Mercoledì scorso del secondo Rapporto del Procuratore del Tribunale Penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo -Rapporto richiesto dalla risoluzione 1970, la prima contro il regime di Muammar Gheddafi, approvata il 26 febbraio 2011, che incaricava il Tribunale Internazionale dell’Aja di indagare sulla situazione in Libia a partire dal 15 febbraio scorso, quando era iniziata la repressione sui manifestanti a Bengasi e Tripoli.
Dopo le prime indagini, a giugno, il Tribunale aveva spiccato tre mandati di cattura: contro Mummar Gheddafi, contro il figlio del rais, Saif al Islam, e contro il Capo dei Servizi di Si-curezza Abudallah Al-Senussi. Saif e Al-Senussi sono al momento latitanti -probabilmente il primo in Libia, e il secondo in Mali. Nel suo rapporto, Ocampo ha chiesto a tutti i Paesi di fare
il possibile per mettere fine alla fuga di Saif Gheddafi, sottolineando che truppe mercenarie lo starebbero aiutando a scappare e che avrebbe a disposizione ancora ingenti somme di denaro in contanti e molto oro.
“Abbiamo bloccato alcuni sui conti con milioni di dollari che abbiamo trovato in conti presso banche in Inghilterra” ha detto Ocampo ai giornalisti “ma sappiamo che ha
ancora molto denaro e oro”. Ocampo ha confermato che il suo Ufficio, negli ultimi giorni, è stato in contatto indiretto con Saif Gheddafi, il quale, attraverso i suoi mediatori, avrebbe sondato il Tribunale sulla possibilità di una sua consegna al Tribunale stesso, indagando sulla sua consegna al nuovo governo libico in caso il Tribunale lo riconoscesse colpevole dei crimini per i quali è stato spiccato il mandato di cattura. Ocampo, nel suo Rapporto, ha sottolineato che il Tribunale, in quel caso, si atterrebbe all’articolo 107 dello Statuto, il quale permette al Tribunale di richiedere ai giudici di non ordinare il suo ritorno in Libia, dopo il verdetto di condanna o di assoluzione, inviandolo invece in altro Paese disposto a riceverlo. “E’ un segnale positivo che la Corte possa essere vista come garante dei diritti dei sospettati” ha detto Ocampo. “Spetta a questo punto a Saif Al Islam Gheddafi e Abudallah Al Sanousi decidere se vorranno arrendersi, o continuare a fuggire” ha detto Ocampo. Sul come avverrebbe l’operazione, nell’eventualità che Saif Gheddafi volesse consegnarsi al Tribunale dell’Aja, “avremo i mezzi per andarlo a prendere”, ha detto Ocampo, facendo capire che il Tribunale si potrebbe appoggiare ai mezzi che l’Onu ha in Libia. Ad Ocampo è stato chiesto se non mette in conto la possibilità che l’attuale Governo libico possa impedirlo al fine di processare e giustiziare in Libia il figlio di Gheddafi. “Oggi al Consiglio di Sicurezza l’ambasciatore libico ha ribadito che il suo Governo ha fiducia nel Tribunale internazionale” ha risposto Ocampo. Nelle stesse ore, Richard Dicker, Direttore internazionale per la giustizia di
Human Rights Watch, facevadiffondere una nota attraverso la quale metteva in guardia il Consiglio di Sicurezza e il Tribunale Internazionale, consigliando di diffidare delle dichia- razioni del Governo libico, e quindi esortava il Consiglio di Sicurezza a mobilitarsi per evitare la giustizia sommaria della quale è già stato vittima Gheddafi padre.
Il Tribunale sta indagando anche sui crimini commessi contro le donne in Libia, in particolare l’uso sistematico dello stupro come arma di guerra da arte delle forze di Gheddafi durante gli otto mesi del conflitto. Secondo Ocampo ci sarebbero giá dei testimoni che accusano “Muammar Gheddafi, Al Sanoussi e altri alti officiali di aver discusso l’uso dello stupro per perseguire ribelli o dissidenti”.
Nel suo intervento al Consiglio di Sicurezza, Ocampo ha dichiarato che il Tribunale indagherà anche “con indipenenza e imparzialità” sulle accuse di crimini che sarebbero stati commessi dalla Nato e dalle forze controllate dal National Transitional Council che è il potere ora in Libia, accuse che includono la detenzione illegale di civili e l’uccisione di prigionieri di guerra.
Durante la conferenza stampa é stato chiesto ad Ocampo quali sarebbero stati i crimini di cui la NATO è accusata, ma il Procuratore si é rifiutato di scendere nei particolari.
Per quanto riguarda l’uccisione di Muammar Gheddafi, Ocampo ha detto che il Tribunale, secondo lo Statuto di Roma, deve dare precedenza alle indagini che un Governo nazionale decide di intraprendere, e quindi anche quelle che il National Transitional Council della Libia ha dichiarato di voler fare, e che il Tribunale non interverrà ulteriormente se considererà queste indagini oneste e credibili. “Dobbiamo aspettare che concludano le loro indagini. Poi noi le controlleremo e le valuteremo.
Dobbiamo renderci conto che tutto quello che il Tribunale sta facendo in Libia é avvenuto in tempi rapidissimi rispetto agli altri casi nel mondo. Quando tornerò a maggio davanti al Consiglio, per il mio terzo Rapporto, avrete la risposta su come queste indagini libiche saranno state considerate dal Tribunale” ha dichiarato Ocampo ai giornalisti.