Mentre l’economia dell’eurozona arranca a causa di un’inflazione ai massimi da 40 anni e della guerra in Ucraina, la Banca centrale europea ha deciso di aumentare i tassi d’interesse per la prima volta in 11 anni.
L’organismo comunitario guidato da Christine Lagarde ha infatti incrementato il tasso di riferimento (quello che la BCE applica alle banche quando presta loro denaro) di ben 50 punti base, portandolo allo 0% – dimostrando così di ritenere prioritario il contrasto al carovita rispetto alla crescita economica. Smentite le previsioni della vigilia, avallate dalla stessa BCE, che indicavano un aumento di “soli” 25 punti base.
La BCE ha inoltre aumentato il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali (erogato dagli istituti finanziari quando contraggono prestiti dalla BCE), portandolo in territorio positivo (0,50%) e mettendo fine a otto anni di tassi d’interesse negativi.
La banca centrale con sede a Francoforte ha inoltre lasciato intendere che un’altra serie di aumenti potrebbe arrivare già nella prossima riunione del board, prevista per l’8 settembre. In reazione alle mosse della BCE, l’euro si è rafforzato di circa lo 0,5%, dopo che negli scorsi giorni si era indebolito al punto di valere meno di un dollaro USA, come non accadeva dal 2002.

Tra le misure approvate dalla Banca centrale c’è infine uno scudo anti-spread a tutela dei Paesi dell’eurozona maggiormente indebitati – tra cui Italia, Spagna e Portogallo. Questi ultimi sono infatti i primi ad avvertire, negativamente, gli effetti del rialzo dei tassi BCE, dal momento che gli investitori chiedono un premio più alto per mantenere le loro obbligazioni, che determina un aumento repentino dei costi di indebitamento.
Lo scopo del nuovo “Transmission Protection Instrument” varato dalla BCE è proprio quello di fermare l’aumento dei tassi di prestito e di prevenire la frammentazione finanziaria nell’eurozona. La misura consiste essenzialmente in un programma di acquisto di obbligazioni che sarà “attivabile per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettono seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutta l’area dell’euro”, ha dichiarato Lagarde, aggiungendo che l’attivazione “dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria” e che “gli acquisti non sono soggetti a restrizioni ex ante“.