I discorsi alle Camere di Renzi hanno ricevuto una così ricca messe di glosse, epitomi ed esegesi che quasi neanche quello di Gesù sulla Montagna. Lo show business, si sa, tiene famiglia e, perciò, non si butta via niente. Si può capire. Ma in tutto questo fiorire ermeneutico c’era un filo di Arianna: la questione anagrafica. Persino il diretto interessato non l’ha sottaciuta, sia pure opportunamente esautorandola, con il vistoso richiamo pop al refrain di Gigliola Cinquetti.
Ma la frase “non ho l’età”, oltre alla meritoria filigrana canora, alla leggiadria civettuola dell’indugio adolescenziale, rimanda anche ad auguste radici, ad un fondamento solenne ed impegnativo: Platone, nientemeno. In uno dei dialoghi giovanili, Lìside, l’omonimo protagonista, un ragazzo candidamente circondato dalle cure onnipresenti dei genitori, viene condotto al cospetto di Socrate; quando questi rileva che tanta solerzia gli impedisce di fare qualsiasi cosa, lo rende o lo presuppone incapace, il ragazzo protesta: “Ma non ho ancora l’età, Socrate!”. La replica è immediata: non è questione di anni sul groppone, ma di competenza. La fiducia viene data perché si è riconosciuti competenti, conoscitori di un “arte”. Negata, in caso contrario: l’età non c’entra.
Perciò, non il Tempo contemplato in inerte accumulazione di sè stesso, ma usato come cornice necessaria entro cui coltivare la ricerca del sapere. Da qui il proverbiale corollario, con inarrivata sintesi pirandelliana, che si può essere giovani anche da vecchi, cioè ardentemente desiderosi di costruire la competenza, che è ricerca e studio sperimentato nel flusso vitale, dunque “giovanile”, del mondo; oppure, vecchi già da giovani, cioè acquietati nella passiva ed esteriore ricezione di quel flusso.
Se Renzi risulterà realmente giovane o realmente vecchio, nelle questioni di Governo, è ancora presto per dirlo: sul piano politico, è senz’altro una promessa e una speranza, l’ho già scritto; sicchè bisogna avere l’umiltà e la pazienza di attendere, almeno un po’.
Nel frattempo, però, si può guardare a coloro che invece hanno ritenuto di poter esprimere sin d’ora critiche, più o meno serrate, più o meno preventive. A coloro per cui Renzi non solo è un giovane inesperto, come Lìside ma, peggio di costui, non ha nemmeno la speranza di poter imparare un bel niente. Per farlo, una loquace cartina di tornasole sembrano le liste dei candidati alle prossime elezioni europee, ancora aperte, ma con adesioni già certe e sufficienti a sostenere qualche considerazione.
Verso la c.d. Destra, si aggirano Mastella, Magdi Excristiano Allam, Alemanno, fra i più noti. Beneficiati dalla guerra di posizione della Seconda Repubblica, frutto marcio della sempre viva tirannide giudiziaria, sono l’emblema di quanti hanno ritenuto, o hanno finto di non capire, che solo l’unicità del politico Berlusconi, con la sua intrepida rappresentanza degli “italiani qualunque”, con la sua impareggiabile abilità di tribuno, ha permesso un così vasto numero di nascite, metamorfosi, rianimazioni e resurrezioni a quanti, senza di lui, non sarebbero stati che una schiera di ombre, tutt’al più, buone per l’Ade. Pensano di avere senz’altro più competenze di Renzi, di saperne di più sull’Europa, sui gangli inossidati della burocrazia, sulle necessità dei cittadini scandite da una prossimità comunale, sul linguaggio diretto e comprensibile con cui parlarci e ascoltarli? Se lo pensano, non ne hanno motivo: non esistono. Dimenticavo la new entry De Mita: ma lui è in bilico, fra minoranza PD e gli “interminati spazi” del centro sottovuoto.
Guardando sull’altro fronte, sembreremmo tornare ad Atene: ma non è l’Ellade, eterna e futura, è la Grecia anonima di un giovane vecchissimo: Alexis Tsipras, collettore transnazionale per la deteriore e compiaciuta nostalgia del bel comunismo che fu, la No Fly Zone di ogni pensiero, la risacca di uno stagno, l’ultima piazza rancorosa e marginale da cui rantolare l’ennesimo, stolido inno al proprio narcisismo sociopatico. Barbara Spinelli, Curzio Maltese, Moni Ovadia, Giuliana Sgrena, Luca Casarini, fra gli altri. In transito diretto dalle stelle di Grillo alla nebbia di una perenne “alterità” (“L’Altra Europa per Tsipras” è la denominazione ufficiale della lista).
Pensano di avere più competenze di Renzi, di saperne di più sull’Europa? Dopo aver inneggiato per quindici anni all’Euro redentore e salvatore, a Prodi, alle sue soglie di conversione segrete, all’illuminismo bancario di Ciampi e Padoa Schioppa, alle dissennate e isteriche cessioni di sovranità, con cui finalmente imbavagliare il consenso dell’Italia plebea nata col Boom Economico degli anni ’60? Pensano di saperne di più sui più poveri, sulla dimensione spirituale dell’essere e della politica? Con quei redditi, per alcuni; con l’alterigia e la stucchevole, sbandierata distanza dal maledetto “uomo medio”, per tutti questi presuntuosi e accidiosi cultori di sé? Se lo pensano si sbagliano: non hanno l’età. Non l’hanno mai avuta.