Renzi dice le cose giuste al momento giusto. Quello che la gente vuole sentire. E non porta neanche le stigmate berlusconiane, nel senso che non è di destra, cioè in odore di fascismo. Benché la sinistra lo invidi, se lo tiene per far bella figura e per dire che essa regge l’Italia. Ma la sinistra non regge, non ha retto mai niente a causa delle faide interne: tutti contro tutti armati. Sarà un retaggio comunista: nessuno deve essere o avere più degli altri. Il che non conduce al progresso ma alla dittatura. Ora la sinistra pensa invece che conduca all’oligarchia, nel senso che al suo interno vorrebbero comandare tutti insieme appassionatamente. Solo che la passione non alberga nei loro cuori rattrappiti che semmai devono difendere dalle coltellate di un compagno. Così è avvenuto che fra tutti questi litiganti impegnati a pugnalarsi l’un l’altro, Renzi si è fatto largo con la sua lingua simpaticamente tagliente. E’ stato bravo. Così bravo che mi ricorda Fidel Castro. Come lui, riesce a cavalcare le emozioni della gente, non dico popolo, perché l’italiano in questo momento non è un popolo. E non lo sarà finché cercherà di fregare e uccidere il prossimo, attraverso evasione fiscale e sistema mafioso, mutuato anche dalla politica.
Renzi ha ricevuto la fiducia degli italiani, i quali da 45 anni sono abituati a votare il meno peggio, da quando subirono il lavaggio politico del cervello da parte della democrazia cristiana che paventava il sorpasso comunista. Andavo al ginnasio e ricordo bene lo spauracchio che la Dc aveva diffuso negli animi autocelebrandosi con lo slogan: “Alcuni anni buoni, altri meno buoni, ma tutti in libertà”. Intanto vivevamo tra espropri proletari nei ristoranti, rapimenti nelle case, sparatorie ai posti di blocco delle strade e ogni tanto ci scappava pure il morto. La morte di Aldo Moro ha salvato la DC ossia la DC si è salvata non scendendo a patti con le brigate rosse.
Ora non siamo ancora alla guerra civile, ma Fidel Renzi, che tanta fiducia, attiva o passiva, ha acquisito, deve stare attento a non diventare Matteo Castro, perché potrebbe finire castrato né noi vogliamo farci proprio castrare del tutto.
Anni fa un mio amico imprenditore, indotto a fallire dallo Stato italiano il quale non gli aveva pagato le costruzioni che aveva effettuato per suo conto, decise di trasferirsi a Cuba per lavorare e condurre una vita più facile. Lasciò in Italia lussi e amicizie, pessimismo e diffidenza, che l’avevano sempre contraddistinto, convinto che il sole e le belle donne l’avrebbero ripagato di tutto. Quanto era pieno di fiducia nelle possibilità lavorative in quel Paese, retto da un regime corrotto, così si era innamorato di una bella ragazza, senza voler capire che gli diceva di amarlo solo per spillargli soldi. Mangiando gli spaghetti in canottiera, si beveva estasiato Fidel Castro alla tv che tuonava: “Popolo di Cuba! Donne di Cuba!” E poi osservava: “Come parla bene!”.
Il mio amico era completamente regredito culturalmente vivendo in un altro contesto esistenziale e politico. Spero che non ci illuderemo di esser ben governati solo perché Renzi parla bene. Certo, con le sue parole ha messo in riga la Merkel, ma lei non aveva alternative, perché sa bene che siamo tutti sulla stessa barca che fa acqua. Le sanzioni alla Russia ci stanno costando salate sia in termini di turismo che di export. Il che significa depauperamento ulteriore del nostro Paese. Ma Renzi si rende conto che la priorità è la lotta all’Isis? Che siamo in pericolo? Cerchiamo di non arrivare al punto di amare Renzi come un dittatore.