“Più che un’alleanza è una convergenza contro l’euro e l’Unione europea. La politica monetaria economica è sofferente perché non accompagnata da politiche economiche e fiscali comuni, o comunque omogenee. Ne scaturisce che per tutelare l’interesse nazionale occorre una maggiore sovranità condivisa, non certo il ritorno della Lira. La destra dovrebbe provare a costituire gli Stati Uniti d’Europa, non auspicare un possibile ritorno al passato”.

Lo Speaker del Congresso John Boehner saluta l’allora presidente della Camera Gianfranco Fini
Il centrodestra tradizionale si è sgretolato e lacerato. E’ evidente che si sono create delle ferite difficilmente rimarginabili. Fratelli d’Italia e Lega contro l’Europa, Alfano ed il suo Nuovo centro destra al Governo e Forza Italia con un leader che sembra avere sempre più la vocazione di rimanere a capo di un partitino.
“Condivido. Non a caso milioni di elettori del centrodestra si astengono dal voto. E’ il punto più basso in termini di credibilità mai raggiunto”.
Sarà possibile, secondo lei, ricompattare il fronte di centrodestra per avere qualche speranza di vincere le elezioni politiche prossime e mandare all’opposizione il Pd di Matteo Renzi?
“Solo se si ripartirà dal progetto, dai contenuti e dalle proposte, da un’azione politica capace di indicare un modello per governare. Se si continua a ragionare solo di alleanze e di leadership e si insegue la Lega, Renzi governerà a lungo”.
Cosa ci può dire della figura di Sergio Mattarella?
“È un galantuomo che ha cultura giuridica ed esperienza politico istituzionale. Sarà un buon Presidente della Repubblica”.
Vorremmo conoscere la sua opinione sull’operato di Matteo Renzi con particolare riferimento al jobs act, all’Italicum ed alle altre riforme volute dal Governo in carica.
“Renzi è pragmatico, postideologico. La riforma del mercato del lavoro è stata contrastata dalla sinistra radicale e dalla Cgil. Poteva essere scritta dal centrodestra… Anche le riforme istituzionali erano in cantiere da anni. Non tutto è convincente, ma Renzi vuol dimostrare di fare, non solo di promettere. A volte è arrogante più che decisionista, ma sta cambiando pelle alla sinistra e le sue fortune dipenderanno dalla ripresa economica. Se ci sarà, Renzi non sarà una meteora”.
Presidente Fini, la situazione economica italiana, anche se sembra in ripresa, continua ad attraversare una crisi che si avverte di più in Sicilia ed in tutto il Meridione. Può dare una sua ricetta su come sarebbe possibile superare le difficoltà e fare ripartire produttività e lavoro?
“Il Meridione non esiste nella agenda del governo Renzi, non c’è nemmeno un ministro del Sud d’Italia. La ricetta è sempre quella: legalità – e il Pd è coinvolto in troppi scandali per essere credibile – e investimenti sulla ricchezza culturale e ambientale del Meridione. Il nostro Sud non è più periferia, visto quello che accade nel mare Mediterraneo. Il governo di Roma dovrebbe indicarlo come priorità strategica anche a Bruxelles, ma purtroppo non è così”.
Andando alla conclusione e come riflessione finale che messaggio da agli Italiani in America e nel mondo?
“Innanzitutto li ringrazio per aver onorato con il loro lavoro la madre Patria e aver dimostrato di cosa sono capaci, in positivo, gli italiani. Negli USA quando si parla dell’Italia nessuno pensa più solo alla mafia e alla pizza. E il merito è di tanti ex emigranti”.