PRIMA PAGINA (TITOLO + COMMENTO )
– Gli stati chiave si preparano all’ultima sfida mentre la gara si avvicina alla fine. Biden in testa in 4 campi di battaglia. Biden è in vantaggio su Trump in quattro dei più importanti stati “traballanti”(Wisconsin, Pennsylvania, Florida e Arizona) sostenuto da elettori che non avevano votato nel 2016 e che sembra stiano votando in maggioranza per Biden. Il suo vantaggio è forte soprattutto in Wisconsin, dove conduce di 11 punti: 52 a 41.
– Le due campagne competono per la Pennsylvania. Mentre i voti anticipati crescono verso uno sbalorditivo 95 milioni, entrambi i candidati si stanno dedicando soprattutto alla Pennsylvania, che ha un numero di voti elettorali secondo solo alla Florida, con strategie diverse: i Democratici inondando lo stato con volontari che bussano alle porte, i Repubblicani cercando di aumentare il pubblico ai rallies del presidente (sabato ne ha fatti 4). Biden è in vantaggio di poco e sta cercando di conquistare elettori nelle parti rurali dello stato, ma i rallies di Trump hanno dato energia a molti repubblicani e i suoi collaboratori si preparano a battaglie legali ove il partito perdesse di poco.
– Nell’epoca delle falsità di Trump, la verità resta una vittima. La presidenza Trump e’ stata una fabbrica di bugie fin dall’inizio (la prima: il numero di cittadini presenti all’inaugurazione), producendo disinformazione, teorie di cospirazioni e sfacciate false dichiarazioni a un ritmo da catena di montaggio, che ha sfidato quelli che badano ai fatti e impedito analogie storiche. Ma adesso siamo al peggio: Trump sostiene che il voto in sè è “truccato”, stracciando la credibilità del sistema. Se la gara finirà in dibattiti legali dopo martedì, può lasciare il pubblico con poca fiducia nel risultato – e nella democrazia stessa.
– In Nebraska, cercando altri 4 anni di appartenenza. In Nebraska, uno stato a grande maggioranza repubblicana e dedicato quasi esclusivamente all’agricoltura, i cittadini dicono che Trump rappresenta le loro più sentite convinzioni. Problemi come l’aborto e l’immigrazione sono visti nelle loro componenti più rigide, e il vitus è visto come una colpa di quell’odiato paese che è la Cina. Nel 2016 Trump aveva promesso: “Uomini e donne dimenticati dal nostro paese, non saranno più dimenticati”.
– Una cittá in disaccordo col resto del paese. San Francisco è riuscita, dopo l’estate, a ridurre la pandemia al minimo. Ristoranti, bar, cinema e musei sono aperti. Una parte cruciale della città, tuttavia, rimane chiusa: le scuole pubbliche. Anche se le scuole private e parrocchiali hanno riaperto, il distretto scolastico non ha neppure stabilito una data di riapertura dell’insegnamento in scuola, ma ha solo comunicato che difficilmente succederà quest’anno.
– Tre grandi fotografie a centro pagina con queste didascalie: “ Florida. L’ultimo giorno dei voti in anticipo ha portato lunghe code ovunque”; “Texas: le votazioni sono continuate dopo che la Corte Suprema dello stato ha respinto lo sforzo di cestinare 120.000 schede”; “Wisconsin: i sondaggi mostrano che Trump è in svantaggio in uno stato che aveva vinto nel 2016”.
PAGINE INTERNE.
– Sospetti su un progresso. Sono sorte preoccupazioni che qualche comunità dello stato di New York manipoli i risultati dei test scoraggiando i malati dal farsi testare.
– Test rapido rende difficili i conteggi. Le autorità sanitarie dicono che l’aumento dei test rapidi è buono per il paese, ma avvertono che hanno difficoltà a contare i positivi.
– I negozianti si preparano al caos. I negozi non aspettano la sera delle elezioni per prepararsi a potenziali disordini civili. Barricano le vetrine e assumono personale di sicurezza e qualcuno chiude del tutto.
– Le nazioni ricche sono mancate alle povere. Nonostante le promesse, durante la pandemia, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno dato poco aiuto, dicono gli economisti.
– Vino e burocrazia. Una fetta verdeggiante della Russia meridionale ricorda la Toscana e produce un vino squisito. Ma incubi burocratici e interventi della polizia impediscono le aspirazioni dei coltivatori.