Un augurio semplice, che pure molti ne riassume, e ne significa.
Auguri a Radio Radicale.
Perché è un luogo libero, per chiunque intenda educarsi alla vita civile.
Dove la conoscenza della vicenda sociale e istituzionale italiana è offerta come un dono.
E l’umanità di chiunque, specie se ritenuto “reprobo”, è testimoniata a cominciare dalla sua sofferenza: ma sempre sostenendo la speranza che la Giustizia non sia stata vendetta, e la riconciliazione risulti la sola cura di ogni ferita.
Solo un cinismo scopertamente insofferente, ha potuto contrapporre l’autonomia di un luogo di memoria e di studio, alla virtuosa fiscalità del suo alimento.
Quasi che il modello del lenocinio mediatico-questurino, al fondamento tanto di immonde fortune pretoriane (economiche e personali), quanto di arbitrarie lapidazioni della pubblica e privata dignità, debba essere impunemente eretto a Legge della Repubblica.
Ed è cupamente indicativo che, in un tempo storico-politico costruito sulla retorica del “controllo di legalità”, si voglia lasciare alla mortificazione dell’abbandono chi ha avuto cura di custodirne la memoria.
Forse si teme che, continuando ad osservare con calma, si scopra come in quella “costruzione” ci sia sabbia mista a cemento; e magari più sabbia che cemento.
Per ragioni di principio, prima ancora che di bilancio, pertanto, non ci può essere una “biglietteria”, o un intraprendente Sponsor, o un benevolo Mecenate, che permettano di accedere all’Agorà.
Anche se questa è la sconcia e tirannica pretesa del Governo Lega/M5S.
Sicché, deve essere compito della comunità garantire la qualità di Radio Radicale: universalmente “politica” nell’ispirazione, pubblica nel finanziamento, gratuita nella fruizione.
Buon Anno, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà.