La spesa per i consumi negli Stati Uniti ha raggiunto a gennaio il massimo degli ultimi due anni, grazie alla crescita dei salari e dell’inflazione – respingendo i timori di un’imminente recessione e spingendo la Federal Reserve a continuare ad aumentare i tassi di interesse almeno fino all’estate.
Le statistiche pubblicate venerdì dal Dipartimento del Commercio hanno inoltre segnalato una robusta crescita dei posti di lavoro a gennaio e il tasso di disoccupazione più basso in oltre 53 anni. La spesa dei consumatori, che costituisce più di due terzi dell’economia statunitense, è aumentata dell’1,8% lo scorso mese, la crescita più rapida dal marzo 2021.
Nel frattempo l’inflazione Pce Usa – quella utilizzata come indicatore dalla Fed – è salita ancora a gennaio: +5,4% su base annua, in aumento dal 5,3% di dicembre. Sale l’incremento dei prezzi anche su base mensile, +0,6%, dallo 0,2% precedente. L’inflazione cosiddetta ‘core’, esclusi i prezzi di alimentari ed energia, ha seguito la stessa tendenza, attestandosi al 4,7% su base annua, anch’essa al di sopra delle attese.
I consumatori americani hanno aumentato gli acquisti di beni durevoli, tra cui automobili, mobili e attrezzature. Inoltre, hanno speso di più per l’intrattenimento e per mangiare fuori casa.
Secondo Moody’s Analytics, l’economia attraverserà una “slowcession”, in cui la crescita rallenta ma non si inverte. Una circostanza che spingerà la Fed ad effettuare altri due aumenti dei tassi di 25 punti base a marzo e maggio, e un altro ancora a giugno. Dallo scorso marzo, la banca centrale statunitense ha aumentato il tasso di riferimento di 450 punti base, portandolo da un livello prossimo allo zero a una fascia compresa tra il 4,50% e il 4,75%.
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