Negli Stati Uniti la “crescita decelera, frenata da una contrazione del reddito reale che pesa sull’attivita’ economica”.
È quanto emerge dal J.P. Morgan Bond Bulletin. Nel 2022 le condizioni finanziarie negli Stati Uniti si sono fortemente inasprite sulla scia di un’inflazione rampante che ha accentuato le pressioni sui costi, sia per le aziende sia per le famiglie.
Sebbene queste condizioni siano una conseguenza tipica del maggior rigore monetario, il costo del denaro è cresciuto molto più rapidamente di quanto non sia accaduto negli ultimi quattro cicli di rialzo dei tassi.
La velocità con cui sono state attuate le misure di inasprimento riflette probabilmente il maggior livello di inflazione che ha costretto le Banche Centrali a intervenire più celermente rispetto agli ultimi cicli. Anche il mercato del lavoro, che negli ultimi anni è stato un solido pilastro per la crescita, mostra i primi segni di debolezza.

Le banche centrali sono impegnate a ridurre l’inflazione e il presidente della Federal Reserve Powell ha dichiarato che limiterà attivamente la crescita economica per raggiungere questo obiettivo.
Anche la Banca Centrale Europea è pronta ad aumentare i tassi per la prima volta in un decennio. Il più delle volte, i cicli di inasprimento delle banche centrali si concludono perché la Fed incentiva il risparmio rispetto al prestito o alla spesa, interrompendo così l’attività economica.
Il mercato obbligazionario ha già iniziato a suggerire che questa situazione si concluderà con la creazione di alcuni problemi.
“La sezione più osservata della curva dei rendimenti (lo spread tra i Treasury a 10 e a 2 anni) si è invertita questa settimana – conclude Jp Morgan – questo fenomeno tradizionalmente anticipa di poco più di un anno una recessione negli Stati Uniti”.