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June 25, 2022
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Sentenza con maggioranza di 6 a 3 mette fine a 50 anni di diritto federale all’aborto

"L'autorità di regolare l'aborto deve ritornare al popolo e ai suoi rappresentanti eletti"

Umberto BonettibyUmberto Bonetti
Sentenza con maggioranza di 6 a 3 mette fine a 50 anni di diritto federale all’aborto
Time: 2 mins read

OGGI SUL NEW YORK TIMES


PRIMA PAGINA (interamente occupata solo da articoli sull’aborto)

– Titolo a caratteri cubitali: Sentenza con maggioranza di 6 a 3 mette fine a 50 anni di diritto federale all’aborto. Con questo sottotitolo tratto dal testo della sentenza: “Quindi noi riteniamo che la Costituzione non conferisca il diritto all’aborto. L’autorità di regolare l’aborto deve ritornare al popolo e ai suoi rappresentanti eletti” (cioè agli Stati). La sentenza nel caso Roe contro Wade (quella che definiva il diritto all’aborto cone un diritto costituzionale) “era egregiamente sbagliata fin dell’inizio” ha scritto il giudice Alito. La proibizione è operativa da subito in almeno 8 Stati che avevano approvato leggi in materia proprio nell’attesa di questa sentenza della Suprema Corte, ed è molto probabile che sarà proibito in cerca la metà degli Stati. Con due grandi fotografie di dimostranti contro e in favore dell’aborto.

– Fine di una battaglia e inizio di un’altra in un’America polarizzata. Impegno da entrambe le parti per una lotta a livello statale. La sentenza, da lungo tempo prevista, ha scatenato ondate di trionfo e disperazione, dai dimostranti davanti alla Corte, alle cliniche e ai centri di assistenza dedicati all’aborto, alle dichiarazioni sui social media, reazioni che riflettono una nazione polarizzata: gioia e sollievo da una parte, oltraggio e dolore dall’altra.

– Una maggioranza conservatrice può essere solo all’inizio. Segnali che altri diritti sono in pericolo. La decisione della Suprema Corte sull’aborto pone una domanda che va ben oltre: se sono in pericolo altri diritti personali, come l’uso degli anticoncezionali e i matrimoni fra persone dello stesso sesso. I tre giudici liberali sono stati chiari: “Nessuno può essere fiducioso che questa maggioranza abbia finito il suo lavoro”.

– In un istante, le gare nelle elezioni di mezzo termine (22 novembre prossimo in cui si elegge parte del Senato, tutta la Camera e le autorità locali) sono scombussolate. L’attenzione degli elettori può passare dall’inflazione all’aborto. I candidati a seggi in Senato e a importanti posti statali, compreso il posto di Governatore, hanno fatto e stanno facendo le loro campagne elettorali usando soprattutto l’argomento dell’inflazione. Adesso, dopo la decisione della Suprema Corte, diventerà centrale anche l’argomento dell’aborto e in genrale della salute pubblica.


PAGINE INTERNE (otto intere pagine portano solo articoli e fotografie riguardanti l’aborto).

– Approvata le legge bipartitica sulle armi. Dopo quasi trent’anni di inazione, la legge, che rende difficile l’acquisto di armi da parte di individui potenzialmente pericolosi, è stata approvata da entrambe le camere ed è stata sottoposta alla firma del Presidente Biden.

– Ritirata da una città bombardata. Gli ucraini si sono ritirati da Severodonetsk mantenendo il controllo di una sola città, Lysychansk, nella regione orientale del Paese.

– Seconda scossa in Afghanistan. Almeno cinque persone sono morte nella seconda scossa di terremoto, portando il totale delle vittime a oltre cento.

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Umberto Bonetti

Umberto Bonetti

Umberto Bonetti, nato a Torino, vive a New York dal 1974. Laureato in legge e scienze politiche. Dirigente RAI a Milano, Montevideo e New York. Incarichi in El Salvador per i Peace Corps, in Sudan per le Nazioni Unite, in Afghanistan per l'UNESCO e in Bangladesh per l'Unione Europea.

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