Nel mese di marzo l’economia statunitense ha aggiunto 431.000 nuovi occupati, superando le aspettative e continuando il trend positivo di crescita occupazionale. In sincronia, il tasso di disoccupazione negli Usa è sceso al 3,6% (dal 3,8% registrato a febbraio), tornando praticamente ai livelli pre-Covid.
I dati sono stati comunicati dal dipartimento del Lavoro di Washington venerdì mattina, confermando come gli effetti della pandemia stiano lentamente scomparendo e la prima economia del mondo si avvii a tornare alla piena normalità.
A trainare la crescita una serie di fattori macroeconomici, tra cui una forte domanda dei consumatori e l’allentamento quasi totale delle restrizioni sanitarie, che ha tra l’altro spinto numerosi impiegati a fare ritorno nei propri uffici ripopolando le attività locali.
Payroll employment rises by 431,000 in March; unemployment rate declines to 3.6% https://t.co/1Y9cSWJUIB #JobsReport #BLSdata
— BLS-Labor Statistics (@BLS_gov) April 1, 2022
L’aumento di marzo è più contenuto rispetto al boom di nuovi occupati registrato a febbraio (+678.000) e a gennaio (+450.000), ma dimostra come ci siano ancora notevoli margini di crescita per recuperare i circa 22 milioni di posti di lavoro persi a causa della pandemia.
Ciononostante, a crescere non è solo il numero di lavoratori: il tasso d’inflazione è anch’esso a livelli record (+7,9% a febbraio). Proprio il carovita rischia di vanificare il buono della ripresa economica, con l’effetto di trascinare una parte della popolazione, sebbene impiegata, sempre più nella fascia di povertà.
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