Si fa sempre più caro il costo della vita negli Stati Uniti: a giugno l’inflazione ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 40 anni (+9,1%), a causa della contemporanea impennata dei prezzi della benzina, del cibo e degli affitti.
Oltre a rosicchiare una porzione sempre più notevole del reddito delle famiglie americane, il carovita galoppante spingerà la Federal Reserve ad intervenire nuovamente attraverso un aumento significativo dei tassi di interesse, che provocherà un innalzamento dei costi di finanziamento (oltre a un fisiologico rallentamento dell’economia USA).
Secondo i dati pubblicati mercoledì dal Dipartimento del Lavoro, i prezzi al consumo sono aumentati del 9,1% rispetto allo scorso anno, un aumento decisamente superiore rispetto al +8,6% (sempre su base annuale) registrato a maggio e il più grande incremento annuale dal 1981. Dopo aver registrato un’impennata dell’1% da aprile a maggio, i prezzi sono infatti schizzati delll’1,3% su base mensile, ossia da maggio a giugno.
A incidere sono soprattutto i rincari relativi ai generi alimentari: rispetto all’anno precedente, i prezzi per il cibo sono aumentati del 12,2%, come non accadeva dal 1979. Ma non solo: su base annuale gli affitti hanno fatto registrare un +5,8% (il massimo dal 1986), le auto nuove +11,4%, e addirittura i biglietti aerei +34% – nonostante i numerosi disagi verificatisi nelle ultime settimane nei principali aeroporti statunitensi.
Il dato sull’inflazione, che ha già provocato solo un calo di fiducia dei consumatori nell’economia americana, è la principale spina nel fianco per l’amministrazione Biden e il Partito Democratico in vista delle elezioni di midterm di novembre. In un sondaggio AP-NORC di giugno, il 40% degli intervistati ha dichiarato che la lotta all’inflazione dovrebbe essere la principale priorità del governo, rispetto al 14% che lo sosteneva a dicembre.
Alcuni analisti si dicono però ottimisti sul fatto che il picco dell’inflazione potrebbe essere più vicino. I prezzi delle materie prime e i costi di spedizione hanno iniziato a diminuire, mentre l’aumento dei salari si è fermato. Segnale che la pazza impennata potrebbe aver raggiunto il capolinea.