A dicembre, l’inflazione negli Stati Uniti ha mostrato i primi segnali di rallentamento, con un dato core che ha registrato un incremento mensile dello 0,2%, in calo rispetto al +0,3% di novembre. Su base annua, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) core è salito del 3,2%, dopo essere rimasto fermo al 3,3% per quattro mesi consecutivi.
Si tratta del primo timido segnale di decelerazione dell’inflazione su base annuale dal luglio scorso, anche se non pare ancora sufficiente a spingere i prezzi verso l’obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve.
L’attenzione ora è rivolta alla decisione della Fed sui tassi di interesse, prevista per la fine del mese. Il dato di dicembre ha provocato una reazione positiva sui mercati, con i rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni che sono scesi sotto il 4,7%, mentre Wall Street ha registrato un leggero rialzo.
Gli analisti ritengono che il rallentamento dell’inflazione possa consentire alla Fed di adottare un approccio più cauto nelle sue politiche monetarie, evitando aumenti dei tassi aggressivi. L’inflazione resta però ancora ben al di sopra del target del 2%, con la banca centrale chiamata a bilanciare la necessità di contenere i prezzi con quella di sostenere la crescita economica.
Il dato complessivo del CPI, che include anche i costi di cibo e carburante, ha registrato un aumento del 2,9% su base annua, rispetto al +2,7% di novembre. Su base mensile, l’indice è aumentato dello 0,4%, in linea con le previsioni degli economisti. A pesare sulla crescita sono stati principalmente fattori stagionali, come l’andamento dei prezzi del carburante e l’inflazione alimentare, che continua a mantenersi elevata.
L’inflazione core continua a restare alta, principalmente a causa dell’aumento dei costi per l’abitazione e i servizi. L’indice dei prezzi relativi all’abitazione è aumentato del 4,6% su base annua, con un lieve rallentamento rispetto al +4,7% di novembre. I prezzi delle auto usate hanno visto un altro forte incremento, salendo dell’1,2% a dicembre, dopo un +2% a novembre. A contribuire al rialzo dei costi anche i servizi, come l’assicurazione e le cure mediche.
L’incertezza politica legata all’insediamento di Donald Trump alla presidenza potrebbe complicare ulteriormente il quadro inflazionistico. Le politiche fiscali proposte da Trump, tra cui alti dazi sulle importazioni, tagli fiscali alle imprese e limitazioni all’immigrazione, potrebbero esercitare pressioni sui prezzi, con il rischio di un’ulteriore spinta inflazionistica. Gli economisti temono che le misure del tycoon repubblicano possano ostacolare gli sforzi della Federal Reserve per riportare l’inflazione sotto controllo.
Nel settore energetico, i prezzi del carburante hanno registrato un aumento del 4,4% a dicembre, dopo un incremento più contenuto dello 0,6% a novembre. L’indice energetico complessivo è salito del 2,6% su base mensile, ma su base annua ha registrato una flessione dello 0,5%. Nel settore alimentare, l’inflazione continua a farla da padrona con un aumento del 2,5% su base annua e un incremento mensile dello 0,3%. Su tutti, i prezzi delle uova hanno visto un aumento del 37% su base annua, con un ulteriore rialzo del 3,2% a dicembre.