Un patto federativo con l'Italia che consenta alla Sicilia di trattenere tutte le proprie risorse economiche, inclusi i tributi maturati sul territorio regionale, rinunciando a qualsiasi traferimento statale.
Questo l'obiettivo di Sicilia Nazione, il nuovo movimento politico ideato dagli autonomisti Rino Piscitello e Gaetano Armao, che stamattina a Palermo, nel giorno del 733' anniversario dei Vespri siciliani, hanno presentato alla stampa il logo, il sito internet del movimento (www.sicilianazione.eu) e le prossime iniziative.
A partire da “FERMIAMO CROCETTA”, una campagna di sensibilizzazione "sui danni prodotti dal presidente della Regione e dal suo Governo. Nella storia della Sicilia non c'e' mai stato un presidente peggiore di lui e così tanto antiautonomista".
"Due mesi fa Sicilia Nazione denunciava che Crocetta e Baccei stavano portando la Sicilia al fallimento. È quel che, purtroppo, sta accadendo" hanno sottolineato Armao e Piscitello.
E poi, il 15 maggio, per la celebrazione dei 70 anni di elaborazione dello Statuto Siciliano, una manifestazione (#Sicilia15.5.15) che si terrà per le vie di Palermo, per battezzare ufficialmente il movimento e per lanciare la sfida allo Stato: patto federativo o Sicilia indipendente.
I punti principali della Carta Programmatica di Sicilia Nazione riguardano innanzitutto la già citata autonomia fiscale: la SIcilia non chiede nulla, solo di trattenere le imposte maturate sul territorio e di sfruttare le risorse locali a vantaggio dei Siciliani.
Previsioni contenute nello Statuto Siciliano che, pur essendo parte della Costituzione italiana, sono state puntualmente disattese dallo Stato italiano.
Va ricordate che, secondo le stime fornite dai tecnici dell'Assemblea regionale siciliana, parliamo di almeno 7 miliardi di euro l'anno che per Statuto spetterebbero alla Sicilia e che invece restano a Roma.
Ancora, nel programma di Sicilia Nazione, c'è la creazione di un fondo per il riequilibrio infrastrutturale che dovrebbe essere nutrito da tutti quei fondi europei che sono stati dirottati verso altre regioni e da tutti i tributi incassati "illegittimamente" dallo Stato.
Quindi, una fiscalità di vantaggio (anche questa prevista dallo Statuto) che possa creare un friendly business environment, possa cioè attrarre investimenti ed imprese.
Nel programma del nuovo movimento politico anche l'apertura di due casinò, vietata da una norma nazionale "ingiustificabile. Il turismo impenna lì dove ci sono i casinò e non è ammissibile che alla Sicilia venga negata questa possibilità".
Si parla poi dell'emissione di una moneta complementare attraverso Certificati di Credito Fiscale validi per le transazioni interne a fianco dell’euro; e ancora, la semplificazione amministrativa, la valorizzazione dei beni culturali e dell'agricoltura, l'introduzione dello studio della cultura siciliana nelle scuole, ma anche il ripristino dell’Alta Corte (quell'organismo che avrebbe dovuto esprimersi sulla legittimità delle normative statli rispetto alle previsioni statutarie e che, come ebbe a dire Guseppe Alessi, primo Presidente della Regione "è stato sepolto vivo dallo Stato") e l' eliminazione delle prefetture nel territorio siciliano.
Nella Carta programmatica si parla anche dell'immigrazione e si prevede "il contrasto dei ritmi insostenibili del flusso di immigrati stabilendo un tetto massimo alle presenze nei centri d’accoglienza siciliani".
Insomma, ad occhio e croce, il programma di Sicilia Nazione è una vera e propria dichiarazione di guerra (politica, ovviamente) allo Stato italiano:
"Senza una rivendicazioni seria delle nostre prerogative, i Siciliani non otterrano mai niente" dice Armao a Lavocedinewyork. com "basti vedere quello che è successo negli ultimi due anni con il Governo nazionale che, grazie alla complicità di Crocetta, ha depredato la Sicilia portandola al fallimento".