La crescita economica statunitense ha subito una contrazione inattesa nel primo trimestre del 2022 a causa di un nuovo aumento dei contagi Covid-19 e della guerra in Ucraina, malgrado la ripresa rimanga solida grazie a una robusta domanda interna.
È ciò che emerge dai dati di giovedì del Dipartimento del Commercio USA, secondo cui il PIL americano è sceso dello 0,4% (-1,4% su base annua) nel periodo gennaio-marzo di quest’anno, primo calo in due anni. Nell’ultimo trimestre del 2021 la crescita era stata invece galoppante: +6,9%.
Il crollo della produzione riflette un deficit commerciale in crescita e l’accumulo di nuove scorte. Che però il passo falso economico non sia un’avvisaglia di una recessione vera e propria è evidenziato dalla solidità delle spese dei consumatori nonché degli investimenti delle imprese.
In sostanza, il dato negativo riflette l’aumento delle importazioni, aumentate a causa del ritorno ai consumi da parte dei cittadini statunitensi, e la riduzione dell’export, dovuto a una crescita molto più debole negli altri Paesi (e quindi a una minore richiesta di beni made in USA).