PRIMA PAGINA
– L’assassinio dell’ex-leader stordisce il Giappone. Dove le sparatorie non sono parte della vita di tutti i giorni. Un paese con strette leggi sulle armi e una situazione politica civile. La violenza con armi è quasi sconosciuta in Giappone. Nel 2021 c’è stato solo un assassinio con arma da fuoco, dal 2017 ce ne sono stati 125, un numero molto basso in un paese di 125 milioni di abitanti. La gente si dice: “Ci sono armi? In Giappone?”. In linea di principio sono proibite per legge, con qualche eccezione per la caccia, ma il processo per ottenerle è così lungo e complicato che pochissime persone lo seguono fino in fondo. E l’assassinio di Shinzo Abe è stato ancor più scioccante perché l’idea di un delitto politico in Giappone sembra la reliquia di un’era finita da molto tempo. Quanto, ma quanto avremmo da imparare da loro, noi Americani che siamo di gran lunga il popolo con più armi in mani private, con più stragi al mondo (ormai quasi settimanali), con una Suprema Corte che sembra il braccio destro dei costruttori e distributori di armi. Con grande fotografia di due donne che cercano di soccorrere la vittima.
– Usata per l’omicidio un’arma fatta in casa. Fumio Kishida, l’attuale Primo Ministro, ha detto: “Perdere un politico di quella statura che si è lasciato dietro enormi risultati concreti in varie aree è davvero un disastro”. Il pubblico giapponese, già preoccupato per atteggiamenti di paesi come la Corea del Nord e la Cina, adesso è anche turbato dalla scoperta di quanto sia facile, contrariamente a tutte le leggi, disporre di un’arma: quella che ha ammazzato Kishida era costruita in casa, facilmente come un giocattolo.
– Dati positivi dal mercato del lavoro attutiscono le preoccupazioni di una recessione. 372.000 posti lavoro aggiunti in giugno. Il rapporto dà spazio alla Banca Centrale per combattere l’inflazione. L’economia americana ha proceduto positivamente in giugno mantenendo il paese relativamente lontano dal territorio della recessione, anche se l’inflazione si mangia parte degli aumenti salariali e il tasso degli interessi continua ad aumentare. L’aumento delle assunzioni in giugno ha superato le aspettative degli economisti e la percentuale di disoccupazione, 3,6%, è la più bassa degli ultimi 50 anni.
– Nell’estrema destra, sforzi “devoti” per essere eletti. La frangia cristiana spinge per entrare nella corrente principale. La destra religiosa sostiene da tempo le cause conservatrici, ma l’ondata attuale sembra volere di più: una nazione che dia la priorità alle credenze cristiane e che abbracci più apertamente il Cristianesimo come base dell’identità. Un esponente di spicco di questa posizione, Doug Mastriano, fedele di Trump e candidato a governatore della Pennsylvania, ha detto: “La separazione fra stato e chiesa è un mito. In novembre ci riprenderemo lo stato, il mio Dio lo farà capitare”.
– Dove non tutti temono la Russia. Grande fotografia di una donna in mezzo a una strada bombardata con questa didascalia: Circa il 50% della popolazione di Sloviansk, recentemente rioccupata dai Russi, sono pronti ad accogliere amichevolmente gli invasori.
– Musk procede a porre fine all’affare da 44 miliardi per l’acquisto di Twitter. Prevedendo una causa legale sull’acquisto. Dopo molti tira-e-molla, Musk ha deciso di rinunciare all’acquisto di Twitter per molte ragioni, fra cui la più importante è stata il rifiuto di Twitter di fornire tutte le informazioni richieste sui suoi messaggi. Ne seguirà certamente una causa miliardaria.
PAGINE INTERNE
– Biden firma un decreto esecutivo sull’aborto. Alcuni dei suoi sostenitori avrebbero voluto vederlo più energico e combattivo. Ma i dettagli del decreto che ha firmato sono ancora poco chiari.
– Perdendo terreno nel vaiolo delle scimmie. Una timida risposta dal sistema pubblico di salute sta dando al virus la possibilità di una forte crescita.
– Cominciate le trattative inglesi. Il partito conservatore deve decidere non solo chi dovrebbe succedere a Johnson, ma anche quando.
– Sostenibilità di una politica difficile. Le grandi compagnie del settore alimentare incoraggiano la crescita della politica del clima. Ma molti fattori si domandano chi pagherà.