Dal Presidente del Consiglio (non eletto) Matteo Renzi non si sente parlare che dell’”urgenza” di riforme… Riforme a destra e a manca. Riforme e ancora riforme… Questa è la parola d’ordine. Questo, l’oppio somministrato dal Potere al popolo d’Italia che arbitro di se stesso certo non è. E’ il popolo che ha assistito, inerte, alla polverizzazione dei confini nazionali, all’assassinio della Lira, alla formazione, incessante negli ultimi vent’anni, di partiti, movimenti, di cosche indifferenti ai supremi interessi della nazione, avvitate, eccome, intorno ai propri, bassi interessi. E’ il popolo ormai privo di ogni senso critico: il popolo che a più riprese ha votato per Silvio Berlusconi (!), che in varie occasioni ha dato fiducia a Romani Prodi: il popolo della Sinistra (della lotta di classe!) che poche Lune dopo il crollo del Muro di Berlino e il dissolvimento dell’Unione Sovietica, s’è scoperto “liberista”, “democratico”. Follìa pura. Follìa collettiva. Opportunismo, opportunismo nella più crassa versione italiana.
La Storia a riguardo dovrà pur dir la sua. Ma basterà? Basterà per spiegare e analizzare lo scempio scatenatosi in Italia dal 1992 in poi? Da quando tutto s’è reso possibile a tutti, da quando imbonitori e incantatori di serpenti, premurosamente circondati da solerti giannizzeri e da ancelle nemmeno tanto pudiche, hanno preso il potere lasciato, del resto, da una DC ormai svuotata, stanca, suicida; da un Partito Socialista che socialista più non era; da un Partito Comunista che dinanzi agli sfolgorii del Supermercato, non vedeva l’ora di saltare il fosso… La Decadenza… La più arrendevole, disgustosa decadenza nella Storia d’Italia.
Tutto questo ce lo saremmo risparmiato se alla nostra guida si fossero trovati uomini politici e grossi industriali forniti del senso dello Stato, preoccupati di servire il Bene comune. Attenti a non dare spazio eccessivo ai “mercanti”, i quali solo a se stessi pensano non appena trovano la sospirata libertà di manovra. Attenti a garantire produttività, non “produzione” dozzinale, squallida, fredda, incolore.
Già, crolla il Blocco dell’Est e tutti fanno a gara a chi è più liberista. Riprende vigore la canzoncina, ubriacante, mendace, quindi fuorviante, delle “leggi del Mercato”… E’ l’appiattimento. E’ il neoconformismo stimolato dalla cosiddetta grande stampa che parla solo a se stessa, quando pretende d’essere portavoce della “gente comune”.
Le riforme. Le riforme invocate da Matteo Renzi con teatralità stucchevole, con ripetitività ossessionante. Sospetta. Che cosa vogliono dire queste ormai famose “riforme”? Vogliono dire tutto il potere nelle mani dei privati, dei negrieri Terzo Millennio, dei nemici dello Stato, dei nemici del Popolo.
Cui prodest?
Qui il gioco è subdolo. Molto subdolo.