
Un momento della festa. Foto: Ludovica Martella
Per un giornale come il nostro che nasce sotto la stella della libertà, sentire l’affetto dei lettori e di tutti quelli che in un anno di pubblicazioni ci sono stati vicini è la prova più importante che La VOCE di New York sta andando nella giusta direzione. Le più di 200 persone che venerdì 25 aprile hanno voluto condividere con noi la gioia di spegnere la nostra prima candelina in coincidenza con la Festa di Liberazione, dimostrano che non ci siamo sbagliati. Ci dicono che la comunità italiana a New York apprezza quello che stiamo facendo. Così come i tantissimi messaggi di auguri che ci sono arrivati dall’Italia ci confermano che anche dall’altra parte dell’Atlantico, in quel Paese che è ancora casa per tutti noi, un progetto come La VOCE di New York viene riconosciuto per i suoi valori di libertà e indipendenza.

Stefano Vaccara con l’ambasciatore Sebastiano Cardi

Stefano Vaccara con il console generale, Natalia Quintavalle
In una gremita Casa Italiana Zerilli-Marimò NYU, abbiamo rivisto tanti amici che ci hanno voluto dimostrare il loro apprezzamento per quello che abbiamo fatto in questo anno e per aver scelto di accostare la nostra VOCE a una data così importante per i valori di libertà e democrazia e per l’amicizia tra i due popoli e le due culture tra cui questo giornale si propone di fare da punto di incontro.
Il 25 aprile è una data dedicata alla libertà, alla democrazia e alla memoria. E da oggi è anche la data che per sempre ci ricorderà che il sogno di un giornale libero può trasformarsi in realtà grazie all’impegno delle decine di voci libere che in questo anno hanno contribuito a fare grande questo giornale, alle centinaia di persone che ci hanno supportato e incoraggiato fin dal primo giorno e soprattutto alle migliaia di lettori che ogni giorno seguono le nostre storie e i nostri approfondimenti.

Stefano Vaccara circondato dall’affetto della famiglia e degli amici. Foto: Ludovica Martella
A brindare con noi c’erano tanti rappresentati delle istituzioni italiane a New York: l’ambasciatore italiano all’ONU, Sebastiano Cardi, accompagnato da altri diplomatici del suo staff; il Console Generale Natalia Quintavalle accompagnata dai consoli aggiunti Lucia Pasqualini e Dino Sorrentino; il direttore dell’ENIT, Eugenio Magnani; la portavoce del Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU, Afaf Konja; Stanton H. Burnett, ex diplomatico a Roma, già direttore dell’USIS e senior advisor del Center for Strategic and International Studies. Molto gradita, poi la presenza dell’ambasciatore Giorgio Radicati che è stato console generale a New York agli inizi del ventesimo secolo, arrivato a festeggiare La VOCE con l’inseparabile Jenny Bert, critica d’arte.

Mario Fratti con Stefano Vaccara. Foto: Stefania Zamparelli
E poi tantissimi colleghi. Sarebbe impossibile citarli tutti, ma non possiamo non ricordare alcune firme importanti come Mario Calabresi, direttore de La Stampa, Andrea Fiano, direttore di Global Finance, Renzo Cianfanelli, intrepido inviato di guerra del Corriere della Sera. E ancora intellettuali, artisti, rappresentanti del vivace mondo culturale dell’Italia a New York. Infine i tanti collaboratori de La VOCE, arrivati per innalzare i calici insieme al direttore Stefano Vaccara e alla redazione del giornale. Dei nostri columnist, ci ha fatto particolarmente piacere salutare il famoso commediografo Mario Fratti, vincitore del Toni Award, Giacomo Di Girolamo, giornalista e autore specializzato in mafie, a New York per partecipare alla conferenza MAFIAs del Calandra Institute, l’attrice Coralina Cataldi Tassoni e la nostra insegnante d’italiano preferita, Filomena Fuduli Sorrentino.

Il violinista Davide de Ascaniis. Foto: Stefania Zamparelli
L’accompagnamento musicale del bravissimo violinista Davide de Ascaniis, vincitore del premio Ibla (per pura e fortunata coincidenza, anche il direttore del premio, Salvatore Moltisanti, era presente), ha aggiunto alla serata, organizzata in collaborazione con Open Gate di Gianfrancesco Mottola, un tocco di piacevole raffinatezza. Tutti hanno apprezzato l’atmosfera informale che è stata, più di ogni altra cosa, occasione per la comunità italiana a New York di ritrovarsi insieme in un giorno di festa, senza gli orpelli degli eventi più istituzionali. Il primo compleanno de La VOCE è stato così un momento di gioia che ha rispecchiato in pieno la nostra filosofia e quello che siamo e vogliamo essere: luogo di incontro, di scambio, forum.

Stefano Vaccara e Stefano Albertini. Foto: Filomena Fuduli Sorrentino
Il direttore della Casa Italiana NYU, Stefano Albertini, che ha generosamente ospitato la nostra festa, ha presentato il giornale con parole di affetto e stima, sottolineando il passaggio dell’editoriale pubblicato proprio il 25 aprile da La VOCE in cui si metteva in risalto l’articolo 21 della Costituzione italiana e come il suo spirito in Italia venga umiliato. A quel punto, ha scherzato Stefano Vaccara: “Avrei voluto dire io le stesse cose, ma lui le ha sapute dire meglio di me”.
Dopo i ringraziamenti del direttore – circondato dall’affetto anche della sua bella famiglia – che ha ricordato i business partner (Monini, Alitalia, Jeep-FCA, MSC) che quotidianamente rendono possibile la pubblicazione di questo giornale, gli amici che hanno contribuito a realizzare la bella serata di venerdì e TownLife360 LLC di Jeff Gould che cura la piattaforma internet ed è un caro amico del nostro direttore fin dai tempi universitari di Siena, Stanton Burnett ha chiesto il microfono per dire due parole: “Sotto la testata di questo giornale – ha detto – si legge la scritta ‘giornale protetto dal Primo Emendamento della Costituzione USA’. Al di là dei tanti usi impropri che sono stati fatti di quell’emendamento per far passare qualsiasi tipo di volgarità e violenza, credo che i padri costituenti, quando hanno scritto quell’articolo, avessero in mente La VOCE di New York”.

Stanton H. Burnett (a destra) con il direttore Stefano Vaccara. Foto: Ludovica Martella
Parole che quasi ci imbarazzano ma che vogliamo prendere a ispirazione e stimolo per continuare a fare il nostro lavoro e farlo sempre meglio per darvi ogni giorno voci libere che siano in grado di raccontare la complessità del mondo senza imporvi opinioni preconfezionate, ma contribuendo invece a formare un pensiero indipendente e forte della sua autonomia, nel rispetto delle differenze. Lunga vita a La VOCE di New York!
Per chi non c’era e per chi c’era e vuole rivedersi mentre brindava con noi, qui la galleria fotografica con i migliori scatti della serata.
Ringraziamo tutte le aziende che hanno condito la serata di gusto italiano: Bastianich, Peroni, Monini, Veniero’s, Rocchetta, Ribalta, Parmacotto, Di Palo’s.