Il Nord Stream 2 potrebbe presto finire in mani statunitensi – quelle di Stephen P. Lynch, uomo d’affari legato a Donald Trump e con un’esperienza decennale negli affari con la Russia.
L’idea dell’imprenditore della Florida, a quanto scrive il Wall Street Journal, è quella di acquistare ciò che resta del gasdotto inutilizzato sul fondo del Mar Baltico all’asta fallimentare in Svizzera.
“Si tratta di un’opportunità unica per il controllo americano ed europeo sull’approvvigionamento energetico europeo per il resto dell’era dei combustibili fossili”, ha dichiarato Lynch, che ha perciò formalmente chiesto al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti il via libera per negoziare con entità sottoposte a sanzioni.
Il mega-gasdotto, proprietà di una controllata svizzera del gigante russo Gazprom dichiarata fallita, è lungo 1.230 chilometri ed è capace di trasportare circa 27,5 miliardi di metri cubi di gas dalla Siberia alla Germania settentrionale. Completato poco prima dell’invasione russa dell’Ucraina, non è mai realmente entrato in funzione a causa delle sanzioni occidentali contro Mosca, e una serie di esplosioni nel settembre 2022 ne hanno distrutto una delle due linee principali, mentre l’altra è intatta ma inutilizzata.
Lynch è convinto di avere buone probabilità di aggiudicarsi Nord Stream 2, valutato circa 11 miliardi di dollari, poiché a suo dire molti altri investitori non presenteranno alcuna offerta a causa dell’intricata geopolitica coinvolta nel condotto. Gli altri offerenti, sostiene, saranno probabilmente aziende legate a Pechino, Mosca o altri avversari di Washington interessati a fare uno “sgarbo” agli statunitensi.
Sul suo profilo LinkedIn, Lynch spiega di aver fondato la sua azienda – la Monte Valle Partners – dopo la crisi finanziaria russa del 1998 per rilevare beni immobiliari in difficoltà. Nel 2000 ha finalizzato l’acquisto di un terreno di 58 ettari vicino all’aeroporto internazionale Sheremetyevo di Mosca, che ha in seguito venduto nel 2007, rimanendo come partner operativo di minoranza fino a quando il progetto è stato nuovamente venduto al Governo russo per essere accorpato allo scalo.
Appena due anni fa, nel 2022, ha acquisito la filiale svizzera di Sberbank, aggirando le sanzioni con una speciale licenza ad hoc del Tesoro americano. Il suo nome è rimasto peraltro coinvolto anche in accuse di manipolazione d’aste per gli asset della Yukos, colosso petrolifero russo smembrato nei primi anni Duemila, anche se la sua posizione è stata archiviata nel 2019.
Donatore di spicco per le campagne repubblicane, compresa quella che ha riportato Trump alla Casa Bianca, secondo gli addetti ai lavori Lynch potrebbe contare sull’appoggio dell’amministrazione repubblicana per facilitare l’acquisizione. Ma l’appetito sembra avere appoggio bipartisan. “È un’occasione strategica, non solo economica,” ha sottolineato Lee Wolosky, ex consigliere del presidente Biden e amico personale di Lynch, secondo cui l’operazione presenterebbe indiscutibili vantaggi per la sicurezza nazionale statunitense e quella occidentale.
La scadenza per una ristrutturazione del debito del gasdotto è fissata per gennaio. Senza un accordo, l’infrastruttura potrebbe essere messa in liquidazione, il che aprirebbe la strada ad acquirenti meno allineati con gli interessi occidentali. L’obiettivo di Lynch, a quanto si apprende, è anticipare questa eventualità, puntando a trasformare il Nord Stream 2 in una leva diplomatica nei futuri equilibri tra Mosca e l’Occidente.