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December 15, 2012
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VISTI DA NEW YORK/ Credere, obbedire, pagando piú tasse…

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 4 mins read

NEW YORK. Gli italiani credono, ubbidiscono, magari pagando più tasse e senza combattere. Potrebbe essere riassunto così l’atteggiamento che gli italiani avranno difronte alle riforme volute dal governo Monti e che per questo saranno portate a termine anche con un altro governo. Così abbiamo interpretato il messaggio del ministro dell’Economia Vittorio Grilli trasmesso ai banchieri, investitori, analisti di “think tank” e professori universitari venuti ad ascoltarlo giovedì sera al Council on Foreign Relations di New York.

Grilli era volato due giorni negli Usa (venerdì era a Washington) per “calmare” gli umori americani preoccupati delle dimissioni annunciate di Monti e dell’arrivo di nuove elezioni con “addirittura” un ritorno in campo dell’ex premier Silvio Berlusconi. Per la sua tappa a New York, Grilli ha scelto le stesse sale sulla Park Avenue da dove lo scorso settembre Mario Monti aveva fatto tremare i partiti italiani con l’ annuncio che non escludeva un ritorno al governo anche dopo le elezioni. Solo che il messaggio rassicurante di Grilli, a soli tre mesi da quello di Monti, questa volta trovava orecchie un po’ più diffidenti. Il ministro dell'Economia Vittorio Grilli

A porre le domande a Grilli, questa volta è stata chiamata Abby Joseph Cohen, la Presidente di Global Markets Institute e Senior Investment Strategist alla Goldman, Sachs & Co.

“I governi in Italia parlano da anni sempre di riforme ma poi non le completano mai. Perché voi dovreste fare eccezione?” ha chiesto dalla sala un professore all’ex collega italiano di Yale ora al Tesoro dell’Italia: “Anche il governo che verrà dopo le elezioni completerà le rifome sulla stessa linea tracciata da Monti” ha detto Grilli per cercare di vincere lo scetticismo che si respirava in sala.  Perché, dice Grilli, l'Italia ha davanti una “via stretta ma non ci sono alternative”. Traduzione: non abbiate paura del voto degli italiani perché, secondo Grilli, la campagna elettorale non potrà cambiare i fondamentali economici del paese rimessi a posto dal governo Monti. Quindi  Vendola, Grillo, il possibile neo candidato Ingroia, avrebbero già perso… ma anche la Lega di Maroni e soprattutto il Cavalier Berlusconi, anche se cambia idea ogni 24 ore.

A chi gli domandava se lo spread attuale dell’Italia rispetto alla Germania fosse giusto così o ancora esagerato, Grilli ha replicato che “si potrà abbassare ancora ma bisogna meritarselo”. E quindi la piena attuazione delle riforme si dovrà concentrare in alcuni settori,  soprattutto le liberalizzazioni dei servizi, che devono diventare più “efficienti e competitivi”.  Secondo Grilli infatti il problema strutturale italiano non è nel settore privato, ma nel pubblico che incide troppo sul mercato dei servizi. “Questo deve cambiare, lo stiamo riducendo” dice Grilli. Ma quando Monti non sarà più a Palazzo Chigi?

Il professor Grilli ha parlato agli americani come se in Italia le prossime elezioni saranno soltanto una formalità, un governo che smonti le riforme di Monti non potrebbe mai vincere, il mercato globale che teme l’effetto domino dell’Europa può star tranquillo.  La missione americana “tranquillizzante” di Grilli si fonderebbe cioè sulla fiducia a scatola chiusa sugli italiani, che rispetto ai greci non scendono in piazza a tirar pietre ma sapranno scegliere nella cabina elettorale chi sosterrà le riforme indicate dal governo Monti: “In Italia – assicura il ministro  – è cresciuto il livello di consapevolezza sulla necessità del cambiamento. E la gente lo accetta sempre di più, anche se al momento risponderebbe di no se gli si chiedesse se è contenta. E’ naturale non essere ben disposti al cambiamento. Ma quando si deve…”.

Grilli ha ricordato le misure molto impopolari, come l'Imu, ma inevitabili e soprattutto efficaci: “L’ottanta per cento degli italiani è proprietario della casa in cui abitano” ha ricordato Grilli, per provocare lo stupore tra gli americani. Il ministro ammette che la ripresa dell'economia dipende anche dal calo della pressione fiscale, ma “per fare prima questo dobbiamo fare in modo che tutti paghino le tasse”. Così Grilli prevede ancora un segno negativo nella crescita per il primo semestre del 2013, il ritorno di un “segno più” sul pil arriverà solo nella seconda metà del 2013.

Grilli ha ammesso che la missione riformista italiana è difficile, ma il loro compito è stato piuttosto semplice. “Noi sapevamo quali fossero le scelte giuste da fare. Con noi prima le decisioni e poi le spiegazioni” ha detto il Professor Grilli, alla faccia della politica. Però ha poi subito chiarito: ora toccherà alla politica riuscire a convincere e far accettare le riforme da noi indicate.  

Allora, missione compiuta?  Niente paura America, l’Italia anche dopo le elezioni di Febbraio, proseguirà con le riforme e l’Europa e il mercato globale saranno salve? Dagli sguardi visti tra i manager, qualche dubbio persiste. Soprattutto su quanto tempo gli italiani saranno ancora disposti a credere, ubbidire e pagare più tasse senza combattere con il loro voto.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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